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A Belfast, ore 20,45, ultimo appello

Italia, Mancini: "Vincere deve essere il nostro unico pensiero"

Il ct: "Senza ansia, giochiamo palla a terra e andiamo in Qatar". Dentro Tonali e Berardi, davanti Insigne preferito a Raspadori. Confermato anche Acerbi

15 Novembre 2021 - 11:00

Tutto in una notte, ma poi ce ne saranno altre due se proprio dovesse andar male stasera. Si decide a Belfast (calcio d'inizio alle 20,45 italiane, le 19,45 locali) contro l'Irlanda del Nord il destino mondiale dell'Italia campione d'Europa di Mancini, capolista del gruppo C a pari merito con la Svizzera, due volte affrontate e due volte non battuta (con i pareggi viziati entrambe le volte dai rigori sbagliati da Jorginho: a proposito, se ricapitasse stasera probabilmente calcerà Bonucci). La qualificata al Mondiale del Qatar tra un anno si deciderà dunque all'ultimo giro, tra la sfida di Belfast e quella di Lucerna tra Svizzera e Bulgaria: l'Italia ha il vantaggio nella differenza reti di due gol, ma se il vantaggio si dovesse annullare (ad esempio Svizzera che vince 3-0 e l'Italia solo 1-0) allora passerebbero primi loro per via del gol segnato da Widmer l'altra sera all'Olimpico (seconda discriminante). Insomma, per stare tranquilli gli Azzurri dovrebbero vincere al Windsor Park cercando anche di segnare qualche gol: impresa non facile considerando che gli irlandesi in casa sono imbattuti e non hanno ancora subito reti.
A chi dovesse andar male resterebbero le forche caudine dello spareggio a quattro di marzo: semifinale e finale con gare di sola andata nel pieno della stagione agonistica tra campionato e coppe europee, una sorta di roulette russa a cui Mancini si sottrarrebbe volentieri: «Ovviamente speriamo di chiuderla qui a Belfast - ha detto ieri il ct in conferenza stampa - ma nel caso andremo all'esame di riparazione». Mancini ripassa la storia: nello stesso stadio l'Italia di Foni fu sconfitta dai nordirlandesi nel 1958 e disse addio al Mondiale poi vinto dal Brasile: «Conosco la storia, ma non voglio pensarci». Sarebbe clamoroso, insomma, ripetere quest'anno il fallimento di Ventura nel 2017, risultato disgraziato che costò il posto al ct e la rivoluzione in Federcalcio. Sarebbe un paradosso dopo il trionfo di Wembley di luglio. Per esorcizzare la paura Mancini ostenta sorrisi: «Io non ho cattivi pensieri, l'unico nostro pensiero deve essere vincere, qui non è facile, lo sappiamo, ci vorrà velocità e palla a terra, cose che noi sappiamo fare. Loro difendono in tanti e lo fanno molto bene, ma io penso positivo. Non dimentico tutto quello che ha fatto questa squadra negli ultimi tre anni, qualcosa di impensabile. Poi in un percorso ci sono momenti più difficili, cosa che a dir la verità non ci era ancora mai capitata. La pressione? La Nazionale italiana ha sempre pressione in ogni partita, è normale, ma dobbiamo restare concentrati. La formazione: non so ancora, ma Berardi è entrato bene, ci sta che giochi». Con lui toccherà a Tonali, mentre Insigne sarà il falso nove per un attacco rapido palla a terra. Niente da fare invece per i romanisti: Cristante sarà come quasi sempre il primo cambio, mentre Acerbi dovrebbe essere ancora preferito a Mancini. Strano ma è così.

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