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Pagelle Chievo-Roma, il dominatore: Kolarov senza fine

Aleksandar spaventa gli avversari e imposta il gioco dal 1’ al 90’ minuto, Nainggolan bene nel secondo tempo

11 Dicembre 2017 - 08:30

Non bastano 26 tiri, 13 corner, quasi il 67% di possesso palla e il numero doppio di giocate per vincere a Verona e imporsi in una giornata che alla fine non ha fatto vincitori né vinti. Grandi i rimpianti giallorossi. Così distribuiti.

ALISSON 6
Impegnato pochissimo perché nella maggior parte delle conclusioni i veronesi non centrano lo specchio della porta. È perfetto con i piedi.

PERES 6
Grave l'errore al 12' su una punizione di Birsa che non sarebbe mai arrivata a Inglese senza il suo sghembo intervento, poi acquisisce maggior sicurezza e vista la partita offensiva riesce anche a farsi apprezzare per la conduzione delicata del pallone e per un paio di cross.

FAZIO 6
Non la partita migliore per mettere in evidenza le sue qualità, a volte deve chiudere spifferi che lascerebbero spazio a tornadi dietro le spalle dell'altissima linea difensiva. Cerca gloria sui piazzati, ma spizza alto al 22'. Nella ripresa si fa rubare un pallone pericoloso da Inglese.

JUAN JESUS 5,5
Un paio di interventi decisivi li piazza, ma stavolta sono maggiori le incertezze nelle rifiniture e nello scaglionamento difensivo a cui nel conto va aggiunto un clamoroso errore su calcio d'angolo: solo, "aggiusta" il pallone per consentire la presa a Sorrentino.

NAINGGOLAN 6,5
Ci mette un po' a carburare, nel primo tempo è uno dei meno ispirati. Poi sale in cattedra dettando i tempi del forcing e nel secondo diventa un protagonista. Confeziona l'assist che Dzeko spreca e cerca gloria anche personale, senza precisione.

GONALONS 6
Un primo tempo pieno d'incertezze (tipo la respinta di petto sui piedi di Birsa al 13'), una ripresa con una gemma (ruba il pallone sulla trequarti, si fionda in area, chiede il triangolo e tira pure bene, ma Sorrentino dice no). Poi perde un altro pallone dei suoi, ma punteggia la presenza con spunti illuminati.

STROOTMAN 6
Dispensa quantità e qualità, prende una stupida ammonizione per proteste, distribuisce assist, poi lascia spazio nell'assalto finale a Ünder.

GERSON 5,5
Sulla sua valutazione pesa come un macigno l'errore al 24'del primo tempo: se avesse segnato sarebbe stata tutta un'altra partita. Poi non gioca male, ma poteva essere decisivo come a Firenze e non lo è stato. Esce al 19' del secondo tempo per Dzeko.

SCHICK 6
Impressiona la sua presenza scenica e la sua tendenza al tocco di fino, tipo quel tacco istintivo sulla conclusione di Kolarov che sorprende ma non inganna Sorrentino. Resta in campo 90' rifinendo palloni preziosi (il triangolo con Gonalons), poi si sposta a destra e si sacrifica anche in copertura. Finisce senza affanni, buon segno.

EL SHAARAWY 6
Resta un po' nell'ombra, quasi a sorpresa visto l'altissimo rendimento recente. Si limita a qualche rifinitura, senza mai trovare spazio per la gloria personale e si fa apprezzare anche in difesa come quando al 2 3' della ripresa va a disturbare Cacciatore in una pericolosa sortita offensiva.

DZEKO 5,5
Fa paura agli avversari anche giocando solo 30', ma poi arriva con un attimo di ritardo (21' st) e con uno di anticipo (33' st) sui palloni della possibile vittoria.

PEROTTI 6
Non è al meglio e nei 22 minuti in campo presidia la sua zona senza illuminazioni.

ÜNDER S.V.
14 impalpabili minuti per l'assalto finale.

IL MIGLIORE - KOLAROV 7
Ha una personalità tale che spaventa gli avversari prima di puntarli e li ferma prima di affrontarli. Continua a spostarsi i palloni di tacco per sterzare rapidamente la direzione della corsa e nessuno riesce a bloccarlo, se non fallosamente. Lui rimprovera i compagni e fulmina i raccatapalle più lenti, poi crossa a ripetizione e appena può cerca anche la soluzione personale, per ben sei volte, senza la fortuna che avrebbe reso indimenticabile una prova solo maiuscola. Con 110 palloni giocati è ancora una volta il vero regista della squadra. Dopo di lui il vero playmaker, Gonalons, ma staccatissimo: 81. Entra in quasi tutte le occasioni giallorosse, dal tiro da cui nascono il tacco di Schick e l'incredibile errore di Gerson, al corner per Juan Jesus, al pallone su cui Dzeko non arriva. Insostituibile.

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