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L'iniziativa

Roma Calcio Amputati: «Un sogno divenuto realtà. In campo per rinascere davvero»

Il fondatore e capitano Arturo Mariani: «Orgoglioso di questi colori. Lottiamo per l’inclusività. Il vicepresidente Perrotta è una persona di cuore, ci aiuta tanto»

30 Dicembre 2021 - 16:18

«L'emozione di rinascere davvero». Da pochi giorni è nata la nuova A.s.d. Roma Calcio Amputati e Arturo Mariani (capitano e fondatore della squadra, oltre che già componente della Nazionale amputati) ci ha raccontato il progetto che è un riassunto di passione e inclusività nel segno dei colori giallorossi. Si parla di calcio a 7, o meglio 6+1: tutti i giocatori di movimento devono avere una gamba amputata, mentre il portiere un braccio. Si parla soprattutto della capacità di sognare, oltre un handicap fisico, del potere del calcio di emozionare. È questo il messaggio che vogliono far passare il padre di Arturo e presidente Stefano Mariani, il ds ed ex calciatore Luca Zavatti, il campione del basket in carrozzina Matteo Cavagnini e tutti i membri della neonata società. «Vogliamo far passare il concetto di come sfidando se stessi e le difficoltà si possono ottenere grandi cose e scoprire possibilità. Dico sempre che non è vero che "sono senza una gamba", ma che scendo in campo "con una gamba sola". Quel "con" rappresenta le possibilità di rinascita e di superare i propri limiti». Nell'organigramma, in veste di vicepresidente, c'è anche l'ex giallorosso e campione del Mondo Simone Perrotta: «È un amico - dice Arturo - conoscendolo come persona ho pensato subito a lui e ci ha messo un attimo a dirmi di sì, ci sta aiutando tantissimo e ci alleneremo al suo campo al Gem's all'Infernetto».

Arturo Mariani e il padre (presidente della squadra) Stefano con Simone Perrotta (vicepresidente) e Mariachiara Pastorini (addetta alle Relazioni Istituzionali)

Da romanista, per Arturo indossare il giallorosso è qualcosa di speciale: «Rappresentare la Capitale è qualcosa di indescrivibile. Sogniamo che col tempo riusciremo a legarci alla As Roma, ma secondo me è un qualcosa che avverrà naturalmente. Scendere in campo all'Olimpico o insieme ai giocatori della prima squadra sono desideri che cerchiamo di realizzare in ogni modo. Ora però siamo focalizzati sul presente, per esempio cercando dei fondi che ci possano aiutare a sostenere i costi, farci conoscere e a far crescere il movimento». Un movimento, quello del calcio amputati, che in Italia è ancora di piccole dimensioni: «In Turchia le partite fanno registrare migliaia di spettatori, ci sono Serie A e Serie B con giocatori pagati. Qui il campionato esiste da tre anni e ci sono attualmente quattro squadre, è nata prima la Nazionale dei club. Non ce n'era uno a Roma e non potevamo non rimediare». La Roma Calcio Amputati ha giocato la sua prima partita a Genzano e inizierà il campionato a marzo, ma prima dei risultati sportivi c'è qualcosa di più importante: «Lottiamo per l'inclusività, scendiamo in campo per rinascere davvero».

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