Questo stendardo l'hanno fatto i cugini Francesco e Gioacchino Lalli. Due romanisti. Abitavano a Centocelle, quel giorno presero il tram fino a Porta Maggiore, da lì l'autobus fino a piazzale Flaminio e a piedi fino allo stadio. Quel giorno – il 14 giugno 1942 – era il giorno dello Scudetto della Roma. Quando lo srotolarono in tribuna lo stadio applaudì: quello stendardo esprimeva per conto di una generazione un'emozione troppo grande da dire a parole. Per loro era letteralmente così: erano sordomuti. Erano romanisti. All'epoca non c'erano social, telefonini, tv a pagamento, non stavamo nel villaggio globalissimo, stavamo con le lettere da spedire, le cose le facevi per fare le cose, per te e per la Roma. Oggi 76 anni dopo nel regno della "condivisione", dei "follow", del "like", de "periscope" e simili, di "eyes wide shut", gps, google maps, di telecamere h24 fori e dentro casa, hanno vinto ancora i cugini Lalli, che erano sordomuti ma che stanno a strilla' "VIVA LA ROMA" da più di settant'anni perché la Roma la sentivano dentro. Oggi so' quasi rimasti soli.
14 giugno 1942: i fratelli Lalli e il rumore del silenzio
La storia dei cugini Lalli e dello stendardo "Viva la Roma Campione d'Italia"
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