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L’abbraccio del tifo romanista: da Falcao a Mourinho

Le presentazioni durante l’amichevole casalinga ci ha regalato tante storie: l’addio di Rocca, il benvenuto al Divino e a José, i gol di Totti

José Mourinho e il suo staff al centro del campo in occasione della presentazione della squadra della scorsa stagione contro il Raja Casablanca

José Mourinho e il suo staff al centro del campo in occasione della presentazione della squadra della scorsa stagione contro il Raja Casablanca (GETTY IMAGES)

07 Agosto 2022 - 11:30

Una consuetudine ormai radicata nella storia del Club, appuntamento fisso che segna di fatto l’inizio della nuova stagione: la presentazione della Roma ai suoi tifosi è una tradizione che va avanti da decenni, e che permette ai romanisti di abbracciare la squadra, in un simbolico “in bocca alla Lupa” in vista dei futuri impegni. L’appuntamento è stato di volta in volta sfruttato per presentare nuovi tecnici e nuovi calciatori, o per festeggiare (come sarà oggi) un trofeo vinto pochi mesi prima, spesso all’interno di una suggestiva cornice d’amore e passione.

Paulo e Francesco

Il 30 agosto 1980, per esempio, oltre 40mila spettatori si ritrovano allo Stadio Olimpico per la prima gara casalinga di Paulo Roberto Falcao: si gioca contro la sua ex squadra, l’Internacional di Porto Alegre, e l’incontro termina 2-2, con gol giallorossi di Pruzzo e Di Bartolomei. L’entusiasmo dei tifosi per il Divino non è condiviso dalla stampa, che l’indomani parla di un brasiliano ancora imballato e fuori forma. Forse nessuno poteva immaginare, in quel giorno di fine estate, l’impatto che il biondo riccioluto avrebbe avuto nella storia della Roma.

Emozioni forti, ma agrodolci, l’anno seguente, ancora contro l’Internacional: il 29 agosto 1981 c’è il toccante addio a Francesco Rocca, “Kawasaki”, che appende gli scarpini al chiodo. Il terzino gioca appena 15’, quindi la gara viene interrotta per far sì che Dino Viola gli consegni una medaglia; i compagni gli regalano una targa che reca le loro firme, mentre il pubblico (circa 12mila tifosi, dato che l’Olimpico è in ristrutturazione), invoca a gran voce il nome di Francesco, portato in trionfo dai compagni. Ai quali chiederà di vincere lo Scudetto, venendo accontentato due anni più tardi, nella cavalcata che metterà fine a un digiuno durato quattro decenni.

Il 18 agosto 1983, a salutare la Roma campione d’Italia, c’è il pubblico delle grandi occasioni: l’avversario è ancora una volta brasiliano, l’Atletico Mineiro da cui la Roma ha appena prelevato Toninho Cerezo; il centrocampista entra in campo proprio con la maglia della sua ex squadra, prima di indossare la casacca giallorossa che vestirà per i successivi tre anni. L’incontro termina 2-2: per gli uomini di Liedholm a segno Conti e Graziani. 

Il Dieci, Bati & co

Col passare degli anni, l’appuntamento di agosto per presentare la squadra ai tifosi nella cornice casalinga viene - per così dire - istituzionalizzato. Il 20 agosto 1995 la Roma di Mazzone batte 1-0 il Siviglia grazie a un gol di un non ancora diciannovenne Francesco Totti. Cinque anni più tardi, il 24 agosto 2000, in 67mila abbracciano la squadra che di lì a qualche mese vincerà lo Scudetto: con l’Aek Atene finisce 0-0, ma l’entusiasmo per l’arrivo di Batistuta e gli applausi riservati all’infortunato Emerson in tribuna, con il brasiliano in lacrime, sono scolpiti nella memoria dei romanisti meno giovani.

Così come il 3-1 al Boca Juniors dell’anno seguente (7 agosto 2001), che vede i giallorossi con il tricolore sul petto; la gara entra negli annali anche per il grave infortunio di Lassissi, che riporta la frattura di tibia e perone a seguito di un intervento killer di Barijho (espulso). 

Torna il Siviglia nel 2015, e lo spettacolo è sia in campo, sia sugli spalti: il 14 agosto i giallorossi allenati da Rudi Garcia vincono con un pirotecnico 6-4 e il primo gol, dopo 4’, lo firma il nuovo acquisto Edin Dzeko, con una bordata all’incrocio dei pali. Il bosniaco alla fine ne farà due; di Torosidis, Salah, Nainggolan e Totti le altre reti giallorosse. Veniamo al precedente più recente, quello del 14 agosto di un anno fa: sugli spalti soltanto 13mila spettatori, in virtù delle norme anti-Covid, ma l’entusiasmo è comunque alle stelle per la prima all’Olimpico dal nuovo allenatore, José Mourinho. La partita è una semplice formalità: i marocchini del Raja Casablanca vengono battuti 5-0 (Shomurodov, Mancini, Mkhitaryan, Carles Perez e Mayoral i marcatori), ma gli occhi sono tutti per lo “Special One”. Quattro giorni dopo, a Trebisonda, la Roma inizia dai playoff la cavalcata che la porterà a vincere la Conference League. Speriamo che anche quest’anno la “prima” sia di buon auspicio.

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