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L’analisi di Torino-Roma

La Roma è pronta: decisivi i dettagli

Sotto il profilo fisico, atletico e mentale tutto ok. Tatticamente ci sono buone premesse, la tecnica farà la differenza

22 Maggio 2022 - 08:48

Fin qui, tutto bene. Ma se nell'espressione tratta dal magnifico film di Mathieu Kassowitz (L'Odio, 1995) il paradosso è usato per determinare l'imminenza di un disastro, stavolta proviamo ad esorcizzare l'ansia dell'attesa indicando i diversi fattori positivi che hanno portato la Roma, alla vigilia dell'evento più importante della sua storia recente, a pensare che davvero stia andando tutto bene. Almeno fin qui.

La rosa al completo

Intanto la condizione di forma dei suoi uomini. Quando in qualche passata competizione si è arrivati alle fasi decisive con il pesante fardello della rosa dimezzata da un'incredibile serie di infortuni, eravamo soliti invidiare gli avversari diretti o, più genericamente, le rose delle altre formazioni approdate magari alle semifinali a pieno organico, con gli undici (o tredici, o quindici) titolari di inizio stagione freschi e pimpanti per scendere in campo a maggio. Stavolta è capitato a noi. L'unico assente delle ultime partite, Mkhitaryan, sarà della spedizione e poi si vedrà. Certo, non avere l'armeno al cento per cento resta un handicap, ma tra i meriti più evidenti di Mourinho e del suo staff c'è proprio quello di aver lavorato con attenzione per tutta la stagione sulla prevenzione degli infortuni. Il numero delle partite perse per infortunio, ha rivelato in un approfondimento il sito siamolaroma.it qualche settimana fa, è drasticamente ridotto rispetto a quello delle ultime stagioni, dimezzato rispetto a qualcuna, un terzo rispetto ad altre. C'è il fattore stanchezza ovviamente che potrà incidere a Tirana, soprattutto nell'eventualità dei supplementari. Per la Roma sarà la gara numero 55 della stagione, per il Feyenoord la numero 54. I giallorossi hanno giocato per i tre punti fino a venerdì, gli olandesi hanno disputato partite combattute fino all'11 maggio (quella successiva, l'ultima di Eredivisie con il Twente il 15, non contava per la classifica). Nel giochino delle parti, Mourinho ha detto che è un gran vantaggio per loro aver potuto trascorrere questi giorni lontano da ogni rischio di affaticamento muscolare in ritiro in Portogallo, il difensore argentino Senesi (uno degli elementi migliori del Feyenoord, già nel mirino della Roma) ha affermato che è invece un vantaggio per i giallorossi aver mantenuto la tensione agonistica fino all'ultimo momento. Come sempre, sarà il risultato, a posteriori, a decretare chi avrà avuto ragione.

Una buona condizione

Dal punto di vista della condizione atletica anche a Torino la squadra ha mostrato di star bene. E i cinque giorni che separano il fischio finale di Irrati a quello iniziale del romeno Kovacs dovrebbero consentire ai giallorossi di recuperare al meglio e affrontare la gara senza handicap. Poi ovviamente la tensione dell'attesa e l'andamento della partita potrebbero giocare brutti scherzi. E magari nella ripresa qualche crampo muscolare potrebbe complicare le cose, ma questo vale anche per gli olandesi. Come diceva Mancini qualche giorno fa, quando si arriva a una finale si gioca anche per trecento minuti. Mentalmente poi la Roma ha dimostrato di essere una squadra solida. L'ultima volta in cui ha davvero accusato uno sbandamento è stato in quell'assurdo finale con la Juventus. Era gennaio. Dopodiché ci sono state 25 partite, alcune giocate male, alcune perse, ma mai regalate all'avversario. L'unica partita non "giocata" è stata a Firenze, ma si è giocato quattro giorni dopo la sbornia con il Leicester e con il condizionamento iniziale dell'ingiusto svantaggio subito, con quel rigore regalato.

La chiave tattica

La partita con il Torino ha dato qualche indicazione dal punto di vista tattico, ma è troppo diverso il dispositivo di Juric rispetto a ciò che propone solitamente il Feyenoord per trovare punti di contatto con la gara che aspetta la Roma. L'ultima squadra affrontata schierata con il 4231 adottato da Arne Slot è stata l'Atalanta che però ha una sua particolarità che la rende poco assimilabile ad altre formazioni. Nei prossimi giorni Il Romanista affronterà alcuni aspetti nel dettaglio, ma le premesse per la Roma per far bene da questo punto di vista ci sono: loro tengono il pallone, pressano alto e lasciano spazi dietro la difesa. Quasi un invito per Mourinho che giocherà come al solito con tre difensori, quattro centrocampisti, due trequartisti e una punta. Per sbloccare la partita, col Torino il portoghese ha alzato la posizione di Pellegrini spostandolo da intermedio di destra di un centrocampo a cinque, a trequartista di sinistra, con Shomurodov abbassato sulla stessa linea e Abraham unico riferimento centrale. Difficile che l'uzbeko possa partire titolare, con Lorenzo e Tammy il terzo sarà uno tra Mkhitaryan e Zaniolo ed è assai probabile che i due possano alternarsi. Ci sono anche altri ballottaggi aperti all'improvviso, come quello in fascia tra il ritrovato Spinazzola e la sorpresa Zalewski (Karsdorp a destra è intoccabile), e quello accanto a Cristante a metà campo, con Veretout che ha riconquistato posizioni nella fiducia di Mourinho e che ora insidia il posto di Oliveira, che è preziosissimo tatticamente, ma che sotto il profilo dinamico concede qualcosa. Gli olandesi sono efficaci nel pressing e in mezzo la Roma se giocasse il portoghese con Cristante potrebbe pagare qualcosa.

I duelli tecnici

Come sempre succede nelle partite di questo livello, saranno poi le soluzioni tecniche dei calciatori a fare la differenza. E oggi la Roma dispone di una varietà tale di possibilità da confortare le ambizioni di Mourinho. Sulle palle inattive, per esempio, sarà un bel confronto. Le capacità della Roma di trovare soluzioni offensive è notoria. Ma anche il Feyenoord si è distinto quest'anno in Eredivisie: è la squadra che ha segnato più gol di testa (14, come Ajax e Az) ed è la seconda squadra (dietro al Psv) per reti realizzate su sviluppo da calcio d'angolo. Curiosamente non hanno mai segnato direttamente su calcio di punizione e hanno segnato appena 3 reti su rigore (appena otto squadre hanno fatto peggio). Non vantano dunque specialisti specifici. È una squadra che ama dominare il possesso del pallone e che fa le pressioni alte molto efficaci (in entrambe le graduatorie solo l'Ajax vanta parametri migliori). Dei giocatori abbiamo già parlato, il più pericoloso è il ventisettenne nigeriano con passaporto belga Dessers, capocannoniere di Conference con dieci gol, appena uno più di Abraham. Il loro a Tirana sarà il duello nel duello.

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