ASCOLTA LA RADIO RADIO  
il protagonista

200 presenze in A e gol vittoria: adesso Pellegrini è magnifico

Primo gol in campionato per Lorenzo. Il capitano è leader e trascinatore, è tra i migliori in Serie A per quanto riguarda tiri, assist e passaggi chiave

Pellegrini batte il rigore contro la Sampdoria

Pellegrini batte il rigore contro la Sampdoria (GETTY IMAGES)

19 Ottobre 2022 - 11:45

"Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia", canta Francesco De Gregori in una delle sue canzoni più celebri, La leva calcistica della classe ’68. "Nino, non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore", aggiunge il cantautore romano. E lo sa bene Lorenzo Pellegrini, che con il Nino di De Gregori condivide anche la maglia numero 7: lunedì a Marassi s’è preso un pallone pesante, nonostante si fosse soltanto alle prime battute del match, e lo ha posizionato sul dischetto sotto la curva sampdoriana. Quindi ha battuto Audero con un destro sotto l’incrocio dei pali, regalando di fatto i tre punti alla Roma.

Modo migliore per festeggiare le 200 partite in Serie A non poteva esserci: gol decisivo a Genova contro la Samp, proprio come l’ultimo centro di Daniele De Rossi il 6 aprile 2019. Un figlio di Roma, capitano e bandiera proprio come Lorenzo, che segnò la rete decisiva anche quel giorno a Cesena, il 22 marzo 2015, quando Pelle fece il suo debutto in Serie A. Avanti veloce: 199 partite più tardi, Lollo è il trascinatore e il leader di questa squadra. E non lo è solo in virtù della fascia di capitano, ma anche e soprattutto nell’esempio che dà ai compagni. Come lunedì, quando un fallo di Villar sembrava averlo messo fuori gioco: Lorenzo ha stretto i denti ed è tornato in campo dopo le cure dello staff medico, e ha continuato a dirigere le operazioni da mezzala, recuperando palloni, smistandoli e ispirando le giocate offensive. Rincon e compagni si sono accaniti su caviglie e polpacci del numero 7, che però alla fine ha potuto festeggiare sotto il settor ospiti del Ferraris, tinto di giallorosso. "Non so dove possiamo arrivare - le sue parole a fine gara - ma ai tifosi posso dire che questa squadra non molla un centimetro e lotta su ogni pallone". Detto dal Capitano, vale doppio.

Che numeri!

 Gli mancava ancora il gol in campionato, prima di lunedì, ma Lorenzo era già al top per quanto riguarda le statistiche relative a queste prime dieci giornate. Gli assist vincenti, per esempio: meglio di Pellegrini hanno fatto soltanto Milinkovic-Savic (7), Deulofeu (6) e Pereyra (5); il nostro ne conta 4, al pari di Leao, Barella, Zielinski e Mario Rui. L’apporto in zona offensiva si fa sentire anche per quanto riguarda i tiri: Lollo finora ne ha effettuati 28 (8 dei quali in porta) ed è settimo nella classifica della Serie A, che vede al comando Lautaro Martinez. Il Capitano precede anche i compagni Abraham (27 tiri totali) e Dybala (23). Non solo finalizzazione, però: Lorenzo è quinto nella graduatoria dei passaggi chiave (22), vale a dire quei passaggi che permettono di superare una linea di pressione, apportando quindi un contributo significativo allo sviluppo dell’azione offensiva. Ma non è finita qui: pur essendo principalmente un calciatore di qualità, Lorenzo offre anche quantità e non disdegna di indossare il casco da operaio, per così dire. La sua attitudine a essere un tuttocampista è testimoniata dalla distanza media percorsa nell’arco dei 90’: 11,17 chilometri, di poco inferiore a quella di Cristante (11,491 km a partita in media). 

Personalità

Al netto dei numeri, c’è poi da considerare il carattere, la propensione al sacrificio e la voglia di dare sempre l’esempio: caratteristiche che non si possono analizzare al computer tramite un software o un algoritmo; caratteristiche alle quali José Mourinho tiene particolarmente. Del resto, lo Special One era arrivato da poco quando disse: "Se avessi tre Pellegrini, li schiererei tutti e tre contemporaneamente". Qualcuno temeva che quelle parole potessero mettere eccessiva pressione sulle spalle del numero 7; ma il nostro, a differenza di quello di De Gregori, non ha le spalle strette. E non ha paura di tirare un calcio di rigore. A maggior ragione quando vale 3 punti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA