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LA NORMATIVA

Uefa, nuovo "Fair Play Finanziario": molte big italiane fuori dalle regole

La Roma è una delle squadre che supererebbero la soglia del 70% di costi per la rosa in rapporto ai ricavi, come tante in Europa. Tre anni per adeguarsi al regolamento

Il presidente Uefa Ceferin (Getty Images)

Il presidente Uefa Ceferin (Getty Images)

La Redazione
07 Aprile 2022 - 15:00

La Uefa ha deciso di abolire il Fair Play Finanziario e di creare un nuovo tipo di regole che lo sostituisce. Queste sono state istituite con l'obiettivo di controllare le spese dei big club e di dare un po' di equilibrio. La decisione, però, ha fatto discutere, soprattutto le squadre della Bundesliga, che hanno protestato contro il provvedimento. Una delle regole più importanti è quella che impone ai club di non spendere più del 70% dei ricavi e Calcio&Finanza ha analizzato lo stato delle squadre di serie A, verificando quali club del massimo campionato italiano sarebbero all'interno del nuovo parametro o no. Secondo le stime, così come tante big europee, quasi tutte le migliori squadre italiane non rispettano i nuovi parametri. Secondo una stima fatta per la stagione 2020/2021, ultimo bilancio dei club disponibile, la Roma ha un rapporto tra costi (denaro investito per la rosa, tra stipendi e ammortamenti, e ricavi del 135%. A scendere, troviamo il Napoli con il 114%, Lazio 112%, Inter 109%, Juventus 99%, Milan 90% e Atalanta al 47%, ma con il bilancio che termina il 31 dicembre 2020, quindi a metà stagione.

"I club italiani dovranno lavorare di più rispetto alle altre squadre per rientrare nei parametri del nuovo regolamento". Ha dichiarato Andrea Traverso, Director Financial Sustainability and Research dell'Uefa, intervenuto in conferenza stampa per spiegare il nuovo regolamento che andrà a sostituire il Fair Play Finanziario: "Rispetto al passato le regole, che sono state approvate con consenso di tutti gli stakeholder, sono sicuramente più stringenti e complesse. Oltre alla regola del pareggio bilancio che è stata corretta e che non si focalizza solo sul conto economico ma pone un accento sullo stato patrimoniale e sul livello di indebitamento dei club, si aggiunge anche la denominata 'squad cost rule' sui costi di gestione della squadra. Le due regole combinate insieme sono particolarmente impegnative nel senso che i club dovranno senza ombra di dubbio correggere e adeguare la propria strategia in modo tale da rispettare queste norme nel periodo di 3 anni. La pandemia  - ha continuato Traverso - ha dato un colpo durissimo al calcio e in particolare a chi aveva difficoltà prima. Il mercato italiano avrà più da lavorare rispetto alle squadre di altri paesi e dovranno farlo da subito: bisogna adattare le strategie immediatamente. Quante squadre violerebbero oggi le norme? Prima della pandemia, a livello europeo la media legata al rapporto costi-ricavi era sotto il tetto del 70%, intorno a 67%. Significa che la maggioranza del club erano perfettamente all'interno, ma questo avveniva prima della pandemia, se guardiamo i dati legati alla stagione 2020/21 la situazione è senza dubbio peggiorata".

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