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Rizzitelli: "Nel derby serve la testa giusta. Bisogna vincerlo"

L'ex attaccante giallorosso: "Non conta come ci si arriva, ma quanto si vuole vincere. Tutto si azzera. Serve carattere. Io lo vivevo male..."

Ruggiero Rizzitelli, giallorosso dal 1988 al 1994, di LaPresse

Ruggiero Rizzitelli, giallorosso dal 1988 al 1994, di LaPresse

28 Febbraio 2019 - 13:35

«Parliamo di derby quanto volete, anche fino a domani, basta che non mi chiedete come finirà: non voglio dire cose di cui poi potrei pentirmi».

La scaramanzia è quella giusta. È quella di Ruggiero Rizzitelli. L'ex attaccante giallorosso, da buon romanista, non fa pronostici. «Ma sono fiducioso, la Roma in squadra ha gente da derby, partendo dal capitano per arrivare al bomber».

Quindi De Rossi secondo te sarà in campo?
«Lo spero. Non vedo come si possa pensare di preservarlo per il Porto. La Roma non può permettersi passi falsi sia per la classifica sia perché si tratta del derby. E non può permettersi neanche di pensare al domani: il domani è oggi. Pensate se dovesse andare male, come arriveremmo alla gara col Porto. Non ci possiamo permettere neanche di perdere».

Chi potrebbe decidere il derby?
«Tra i tanti uomini da derby che abbiamo punto sul bomber: Dzeko può fare la differenza, soprattutto se lo fanno arrabbiare come a Frosinone».

Che partita ti aspetti?
«Inizialmente di studio. Né Roma né Lazio andranno all'arrembaggio. Noi dobbiamo stare attenti alle loro ripartenze: il punto di forza dei biancocelesti sono i contropiedi, quindi sarà importante cercare di non concederli. Alla Roma quest'anno è mancato l'equilibrio, che sabato sarà fondamentale. Tecnicamente siamo più forti della Lazio. Stando concentrati e sul pezzo possiamo farcela. Sono tranquillo perché la Roma nelle gare importanti ha sempre fatto buone prestazioni. Ho ottime sensazioni, ma niente pronostici».

La Roma arriva al derby da una vittoria, ma non da una grande prestazione...
«Non conta come ci si arriva, il derby è una gara a sé. Puoi anche essere in forma smagliante ma non per questo sei favorito. Si azzera tutto in questa partita, ve lo posso assicurare: io qualche derby l'ho giocato e so bene cosa significa. È una sfida che vorrei sempre vincere in modo sporco».

Il derby più bello che hai vissuto da calciatore?
«Quello in cui ho segnato sotto la Curva Sud. Come emozione la metto sul podio. Mancava poco alla fine, stavamo perdendo 1-0, già pensavo a cosa sarebbe potuto succedere. Ho pensato cose talmente brutte in quei momenti che sono riuscito a trovare la forza di staccare più in alto di Bergodi e fare 1-1: ancora non mi spiego come ho fatto a superarlo di testa. Penso me l'abbia permesso la mia anima romanista, ero un tifoso in campo. Ho un gran bel ricordo anche del derby vinto al Flaminio col gol di Rudi: feci un'azione di disturbo su Orsi e il tedesco ebbe vita facile a segnare».

Come vivevi le vigilie?
«Per me la vigilia iniziava 20 giorni prima della partita e la vivevo veramente male, la sentivo troppo. La notte non dormivo, nel letto sognavo di stare in campo. Una volta mia moglie mi trovò a casa che litigavo con un quadro: c'era dipinto un pagliaccio, gli dicevo di non rompermi le palle. Cose assurde. In ritiro poi non si dormiva. Le notti precedenti i derby le passavo quasi sempre giocando a biliardo con Nela».

Qual è il modo migliore per approcciarsi al derby?
«Bisogna arrivarci con la tensione alta. Se ci arrivi troppo rilassato e la gara si dovesse mettere male rischi di fare figuracce. Se sei carico al punto giusto, invece, davanti al problema puoi reagire come va fatto».

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