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Di Francesco: "Voglio lo stesso spirito della Roma del 2001"

Il tecnico al The Guardian: "Quest'anno siamo cresciuti molto: il nuovo modulo ci dà più forza. Il fatto che i miei giocatori conoscano Salah può essere un vantaggio"

La Redazione
22 Aprile 2018 - 16:38

"In questa stagione siamo cresciuti molto. Negli ultimi anni la Roma non è riuscita a competere in Champions League fino alle ultime fasi della competizione". Così Eusebio Di Francesco nel corso di una lunga intervista al portale del The Guardian: "In campionato invece siamo ancora in lotta per la qualificazione in Europa, cosa che invece il Liverpool ha già raggiunto".

Sull'allenamento: "Quello che facciamo è un lavoro, ma deve anche essere un divertimento. Venire al centro sportivo deve essere una gioia, questo è quello che dico sempre ai ragazzi. Il primo pensiero è prepararsi, divertirci insieme, ma lavorando sodo. Devono divertirsi. Prima di tutto questo è un gioco".

Sulle differenze tra la squadra che vinse lo Scudetto del 2001 e quella attuale: "Sono tempi completamente diversi. Ora c'è una maggiore professionalità, come dovrebbe essere, ma a quei tempi c'era più spirito di famiglia. Questo è stato un po' perso adesso a causa dei social media, della tecnologia, e dei nuovi metodi di lavoro. Vogliamo unire però questi nuovi modi di allenarsi allo spirito del 2001".

Sul nuovo modulo: "Il calcio è dinamico: anche quando parli di una difesa a quattro, finisci spesso per difendere a tre, o anche due, a seconda della situazione di gioco. La mia decisione di cambiare sistema era legata al fatto che con alcune squadre e con le caratteristiche di alcuni giocatori, una difesa a tre può darti un po' di fisicità in più. Ottieni un po' di forza in più, che serve specialmente in Europa".

I giallorossi, in semifinale, dovranno vedersela con l'ex Salah: "I ragazzi mi hanno detto che è una grande persona, una grande professionista e uno che lavora duro. Non che mi serva che me lo dicano loro. Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti. Non dimentichiamoci che ho preparato diverse partite contro di lui quando era in Italia. Ma il fatto che molti lo conoscono può essere un vantaggio".

Su Dzeko: "Ha alternato buone prestazioni ad altre meno buone. Perché il City lo ha venduto? Mi sembra che Guardiola prediliga un attaccante con altre caratteristiche. Uno piccolo, più mobile e più veloce. Edin è una calciatore fantastico, ma con caratteristiche tecniche e fisiche diverse da quelle che Guardiola cerca".

Chiusura dedicata a De Rossi e Florenzi: "Sono contento di avere due romani come loro in squadra. Ma tutti i calciatori devono avere un senso di appartenenza verso il posto dove giocano. Non solo loro due. Quando ero a Sassuolo, il Sassuolo era la squadra più bella del mondo, erano i neroverdi. Adesso sono un giallorosso. Non è una questione di ipocrisia, ma tutti dobbiamo avere un senso di appartenenza nel nostro lavoro. Tutti devono provare passione e amore per la propria squadra".

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