ASCOLTA LA RADIO RADIO  
La ripresa

Sembra calcio ma non è

La Bundesliga riparte dopo sessantasei giorni. In panca le mascherine, in campo baci e abbracci. Ad Augusta lo striscione: «È un business malato»

17 Maggio 2020 - 07:00

Sessantasei giorni dopo l'ultima partita, la Bundesliga è il primo tra i principali campionati a riaprire i battenti da quando è scoppiata la pandemia di Covid-19. Eppure le sei partite andate in scena ieri in Germania hanno ben poco in comune con il calcio pre-Coronavirus, e non soltanto per la novità delle cinque sostituzioni o per la condizione fisica tutt'altro che esaltante della maggior parte dei giocatori in campo. Il silenzio surreale degli impianti vuoti - gli stessi impianti che, in tempi di normalità, facevano quasi sempre registrare il tutto esaurito - e le urla di calciatori e tecnici al Signal Iduna Park di Dortmund o alla Commerzbank-Arena di Francoforte regalano sensazioni degne di un episodio di "Ai confini della realtà".

Nessun tifoso sugli spalti, soltanto addetti ai lavori (per un totale di circa 200 persone tra campo, bordocampo e tribune). Eppure alla WWK Arena di Augusta spicca, in curva, uno striscione che la dice lunga: «Il calcio vivrà: il vostro business è malato». Del resto, le tifoserie organizzate, in Germania come nel resto del mondo, stanno manifestando ormai da tempo la loro contrarietà al ritorno in campo. In Germania, dove il Coronavirus ha avuto effetti meno devastanti rispetto all'Italia o ad altri Paesi, il "no" degli appassionati non è servito e, a due mesi e cinque giorni da quel Borussia Moenchengladbach-Colonia dell'11 marzo, i palloni (coscienziosamente sanificati da inservienti in mascherina) sono tornati a rotolare. Lo stesso tecnico del Borussia Dortmund, Lucien Favre, nonostante il 4-0 rifilato ai rivali dello Schalke 04, non è riuscito a nascondere un po' di malinconia nel post-gara: «È strano giocare a porte chiuse, il nostro pubblico ci è mancato molto. È stato completamente diverso dal solito: così il calcio non è la stessa cosa».

Obtorto protocollo

La regola delle esultanze senza abbracci né contatti, di fatto, è stata rispettata solo al primo gol "post-Coronavirus", quello di Erling Haaland: con i compagni a un paio di metri, il centravanti del Borussia Dortmund ha festeggiato inscenando un balletto. Poi Manule Gulde, dell'Hertha, ha ricevuto i complimenti dei compagni con il gomito. Ma ben presto si sono visti anche abbracci, e persino un bacio: Boyata, sempre dell'Hertha Berlino, lo ha dato al compagno Grujic per festeggiare una delle tre reti con cui la squadra della capitale ha espugnato il campo dell'Hoffenheim. Quello che lascia perplessi è il contrasto tra il dentro e il fuori del campo: in panchina i calciatori siedono ben distanziati, con tanto di mascherine (mentre gli allenatori hanno preferito toglierle per dare indicazioni); nel rettangolo verde, mischie sui calci d'angolo e barriere folte sui calci di punizione. A bordocampo, nel post-partita, i tecnici rilasciano le interviste grazie a microfoni dotati di aste lunghissime. In tv si realizzano finte coreografie atte a colorare le altrimenti grigie gradinate. Gli altoparlanti, dopo ogni gol, rompono il silenzio senza essere minimamente coperti dalle tradizionali grida dei tifosi. Ci sono duecento Paesi collegati, per un totale di spettatori stimabile attorno al miliardo, e su Twitter l'hashtag #Bundesliga è per tutto il giorno tra i trending topics in qualsiasi parte del mondo. Eppure si ha come l'impressione di assistere a delle amichevoli, più che a match decisivi per le sorti della stagione. E questo non perché si giochi a maggio inoltrato, ma perché l'eco di ogni singola parola risuona negli stadi senza i consueti "ooh!" di meraviglia, senza i canti né i tamburi che spesso scandiscono i novanta minuti, in Bundesliga e non solo. Insomma, se in campo la differenza si è fatta notare soltanto per le gambe leggermente imballate e qualche papera di troppo dei portieri, tutto ciò che fa da cornice a questo gioco è totalmente stravolto. Con buona pace dei più romantici che, almeno per un po', dovranno abituarsi alle novità.

Le partite

A riaprire le danze ha pensato Haaland (decimo gol in Bundesliga da gennaio), che come detto ha guidato il Borussia Dortmund nel 4-0 rifilato allo Schalke 04 nel derby della Ruhr: di Hazard e Guerreiro (doppietta) le altre reti. Il Red Bull Lipsia non è riuscito ad andare oltre l'1-1 in casa contro il Friburgo, con Schick subentrato nel finale e capace di divorarsi un'ottima occasione; il Wolfsburg ha vinto 2-1 in trasferta contro l'Augsburg grazie al gol al 91' di Ginczek; l'Hertha Berlino è passato 3-0 in casa dell'Hoffenheim, mentre la sfida tra Fortuna Dusseldorf e Paderborn è terminata senza gol. Nel match delle 18.30, il Borussia Moenchengladbach ha vinto 3-1 sul campo dell'Eintracht Francoforte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tags: