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Spinazzola, lavoro extra per tornare più forte di prima

L’esterno sinistro giallorosso in campo a Trigoria senza sosta. Ai suoi compagni mancano i suoi spunti e le sue progressioni

Leonardo Spinazzola a Trigoria

Leonardo Spinazzola a Trigoria (GETTY IMAGES)

Matteo Vitale
25 Settembre 2022 - 10:34

Leonardo Spinazzola è rimasto a Roma per tornare quel giocatore in grado di far impazzire qualsiasi avversario, a prescindere dal suo nome e dalla competizione, da fermo o con tanti km di spazio alle spalle. Alla Nazionale di Mancini ha regalato la sua miglior versione e (soprattutto) il tendine d’achille, un infortunio che lo ha tenuto fuori per tanto, troppo tempo. Dopo mesi difficili, duri a livello fisico e a livello emotivo, di lacrime e sudore (tanto) sul campo per recuperare volume e ritmo, Leo è tornato a giocare con continuità, anche con la maglia della Roma, ma nelle ultime gare si è reso conto di essere ancora indietro, sia rispetto ai compagni di squadra, sia rispetto a ciò che lui è consapevole di poter ottenere dal suo corpo.

Nelle ultime uscite in giallorosso ha fatto particolarmente fatica, spesso impreciso nelle misure dei passaggi e inefficace nel dribbling, sia in velocità sia sul posto, ovvero il fondamentale nel quale eccelle e grazie al quale riesce a esaltare le proprie qualità tecniche e atletiche. Il motivo è da ricercare nella stanchezza, che si traduce in scarsa lucidità e poca brillantezza.

Mourinho contava e conta su di lui per aumentare il bottino in zona gol, ma tra i vari problemi fisici di Nicola Zalewski (finalmente recuperato, ma subito convocato dalla Polonia) e i tanti impegni ravvicinati finora ritrovare la miglior condizione non è stato possibile: sostanzialmente “Spina” è stato costretto a giocare una gara dopo l’altra stringendo i denti, facendo gli straordinari. Ha scelto di dire “no” a Roberto Mancini e alla Nazionale azzurra, così da poter lavorare ancora a Trigoria con lo Special One e con i suoi compagni di squadra, per poter dare una sterzata alla propria stagione già a Milano contro l’Inter di Simone Inzaghi. Non sarà una passeggiata di salute, anzi, visto che dalla sua parte giocherà Denzel Dumfries, uno degli esterni più offensivi e forti del campionato italiano. 

Benedette le due settimane di lavoro extra a Trigoria, quindi. Leo si sta concentrando su se stesso e sulle tattiche del tecnico giallorosso, potrà ascoltare e capire il proprio corpo. Lo abbiamo visto già con Nicolò Zaniolo: tornare in campo dopo un lungo infortunio non è mai facile, ancora più complicato e lungo è il percorso per tornare a giocare “bene”, a essere efficace e continuo nelle prestazioni. Razionalmente sarebbe stato sbagliato e superficiale dare per scontato il suo ritorno ad alto livello già nelle prime settimane della nuova stagione, ma questo campionato non aspetta, c’è una partita dopo l’altra e la Roma ha bisogno di lui, del suo numero 37, uno dei pochi giocatori in grado di spaccare la partita in qualsiasi momento.

Mourinho conta molto su Spinazzola, che potrebbe essere uno dei motivi per il quale si sta continuando a puntare sul 3-4-2-1, per lasciare spazio e modo all’esterno di Foligno di compiere le sue famose scorribande sulla corsia esterna (che spesso chiamano Pellegrini a lavoro extra sul centro-sinistra per coprirlo). Fino a questo momento l’ex Juventus ha completato 11 dribbling su 20 tentati, ma il dato degli expected assist la dice lunga sulla sua prolificità negli ultimi metri di campo: soltanto 0.8, con “solo” 6 passaggi chiave da inizio campionato, quante Celik, giocatore molto diverso da lui. Insomma, già a vedere i numeri diventa evidente come il miglior “Spina” sia ancora lontano, ma è rimasto a casa proprio con l'obiettivo di tornare a sentirsi bene per poter tornare a fare la differenza come prima dell'infortunio. Nessuno ha più voglia di lui.

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