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Mancini: "De Rossi rifiutò il Manchester City. 'Non je la faccio', mi disse"

Il ct della Nazionale: "Siamo stati tutta una notte a parlare, ma fece saltare tutto. Zaniolo è cresciuto tanto ma è giovane e bisogna avere pazienza"

Roberto Mancini, di LaPresse

Roberto Mancini, di LaPresse

La Redazione
28 Febbraio 2019 - 10:14

Roberto Mancini ha rilasciato una lunga intervista al Il Messaggero in vista del derby tra Lazio e Roma in programma sabato alle 20.30.

"Roma resta la città migliore del mondo. I rivali mi hanno sempre rispettato, io problemi non ne ho mai avuti. Ero amico di Giannini. E di Nela. Anche con Totti ho sempre avuto un ottimo rapporto". Il tecnico, prima di vestire biancoceleste, fu vicino alla società giallorossa: "Mi aveva chiamato Viola, ma non se ne fece nulla". 

Poi un pensiero per la rosa della Roma, che fa degli italiani uno dei suoi punti di forza: "Il mio ruolo mi impone di seguirla particolarmente per i tanti italiani. I giallorossi hanno fatto un ottimo lavoro, Di Francesco ha avuto il coraggio di puntare sui giovani". A proposito di italiani giallorossi, Mancini ha convocato Zaniolo ancora prima che potesse esordire nel club: "Io sono ct da maggio e mi sono andato subito a vedere l'Euro Under 19. È lì che ho avuto la possibilità di seguire Nicolò, prima non lo conoscevo affatto. Ora è cresciuto anche troppo, almeno mediaticamente. In questa città ci vuole poco a passare dall'esaltazione alla bocciatura, quando invece con i giovani bisogna avere pazienza, perché gli alti e bassi sono normali. L'ho paragonato a Pogba perché come il francese alla Juve guardava e imparava, pur non giocando. Per me è una mezzala. In quella posizione mi è piaciuto all'Europeo". 

Il ct della Nazionale ha parlato anche di De Rossi: "Daniele in Nazionale? E' un capitolo chiuso. Gli ho parlato subito e lui è stato chiaro e sincero. Mi disse che, se ne avessi avuto bisogno, sarebbe venuto a darmi una mano". Ai tempi del Manchester City, il tecnico voleva portarlo in Inghilterra: "Non l'ho convinto. Ci siamo visti a Roma, tutta una notte a parlare, era tutto fatto, ma è saltata all'ultimo. Mi ha chiamato e mi ha detto 'non je la faccio'. Ci rimasi male, mi arrabbiai. E' passato tanto tempo, Daniele era nel pieno della carriera, si sarebbe divertito. Lo ritenevo fondamentale".

Capitolo El Shaarawy: "Lui è un altro che mi piace. Ha grandi qualità, lo seguo da quando era alla Primavera del Genoa. Ma pure lui, deve tirare fuori tutto quello che ha dentro". In chiusura un commento sulla vivissima corsa Champions e su Di Francesco: "Per ora le milanesi sono in vantaggio, ma Roma e Lazio non sono fuori. Il campionato è ancora lungo, mancano 13 partite: i due posti se li giocano almeno cinque squadre. Eusebio ha fatto bene ovunque, specie con il Sassuolo. Lavora bene con i giovani, ha coraggio. Poi per giudicare bene bisogna vederli allenare".

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