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Figc, Gravina: "Mercato fino al 31 gennaio? Giovedì la decisione della Serie A"

Il presidente della Federcalcio: "Siamo stati i primi ad applicare la Var e non torneremo indietro. L’AIA si sta impegnando, non si parli di malafede"

La Redazione
18 Dicembre 2018 - 16:45

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha parlato in conferenza stampa a margine del Consiglio Federale tenutosi oggi. Ecco le sue dichiarazioni.

"È stato assunto da parte mia un impegno di licenziale le norme circa le licenze nazionali. Promessa mantenuta. Abbiamo rivisto tutto il titolo sesto delle Noif. Un titolo semplificato. La Covisoc ha fatto un grande lavoro nel rielaborare le procedure e alcuni indicatori. Un aspetto importante è legato ai tempi. Oggi conosciamo le norme per iscriversi al campionato 19-20: è un passo avanti notevole. Entro il 24 giugno ci sarà la scadenza per la presentazione delle maglie con tutti i documenti allegati. Il 12 luglio, invece, il consiglio federale per la definizione dell'organico che parteciperà al campionato. Credo che il Consiglio Federale oggi abbia centrato un obiettivo importante, abbiamo affrontato anche il tema delle infrastrutture. Le licenze Uefa, invece, per la prima volta riguarderanno anche il calcio femminile. Anche sotto questo profilo inizia ad avere risalto sotto il profilo internazionale".

Riguardo alla proroga del mercato fino al 31 gennaio
"Io ho cercato di raccogliere dei pareri su questa vicenda. Abbiamo il mandato di attendere la posizione della Lega di A dopo l'assemblea di giovedì. Se ci sarà l'ok da parte del massimo campionato italiano arriverà la proroga fino al 31 gennaio"

Sul Var
"C'è stato un confronto con Marcello Nicchi e credo che le dichiarazioni di certi dirigenti vadano moderate. Gli errori si sono ridotti di molto. Ci sono degli aspetti positivi, ma anche alcuni errori. Stiamo cercando di crescere e migliorare. La Var rimane e funziona. Sta riscuotendo successo anche all'estero. Noi che siamo stati i primi a volerlo introdurre non possiamo certo poi tornare indietro. L'AIA si sta impegnando e i primi a riconoscere gli errori sono gli stessi arbitri. Non si può parlare di malafede e per noi è una precondizione essenziale".

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