ASCOLTA LA RADIO RADIO  

Di Francesco: "La partita col Chelsea a Londra è stata la gara della svolta"

"Quella partita ha dato maggiore consapevolezza alla squadra, ha dato forza alle mie idee. Abbiamo avuto una ricaduta, ne abbiamo fatto tesoro, mi auguro non succeda più"

La Redazione
02 Aprile 2018 - 13:08

Eusebio Di Francesco torna a parlare, stavolta di tattica. e lo ha fatto nello speciale di ‘Extra Time', su Roma TV. 

Agli allenatori piace parlare di tattica e di campo
Sicuramente, fa parte del nostro lavoro. Anche per spiegare meglio le dinamiche di una gara e le scelte tattiche fatte.

Chelsea-Roma la miglior partita dal punto di vista dell'interpretazione totale, anche se poi è arrivato solo il pareggio. È stata una prestazione che ci ha fatto sognare.
Pienamente d'accordo, credo sia stata la partita che ha fatto cambiare la mentalità e la testa alla squadra. Spesso quando proponi qualcosa di nuovo, quando devi andare dall'altra parte, si aprono tanti spazi dietro. Quella partita ha dato maggiore consapevolezza alla squadra, ha dato forza a quello che proponevo. Sicuramente avere avuto la possibilità di lavorare con dei giocatori nel ritiro di Pinzolo sarebbe stato ottimale per poter dare anche un'infarinatura generale. Ma col tempo ci siamo conosciuti e siamo migliorati. Abbiamo avuto una ricaduta, ma ne abbiamo fatto tesoro, e mi auguro non succeda più.

A Londra la Roma è andata subito a pressare alto, loro vanno immediatamente in difficoltà
Sì. Ovviamente se scegli i tempi giusti, cercando di indirizzare alcune pressioni, dando molta densità centrale, la difficoltà è tanta. Riuscire a venir fuori da un'aggressione, a volte anche con una palla sporca, ti può creare parità numerica dietro, e quando tu vai di là, la forza che devi avere è cercare di isolare la fascia che scegli, in questo caso la destra. E allo stesso tempo devi creare uno contro uno, giocando uomo contro uomo. Questa è la dimostrazione della mentalità e dell'approccio che abbiamo avuto alla gara, facendo capire che lì abbiamo il nostro terzino sinistro, Kolarov, quasi in linea col nostro attaccante, cercando di dare grande aggressività in quella zona di palla. Ovviamente cercando di tenere più stretto il terzino opposto.

Questa è una cosa che si può riproporre sempre, questo tipo di aggressività alta
Sì, dipende anche dalla giornata tua e degli avversari. È importante stare bene fisicamente, prepararla nel modo giusto e dare delle sicurezze ai giocatori. Ovviamente non la prepari solo alla lavagna, in allenamento la parte dinamica diventa fondamentale perché ti fa capire dove puoi limare il margine di errore.

Nelle heat map, si vede che con il Chelsea la Roma è sempre stata alta, questo è un po' il suo marchio di fabbrica
Sì, anche se non sempre ci si riesce. Col Napoli la squadra lo ha dimostrato a tratti, la squadra non è riuscita a stare sempre alta anche per la qualità del gioco del Napoli, ma anche perché la partita si era messa in un certo modo a nostro vantaggio. Secondo me la differenza, al di là di essere aggressivi, è la capacità di rimanere corti in tutte le situazioni di gioco e non vedere una squadra passiva. Quello che mi piace della mia squadra,  è che non siamo mai passivi nell'accettare il palleggio degli avversari. Questo atteggiamento toglie forza e sicurezza agli avversari.

Andare sempre in pressione richiede molta intensità
Prima di tutto è mentale, poi viene l'aspetto fisico. Una predisposizione che alleni durante la settimana e la domenica, col risultato e prestazione, ti convinci. C'è stato un periodo in cui noi abbiamo fatto un tempo bene e poi male, a intermittenza. Lì abbiamo letto le situazioni male. Noi dobbiamo essere bravi a capire il momento in cui magari perdiamo un po' di freschezza. Magari ci possiamo abbassare un po', ma dobbiamo rimanere sempre corti, lì è la differenza. È una cosa che dobbiamo imparare a modulare insieme ai miei ragazzi. È successo a Kharkiv dove nel primo tempo siamo stati bravissimi, abbiamo recuperato tanti palloni nella metà campo avversario, mentre nel secondo tempo eravamo un'altra squadra. La lettura del secondo tempo doveva essere diversa.

Sulla pressione
Sai cosa fa impaurire maggiormente il calciatore? Se vai a fare 5 pressioni e magari alla prima non riesci a farla bene perché loro sono stati bravi, e ci sta, viene un po' di timore e di paura. È l'errore più grande che possiamo fare. La forza sta nell'andare a rifarlo subito dopo, perché alla lunga dà grandi vantaggi. Ovvio alla terza pressione sbagliata dico ‘Oddio, c'è qualcosa che non va'. O il time out, che nel calcio non c'è, oppure bisogna andare a rivedere alcune cose. Spesso capita, come è successo con lo Shakhtar all'andata, Under, che forse non era nella sua migliore giornata, ha sbagliato qualche pressione in uscita, e loro sono una squadra che sviluppa la sua manovra a sinistra. Se sbagli le pressioni e scegli di andare con una mezzala e non con l'esterno, ti cambia tantissimo. Mandare una mezzala troppo aperta ti toglie densità in mezzo al campo, mandare un esterno che è aperto sul centrale ti dà grandissimo vantaggio. Magari libero il terzino, però dai grandissima densità dentro e magari riesci a recuperare prima palla e sei più pericoloso quando la riconquisti.

Le heat map col Napoli: Roma più bassa ma con pressing nei momenti giusti
Venivamo anche da un momento particolare, dove avevamo bisogno di risultati. L'idea e il pensiero era sempre quello di andarli a prendere, sapendo che quando non riusciva, l'importante era rimanere corti e compatti. Loro sono bravi a giocare tra le linee, e se gli dai la possibilità di imbucare ti mettono sempre in difficoltà perché hanno qualità enormi. È normale, qualche imbucata te la fanno. Se dovessimo fare tutte le partite alla lavagna, finirebbero sempre 0 a 0. C'è la qualità e ci sono le scelte dei calciatori che fanno la differenza.

Lì la Roma ha fatto vedere di avere la capacità di sapersi adattare, è stata una gara intelligente
È successo anche contro lo Shakhtar, siamo rimasti corti e non abbiamo concesso niente all'avversario. Ci sono delle partite in cui le squadra palleggiano bassi perché vanno in verticale e noi dobbiamo essere bravi ad andarli a prendere, a leggere i momenti. Secondo me riconquistare palla alta e le transizioni diventano determinanti per far male all'avversario. Se torniamo indietro e analizziamo il periodo ottimale della prima parte di stagione, abbiamo fatto tanti gol recuperando palla agli avversari. Questo per far capire che i ragazzi hanno trovato vantaggio e acquisito sicurezza.

Il periodo di calo le ha fatto cambiare idea sulla mentalità o si sta continuando in quella direzione?
Quando possibile mantengo la mia mentalità, il pensiero è sempre quello di far morire il prima possibile il gioco degli avversari, di inibire la fonte di gioco iniziale. È proprio un aspetto mentale in cui devi dimostrare di andare lì e poter dominare la partita. Questo è il segnale. Poi magari affronti il Barcellona che ti porta a fare il contrario, ma la forza è di farlo fare il meno possibile.

Lì subentra l'intelligenza della squadra
Ogni squadra che vai ad affrontare è diversa, mentre la tua mentalità è la stessa. Quando incontri squadre che hanno poco palleggio, che la lanciano lunga o che sviluppano poca manovra, ti permettono di dominare la gara col palleggio. Magari è quello che vogliono loro, ma io voglio che la mia squadra lo faccia. Non tutte le squadre ti permettono questo. Ogni gara può avere una storia a sé e il nostro atteggiamento deve cambiare in base all'avversario che affrontiamo. Però non dobbiamo partire col pensiero di aspettare, ci può stare, però il pensiero è quello. È fondamentale la capacità di rimanere corti nelle due fasi, cosa che a noi è mancata nel periodo in cui non abbiamo fatto bene. Non eravamo belli, compatti, omogenei, squadra come piace a me. Pagavamo in maniera impressionati i minuti fatti male.

Adani ha spiegato il suo gioco
Adani ha toccato quello che penso io, non mi piacciono gli attaccanti che attaccano le bandierine. La preoccupazione di tutti era che Fazio non poteva giocare nella difesa a 4. E' il giocatore più bravo a lavorare nell'anticipo nella metà campo avversaria.

Il derby e le aggressioni della Roma
Radu era basso e per questo non abbiamo accorciato subito. L'errore non è di Radu ma siamo stati bravi noi. Chi doveva accorciare era de Vrij.

Qui c'è il succo della riconquista della palla alta…
Può succedere anche a te. Fazio ha perso una palla a Crotone e Trotta era in parte. Può accadere anche per colpa dell'allenatore. Magari ti rimane sotto il pallone, succede anche questo. Bisogna vedere sempre dove uno vuole arrivare.

Nainggolan?
Ho voluto scegliere il ruolo quasi da mezzala col Torino perché la squadra non riusciva a fare al meglio il 4-3-3. Per avere maggiore aggressività e per mettere un giocatori vicino a Schick ho messo Radja là. Il 4-2-3-1 l'avevo attuato per cambiare anche qualcosa nella testa dei ragazzi, era legato all'aspetto fisico. Poi ho rimesso il 4-3-3 e abbiamo fatto risultati importanti lo stesso. Un Radja o quelli che metti in campo ti fanno capire che puoi giocare in qualsiasi modo. La differenza rispetto all'anno scorso la fa la capacità realizzativa. In tante occasioni ha preso dei pali, l'anno scorso il gol gli arrivava con più facilità. Ma gli chiedo questo atteggiamento, da esterno può cercare anche il cross. Se voglio affrontare una squadra in cui mi serve un 'piede di parte', gli chiedo di giocare a destra. E' disponibile a giocare dove gli chiedo. A Torino ha voluto fare quasi la mezzala ed è cambiata la squadra. Sono annate, magari si fanno tanti gol, ma Radja negli anni precedenti non aveva fatto tanti gol.

Alisson come libero aggiunto
Nella squadra corta il portiere è fondamentale, è inutile che lavori attaccato sotto la traversa, sono in pochi a tirare da 80 metri. Per essere aggressivi il portiere è determinante. Sul gioco con i piedi è migliorato tanto e lo faccio partecipare anche agli allenamenti di reparto. La sua grande qualità è quella di semplificare le cose difficili. E' un grande portiere

Fa effetto essere tra i primi otto allenatori d'Europa
Fa piacere, ma non per me. Per la Roma, per l'ambiente, per i ragazzi. Dobbiamo guardare sempre e solo a noi stessi, senza avere paura di nessuno. Sono molto amico di Montella, ma se devo scegliere un allenatore scelgo Pep Guardiola, per ciò che ha creato, per come si pone. Il City è cambiato molto dallo scorso anno, all'inizio hanno fatto fatica a interpretare il suo pensiero e nel calcio fare le cose a metà non funziona mai. 

Guardiola disse: "Il nostro centravanti è lo spazio"
Lui non vuole mai dare punti di riferimento. Ora gioca con Aguero, che non dà punti di riferimento. Lo spazio nel calcio è fondamentale, così come il tempo. Lui è bravissimo ad allenare i giocatori a questi concetti.

Un altro giocatore che ha interpretato bene l'aggressione alta era Aquilani, che ha avuto al Sassuolo.
Un giocatore veloce di testa, con lui ricercavo sempre la palla in verticale per muovere gli avversario. Al Sassuolo ci diede una grande mano, avevamo fatto l'Europa League e non avevamo giocatori abituati a 3 partite di fila.

Questa situazione di gioco?
Questa palla col Crotone aveva poco senso, loro scappavano molto in anticipo, tendevano a salire senza palla. Ci sono giocate simili anche a Kharkiv, dove Dzeko è andato di poco in fuorigioco. E' una giocata che va fatta dal centrocampista centrale, che ha più spazio per vedere.

Due ragazzi che attraversano momenti diversi, Schick e Under. Con la Samp lo mise a destra e fece bene
Deve solo continuare a lavorare, le opportunità sono dietro l'angolo. Ha sempre dimostrato che quando scende in campo con la testa giusta può giocare ovunque. Preferisce smarcarsi sul centro-destra, gli volevo far fare un po' l'esterno ma non l'ala. Non sempre è stato facile, ma non per colpa sua. Si è allenato col contagocce ed è stato a lungo infortunato, ma sul suo talento non dobbiamo neanche parlarne.

Potremo rivederlo largo a destra?
Nel 4-3-3 non c'è una zona definita, ci può rigiocare benissimo, anche per le sue carattetistiche. Dzeko ha più caratteristiche da centravanti, gli riesce poco l'attacco della profondità, tende a fare il giro largo. Deve essere più bravo ad attaccare la porta.

E Ünder?
Il suo primo gol nasce dalla sua continuità nell'allenarsi e dalla posizione che va a prendere, riceve tra le linee e si accentra: così ammazza gli avversari. Io non voglio esterni che attacchino la bandierina, ma la porta. Ha una capacità di prepararsi al tiro impressionante. E anche la velocità di esecuzione. Come lo era Montella, che aveva grandi doti tecniche e fisiche, sopratutto quella che non ti faceva accorgere di quello che faceva. Tu lo guardavi e lui aveva già calciato. 

Spalletti, Inzaghi, Gattuso: una qualità dei rivali nella corsa Champions
Conosco Luciano meglio di tutti. Mi temeva? Ha grandi qualità, è sempre stato un grande estimatore di Zeman per gli schemi offensivi, non so se l'ha mai detto: è molto bravo con gli attaccanti. Inzaghi è cresciuto soprattutto per la gestione del gruppo, non me l'aspettavo per l'età e per la poca esperienza. Sembra un allenatore molto maturo rispetto all'età che ha. Gattuso ha abbinato il suo grande cuore e il senso di appartenenza, la squadra lo rispecchia. E a livello tattico il Milan ha concetti giusti, è stato una vera sorpresa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA