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Italia-Bosnia, senza romanisti

Florenzi su Dzeko: «L’ho sentito prima, per sapere come stava» Ancora Evani in panchina: «Sarebbe un peccato non arrivare primi, a questo punto»

, di LaPresse

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18 Novembre 2020 - 17:14

Non ci sara Dzeko nella Bosnia, e non ci sarà Roberto Mancini nell'Italia, questa sera, ma resta l'ultima partita del girone di Nations League, che vede gli azzurri in testa, con un punto di vantaggio sull'Olanda (che sarà di scena in Polonia). Alle 20.45, a Sarajevo (diretta su Rai1), scenderà in campo un'Italia senza romanisti, a parte Alessandro Florenzi: domenica sera contro la Polonia il terzino ceduto in prestito al Paris Saint-Germain aveva la fascia di capitano, ieri è andato in conferenza stampa. «Per noi c'è solo un risultato. Non sarà una partita semplice, ci hanno messo in difficoltà nell'ultima partita col loro gioco: sarà una battaglia ma siamo molto carichi e vogliosi di fare un grande risultato. Credo che questa sia la Nazionale più divertente in cui ho giocato: come gruppo è simile a quella del 2016, come gioco è diverso, più spettacolare, ma solido come quello del 2016. L'inno italiano lo cantiamo anche per gli italiani che sono a casa e che non se la stanno passando bene con il Covid. Dzeko? L'ho sentito prima della Nazionale, per sentire come stava». Anche senza di lui la Bosnia ha «altri giocatori importanti - ha spiegato Alberigo Evani - non è un calciatore che fa una squadra». L'ex centrocampista del Milan di Sacchi sarà di nuovo in panchina, visto che Roberto Mancini è ancora positivo al Covid. «Sappiamo che la Bosnia è un'ottima squadra, nelle tre partite che abbiamo fatto l'abbiamo battuta due volte, ma ci ha sempre dato grossi problemi. Dovremo limitare questi rischi. Abbiamo fatto tanti sacrifici, ci siamo costruiti la possibilità di arrivare primi nel girone. Sarebbe brutto non arrivare al primo posto, ma dovremo guadagnarcelo. Sappiamo di affrontare una squadra che non ci regalerà nulla. Tutti tengono a fare bella figura, specie quando affrontano una squadra importante come l'Italia: dovremo essere attenti».

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