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Verona-Roma amarcord: tanti punti pesanti al Bentegodi

In casa dei gialloblù lo 0-0 che il 22 giugno 1952 ci riporta in Serie A. Nel 1983 un pari prezioso nella corsa allo Scudetto, nel 2000 il missile di Batistuta

Totti e Batistuta a Verona

Totti e Batistuta a Verona

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
31 Ottobre 2022 - 13:00

Molti tifosi se lo dimenticano (o forse decidono di dimenticarselo), ma a Verona la Roma ha fatto festa, mezzo secolo fa, perché mise fine al purgatorio della Serie B. Era il 22 giugno 1952, i giallorossi avevano compiuto una cavalcata pressoché perfetta per ritornare dove competeva loro il più presto possibile. Giusto una settimana prima, il Siracusa era stato travolto 6-0, e quel successo aveva messo una seria ipoteca sulla promozione. Promozione che sarebbe poi arrivata proprio in terra veneta, grazie a uno 0-0 che porta la firma Luigi Albani, portiere classe 1928: con le sue parate, respinse l’assedio veronese e permise agli uomini allenati da Gipo Viani di tornare nel massimo campionato.
Verso il tricolore

Nel corso degli anni, quelle tra la Roma e il Verona sono state partite spesso combattute - soprattutto quelle in casa dei gialloblù - e in cui l’una o l’altra squadra ha prevalso soltanto di misura. Il risultato più frequente è però il pareggio. Proprio come il 23 gennaio 1983, seconda giornata del girone di ritorno, con la Roma di Nils Liedholm in vetta al campionato e a seguire un folto gruppetto che vede proprio il Verona, la Juventus, l’Inter e la Fiorentina. Di Bartolomei e compagni sono reduci dalla vittoria casalinga per 1-0 contro il Cagliari (gol di Falcao); la squadra di casa, allenata da quell’Osvaldo Bagnoli che giusto due anni più tardi la porterà a vincere uno Scudetto storico, schiera vecchie conoscenze come Marangon, Spinosi e Penzo. È proprio quest’ultimo a rispondere a Iorio: botta e risposta che si consuma nell’arco di due minuti nel primo tempo, poi entrambe le squadre corrono parecchi rischi, quindi si accontentano. Dopo quella giornata, che vede anche i pareggi di Juventus e Inter, al secondo posto c’è proprio il Verona, con 23 punti, mentre Conti e compagni comandano la classifica a 25. È un punto decisivo nell’economia di quella stagione, che terminerà con il trionfo atteso 41 anni.

Il poker è servito

Anni dopo, per l’esattezza il 19 novembre 2000, la Roma torna al Bentegodi da capolista, con Fabio Capello in panchina: il Verona però va subito in vantaggio con un rigore di Oddo, che fa spaventare i circa 4.000 tifosi giallorossi accorsi in Veneto. Ma la paura non dura molto, perché già prima dell’intervallo Candela e Totti ribaltano l’incontro. Nella ripresa sale in cattedra Gabriel Omar Batistuta: al 58’ si incarica di battere un calcio di punizione dal limite e con un missile terra-aria di potenza indescrivibile fulmina Ferron all’incrocio dei pali; poi, allo scadere, appoggia in porta con il più facile dei tap-in il cross dalla destra del solito, instancabile Tommasi. È 4-1, la squadra sembra inarrestabile: il 17 giugno 2001 è ancora lontano, ma già da quel giorno di novembre, grazie alla splendida rimonta, si comincia a sentire profumo di trionfo.

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