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L'intervista

Veloccia: "Lo Stadio Della Roma pronto per il 2027 è possibile"

L'Assessore all'Urbanistica: "La società ha proposto un progetto più semplice e meno invasivo rispetto a quello della zona di Tor di Valle"

Un progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata

Un progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata

La Redazione
17 Ottobre 2022 - 16:27

L'Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale Maurizio Veloccia è intervenuto ai mircofoni di New Sound Level rilasciando una lunga intervista sul nuovo Stadio della Roma che dovrebbe sorgere a Pietralata. Di seguito le sue parole.

Quanto è importante la consegna dello studio di fattibilità?
“Il passaggio è importante perché è il primo passaggio nel quale si passa dalle parole a dei documenti consegnati dalla Roma e che adesso devono essere analizzati da tutti i soggetti deputati ad esprimere un parere: il comune di Roma, la regione Lazio, la soprintendenza capitolina, da quella statale e altri, quindi abbiamo una serie di soggetti che dovranno esprimere un parere. È un passaggio fondamentale perché le amministrazioni saranno chiamate in primo luogo ad analizzare la documentazione, a verificare se è completa. Nel caso in cui tutto dovesse andare liscio e la conferenza dei servizi preliminare confermasse che tutto va bene e cioè che gli uffici dicono all’amministrazione che la proposta ha le caratteristiche per poter essere avanzata a quel punto sarà la politica a doversi esprimere con l’assemblea capitolina che dovrà indicare se il progetto ha o meno un interesse pubblico. Se ci sarà questo interesse a quel punto la Roma potrà presentare il progetto vero e proprio che sarà una progettazione definitiva e ci sarà una conferenza dei servizi che sarà decisoria per esprimere un parere positivo o negativo sull’effettiva fattibilità”.

Quali sono gli step del vostro ufficio?
“L’Ufficio ha inviato a tutti gli enti la documentazione, poi è previsto che ci possa essere una riunione con la Roma affinché si possa presentare il progetto. La prima cosa fatta dal nostro ufficio è stata quella di definire un gruppo di lavoro interno a Roma Capitale per poter analizzare lo studio di fattibilità, inviare a tutti gli enti esterni i vari documenti e poi programmare un incontro con la società sportiva per poter intorno ad un tavolo con tutti gli enti interessati illustrare il progetto e direi anche rispondere ad eventuali questioni di eventuale interesse delle singole amministrazioni per esprimere un parere. Credo che ci sarà all’inizio di novembre dopo aver dato un tempo congruo alle amministrazioni per studiare le carte e chiedere e chiedere eventuali integrazioni documentali, ha 15 giorni di tempo per farlo”.

La cittadinanza e il comune hanno accolto con maggior favore questo progetto rispetto a quello di Tor Di Valle?
"Io non farei confronti, penso che il Comune di Roma se riuscirà a realizzare anche in tempi celeri questo stadio non potrà che essere contento. Quando la Roma ci ha segnalato la volontà di voler riprendere un ragionamento sullo stadio, abbiamo detto di essere pronti e poi abbiamo fatto una ventina forse una trentina di riunioni con i nostri tecnici per mettere le basi per poter fare un progetto che avesse le gambe. È evidente che abbiamo mantenuto un profilo basso perché eravamo scottati da ciò che è successo con Tor Di Valle, non volevamo dare troppe illusioni. Volevamo aspettare di avere le carte per capire se quella progettualità potesse andare in porto. È comunque una maratona e ci sono tantissime prove da superare, così come tantissimi gli imprevisti da affrontare: nella città di Roma quando s’inizia a scavare non si sa mai quello che si trova sotto. È evidente quindi che ci sono tante possibili problematiche e tanti interessi da contemperare: la viabilità, gli ospedali…però io penso che rispetto al progetto di Tor Di Valle noi abbiamo l'esperienza di come gestire un progetto molto complesso di un totale cambiamento e trasformazione di un pezzo di città perché c’era lo Stadio di Tor Di Valle con tantissime altre cose tra le quali moltissime opere pubbliche. Era una trasformazione di un interno quadrante della città con i suoi pregi e i suoi limiti".

Quali sono le differenze col progetto di Pietralata?
"Oggi parliamo di un progetto completamente diverso, che sta dentro la città, limitato ad uno stadio e poco altro che non richiede enormi opere compensative, perché bene o male anche dal ponte di vista trasportistico le condizioni già ci sono però è un progetto che può cambiare la città perché si inserisce in una strategia che abbiamo, cioè lì non ci sarà uno stadio nel nulla ma sarà vicino alla stazione Tiburtina con un nuovo piano urbanistico di sviluppo della stazione e sarà vicino ad un enorme campus universitario che sta per nascere a Pietralata dopo venti anni di stasi, con l'università de La Sapienza e il Rome TecnoPole. Un intervento che vede una cerniera tra piazza Bologna e una nuova periferia che si trasforma in città, come quella di Pietralata, con un intervento prettamente sportivo e non edificatorio. La città ha accolto l’idea di fare qualcosa di più semplice e meno invasivo rispetto a Tor Di Valle, ora aspetta di vedere se ‘andrà in buca’".

É possibile auspicare una inaugurazione per il centenario della ROma nella stagione 2027/28?
Ci sono perlomeno venti variabili indipendenti quindi se tutte 'vanno in buca' tecnicamente è possibile, statisticamente nel passato non è avvenuto. È evidente che abbiamo tante sfide da affrontare, molte le dovrà affrontare la Roma stessa, noi da parte nostra cercheremo di accelerare i passaggi amministrativi che competono Roma Capitale”.

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