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due pesi, due misure

Var ed eventuali: Nasca è dottor Jekyll e Mister Hyde

L'addetto al Var chiama, non potendo, Abisso al video per il pestone di Abraham. Lo stesso che a Torino, con la Juve, non lo fece in occasione del mani di Cuadrado

Abisso durante il controllo al Var dopo il gol di Zaniolo, di Mancini

Abisso durante il controllo al Var dopo il gol di Zaniolo, di Mancini

06 Febbraio 2022 - 12:33

All'appello mancava Luigi Nasca. Professione impiegato. Secondo lavoro, ben più remunerato, arbitro, specializzato, si fa per dire, per il Var. Barese, anni quarantaquattro. È lui il dottor Jekyll e signor Hyde di giornata. Non discutiamo il pestone di Abraham che, peraltro, per come era stato il metro arbitrale durante la partita, Abisso (che era a un passo e aveva visto tutto) non aveva considerato degno di essere fischiato, lasciando andare l'azione, Mkhitaryan in verticale per Zaniolo e poi quella poesia titolata gol. Anche se il nervoso che ci sta divorando da quando è stato annullato quel capolavoro di Zaniolo (e conseguenze), riusciamo a essere sufficientemente onesti per dire che, una volta andato a vederlo al Var, Abisso non poteva far altro che uccidere un'emozione, rovinando la giornata (e pure le prossime) a tutto il meraviglioso popolo giallorosso. E prima di entrare nel cuore del problema, perché «siamo piccolini agli occhi del potere», ci permettiamo anche di dire che il cartellino giallo sventolato sotto il naso di Abraham dopo l'annullamento della rete, è stato un insulto al calcio, preché quell'ammonizione è stata data per un fallo che lo stesso arbitro aveva deciso di non sanzionare.

Passiamo allora al cuore del problema. Cioè, in questo caso, al signor Nasca da Bari. Dottor Jekyll a Torino, Allianz Stadium, mister Hyde ieri all'Olimpico. E siccome «siamo piccolini agli occhi del potere», il risultato è stato che la Roma ha pagato due volte. Spieghiamo. Di sicuro chi ha nel cuore la nostra Roma, ricorderà con sufficiente precisione quello che successe sul campo della Juventus. Sul gol non dato alla Roma da Orsato perché l'arbitro pensò bene di fischiare un calcio di rigore contrario a quello che dice il regolamento, è stato scritto di tutto e di più, qualche volta anche a sproposito perché «siamo piccoli agli occhi del potere». Niente o quasi, al contrario, a parte noi romanisti, è stato detto a proposito del gol dei bianconeri che risultò decisivo (autore Kean). Un gol che nacque da uno stop a seguire di Cuadrado a metà campo. Solo che quello stop a seguire il colombiano lo concretizzò con un evidente fallo di braccio. Volete sapere chi, quel giorno, era al Var in quello stadio dove «il potere» è sempre stato attento a non farsi nemici? Sì, lui, Luigi Nasca da Bari. Che, evidentemente, quel giorno, in occasione dell'irregolare stop di Cuadrado, doveva essersi distratto, forse ammaliato dalle stelle dei giocatori che hanno fatto la storia della vecchia signora. Ieri, invece, il signor Nasca è stato attentissimo su quello che è successo, roba, per dire, che neppure i giocatori del Genoa se ne erano accorti, tanto è vero che non si è visto nessuno protestare.

Ok, abbiamo detto che il pestone c'è, ma a norma di regolamento, con l'arbitro in campo a un passo dall'episodio, il signore al Var era legittimato a richiamare Abisso? Per noi no in assoluto. Ma c'è di più. Perché se dovessimo dar retta ai precedenti episodi che hanno coinvolto la nostra Roma a proposito di Var ed eventuali, la risposta non può che essere un no ancora più motivato. Spieghiamo pure qui.
Derby d'andata. Hysaj commette un chiaro fallo in area su Zaniolo, Guida alza le spallucce, la squadra di Sarri arriva dall'altra parte e realizza il gol del raddoppio. A Irrati, quel giorno davanti al video, non passò neppure per l'anticamera del capoccione, di richiamare Guida davanti al video. Proseguiamo. Partita all'Olimpico contro il Milan. Maresca assegna un calcio di rigore ai rossoneri per un (presunto) fallo di Ibanez su Ibrahimovic (il brasiliano prese il pallone). Var assente. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Nei minuti di recupero, dopo che El Shaarawy aveva dimezzato lo svantaggio, Kjaer interviene sul piede di Pellegrini che lo anticipa sul pallone. Una settimana prima a San Siro, era stato assegnato un rigore alla Juventus per un fallo uguale di Dumfries su Alex Sandro, ma noi «siamo piccoli agli occhi del potere». Perché pure in quell'occasione al Var dovevano essere stati costretti ad andare al bagno per un improvviso attacco di gastroenterite acuta. Più o meno sullo stesso piano la direzione arbitrale nella gara di ritorno contro i rossoneri. Due calci di rigore su Zaniolo e Ibanez, bellamente trascurati dal signor Aureliano davanti al Var. Già, Aureliano. Quello che già sul campo del Venezia, aveva dato il peggio, fischiando un calcio di rigore ai padroni di casa, ignorando totalmente un precedente ed evidentissimo fallo su Ibanez. Nessuna chiamata al Var e buonanotte ai suonatori. Perché «siamo piccolini agli occhi del potere».

Serve altro per capire le parole di Mourinho nel dopo partita di ieri contro il Genoa? Sarà il caso che Calvarese, nuovo consulente arbitrale del club, provi a dare un senso, anche se un senso non ce l'ha. Anzi no, «siamo piccoli agli occhi del potere».

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