
Roma, Losi: "Nessuno ha il nostro tifo. Col Feyenoord sarà difficile"
L'ex difensore giallorosso: "Quando eravamo una ‘Rometta’, lo stadio era pieno. Zalewski mi sembra una grande promessa. Mourinho ci ha visto bene a cambiargli ruolo"

Giacomo Losi, di Mancini
In questi giorni la Roma sta smaltendo la contentezza per aver raggiunto la finale di Conference League contro il Leicester City. Il club allenato da Rodgers è stato battuto 1-0 grazie a un gol di Tammy Abraham, che non ha lasciato scampo a Kasper Schmeichel. Il traguardo è molto importante visto che una finale europea mancava da diverso tempo nella Capitale. Uno che l'ha giocata e vinta con la maglia giallorossa nel 1961 è Giacomo Losi o "Core de Roma". L'ex difensore è stato l'ultimo capitano della Roma a vincere una coppa europea, la Coppa delle Fiere. Vista la finale di Tirana raggiunta dagli uomini di Mourinho, Losi è stato intervistato da Il Messaggero a cui ha raccontato i suoi pensieri: "Col Feyenoord non sarà facile: gli olandesi hanno una signora squadra, abituata a giocare su certi palcoscenici. Il nostro punto debole è che a volte i giocatori non credono nelle loro possibilità. Non vincere trofei da 14 anni pesa". Così ha esordito l'ex difensore che ha continuato: "Quando eravamo una ‘Rometta', lo stadio era pieno. In Italia nessuno ha un tifo come quello giallorosso". Il numero di tifosi che in questa stagione sta riempiendo l'Olimpico è un fattore positivo per la squadra, con Mourinho che l'ha spesso elogiato. Anche sullo Special One, Losi ha detto la sua anche se non troppo benevola: "Di trofei ne ha vinti, ha carattere e sa imporsi alla squadra. Non so se sia l'allenatore giusto per la Roma, mia opinione. È un po' presuntuoso, ma ognuno è fatto a modo suo".
Core de Roma ha continuato sulla Coppa delle Fiere vinta nel '61: "L'abbiamo vinta noi giocatori, alla società non gliene fregava niente! A volte non volevano neanche pagarci il premio partita. Nel 1961 era un calcio più amatoriale: il tecnico contava fino a un certo punto". "Sarei contento se la Roma vincesse - ha detto Losi - sono uno dei primi tifosi, anche se non sono nato romano è come se lo fossi. Grazie alla Roma ho potuto giocare contro Alfredo Di Stefano: neanche Pelè era al suo livello". L'ex difensore ha dato il suo parere sui giovani presenti in rosa, ma anche un consiglio a Tiago Pinto per il mercato: "Zalewski deve ancora imparare certe cose, ma mi sembra una grande promessa. Mourinho ci ha visto bene a cambiargli ruolo. Zaniolo è uno che non molla mai: ha talento, fisico, tutto per essere un grandissimo. E ora non diamo via i migliori".
Alla Roma con la fascia al braccio ad oggi c'è Lorenzo Pellegrini, che è stato elogiato e bacchettato da Losi: "Lorenzo è bravo, ma dovrebbe essere più continuo: potrebbe diventare un campione. Poi è romano, la maglia la sente di più". Infine, Core de Roma ha parlato del suo ruolo nel club, mai avuto: "Mi dispiace molto, penso che avrei dovuto far parte della Roma a vita. Ma non mi è mai stato chiesto nulla, e non ho ricevuto la stessa generosità che invece ho mostrato io. Ma ho ricevuto l'affetto dei tifosi: quando entravo in campo e guardavo la Curva Sud, mi si riempiva il cuore".
© RIPRODUZIONE RISERVATA


La partita e le lacrime di Mourinho: si scrive empatia, si legge José
