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Una notte ancora nostra

Viaggio nell’atmosfera di una sera magica. L’attesa, le ansie, le speranze, fino al delirio di un intero popolo. Tutti hanno spinto la squadra

Uno spicchio di tifosi durante Roma-Leicester (Getty Images)

Uno spicchio di tifosi durante Roma-Leicester (Getty Images)

07 Maggio 2022 - 08:42

Ore 23.37 di giovedì 5 maggio. Dagli altoparlanti dell'Olimpico risuona «Roma Capoccia», culmine di una breve compilation che coinvolge il pubblico in festa. Nell'ultima parte la registrazione viene interrotta, ma la canzone prosegue dagli spalti, intonata "a cappella". Proprio come l'inno prima di ogni fischio iniziale in era mourinhana. Il triplice finale di Jovanovic ha sancito la vittoria della Roma sul Leicester circa quaranta minuti prima. Eppure l'Olimpico non vuole saperne di svuotarsi. La Curva Sud è per buona parte ancora al proprio posto, gli inglesi devono rimanerci forzatamente per ragioni di sicurezza, ma anche negli altri settori si continua a cantare e sventolare bandiere.

La voglia di festeggiare pervade tutti. Potere della gioia, che fornisce il necessario supplemento di energie psico-fisiche dopo una giornata che avrebbe svuotato anche mandrie di tori allo stato brado. I dettami dello Special One sono stati eseguiti alla lettera, i sessantaquattromila hanno giocato con la squadra. E con lei hanno fatto la storia. Prima, durante e dopo il match, ognuno aggiungendo il suo piccolo tassello per il raggiungimento del traguardo. Siamo in finale. E stavolta la prima persona plurale non è frutto di trasposizione tifosa, ma di realtà. «Come una famiglia», ripete ossessivamente Mou al termine della gara.
Sintesi perfetta. Dal capo in giù, si è rivelata un corpo unico. Nessuno è rimasto spettatore e basta. I Friedkin a soffrire in tribuna per poi scendere fino a bordo campo a congratularsi con Abraham, che la sfida l'ha decisa. La panchina partecipe, empatica - per usare un termine caro a José - sofferente. Gli ex a tutti i livelli coinvolti al punto da emozionarsi: Claudio Ranieri, che al Leicester ha legato le pagine più belle della sua carriera professionale, appena inquadrato sul maxischermo unisce i sostenitori di entrambe le squadre in un lunghissimo applauso che gli inumidisce gli occhi. Esattamente come quelli di Mourinho a risultato acquisito. I due vecchi rivali uniti dalle lacrime: suggestioni che soltanto le atmosfere dell'Olimpico romanista riescono a regalare. Francesco Totti a viverla con trepidazione a pochi passi dal suo ex tecnico.

E ancora Peppe Giannini, Capitano dell'ultima Roma capace di raggiungere una finale europea 31 anni fa, commentatore per Sky ma rapito dai cori e intento a immortalarli col suo telefono. Come chiunque negli interminabili eppure velocissimi minuti che precedono il match. Il tempo scorre lento o veloce a seconda delle percezioni, in attesa che si spalanchino le porte a un Evento che qualcuno ha vissuto solo da bambino o comunque in altra età e per due volte non ha avuto esito felice. E che altri non hanno mai visto. L'aria non può che essere frizzante, l'ansia sale già molto prima della partita. A metà pomeriggio il traffico nel quadrante Nord della Capitale è in tilt e a tre ore dall'inizio nei dintorni del Foro Italico c'è un tripudio di bandiere. Ali di folla restano fuori dallo stadio ben oltre le 19 ad attendere il pullman della Roma, che fatica ad avvicinarsi all'ingresso circondato dall'affetto dei tifosi. C'è una città intera a spingere la squadra. Carica che si intensifica dentro l'impianto durante il riscaldamento, si riempie di meraviglia quando cala la maestosa coreografia della Sud, raggiunge decibel altissimi al gol di Tammy, non conosce pause fino al finale di lotta e sudore, quando le forze sembrano mancare col traguardo a un passo. Ma poi si tramuta in sogno. Soltanto che è tutto vero. I giocatori ringraziano ogni settore dello stadio, Mou torna sul campo in un secondo momento a ricevere la strameritata ovazione, poi si scatena la festa negli spogliatoi: «Ce ne andiamo in finale», si canta. Mentre più su nessuno vuole abbandonare il proprio seggiolino. Ma la colonna sonora non finisce lì: i clacson invadono Roma e per una volta sono sottofondo graditissimo. Di una notte magica.

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