Settore Giovanile

Primavera, Mirra: "La Roma per me è tutto. Orgoglioso della fascia"

Il Capitano dei baby giallorossi: "Il mio sogno è vincere il Mondiale e lo Scudetto con questa maglia. Marcare Baldanzi, Dovbyk e Ferguson non è semplice"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
09 Dicembre 2025 - 15:45

Protagonista del podcast prodotto dalla Roma "Dreaming Roma", nel quale prendono parte i giovani calciatori giallorossi, Jacopo Mirra ha potuto raccontare la propria storia.

Sei il tipo da “calcio, solo calcio e basta”?

"Ma no. In realtà sì, sono un ragazzo un po’ riservato, almeno così sembro. Poi chi mi conosce lo sa: sono abbastanza simpatico e loquace".

Essere riservato non significa non essere simpatico, giusto?

"Esatto".


Che ragazzo sei fuori dal contesto campo? In campo sei molto serio, non a caso sei capitano. Con gli amici che tipo sei e cosa ti piace fare nel tempo libero?


"Mi piace divertirmi, come penso sia normale per un ragazzo di 19 anni. Scherzo molto con i compagni, anche per sdrammatizzare situazioni più tese. Mi reputo simpatico, ma l’impressione di riservatezza rimane: all’inizio sembro un po’ sulle mie, ma non me la tiro, ho solo bisogno di confidenza. Cerco anche di capire di chi posso fidarmi".

Nato a Roma: in che zona?

"Selva Candida, verso Ottavia, Roma Nord".

Bel viaggio per venire a Trigoria.

"Eh sì, 30 km. Ora li faccio da solo. Da piccolo mi accompagnavano i miei. Poi ho avuto la macchinetta: non potendo fare il raccordo, dovevo passare per il centro. Inoltre, essendo alto, a un certo punto dentro la macchinetta non entravo più".

Adesso che sei grande, che rapporto hai con la città?

"Per me Roma è la città più bella del mondo. Ogni ragazzo romano e romanista come me sogna di indossare questi colori".

Dove hai iniziato a giocare?

"Al Casalotti, vicino casa. Poi un anno all’Urbetevere e infine il provino con la Roma. Questo è l’undicesimo anno".

Famiglia romanista?

"Papà romanista, dalla parte di mamma più simpatizzanti. Papà era contentissimo quando mi hanno preso; io lo vivevo da bambino di nove anni". 

Quando hai realizzato davvero di giocare nella Roma?

"Forse verso gli 11-12 anni. Prima era tutto un gioco. Poi dai 15-16 anni, con i campionati nazionali, capisci che sta diventando qualcosa di più serio".

La partita che vorresti rigiocare?

"La finale Under 18 Roma-Genoa che abbiamo perso. Brucia ancora".

Sempre difensore centrale?

"Sì, da quando si gioca a 11".

È cambiato tanto il ruolo?

"Molto. Oggi il difensore deve saper costruire, far partire l’azione pulita. Non è più solo difendere".

Le tue caratteristiche principali?

"Mi reputo veloce e con buona tecnica. Da migliorare l'uno contro uno e la marcatura sull’uomo".

In prima squadra com’è il salto?

"Ritmi altissimi, grande fisicità e tecnica. Marcare Baldanzi, Ferguson e Dovbyk non è semplice".

Lo scorso anno non sei stato fortunato fisicamente.

"Ho avuto uno sviluppo tardivo: prima non avevo fasce muscolari sviluppate, entravo in campo senza riscaldamento. Poi sono arrivati problemi al flessore: infortunio a gennaio e ricaduta. È stato un periodo buio, ma mi ha insegnato tanto: prevenzione, fisioterapia, palestra. Ora vengo prima agli allenamenti e lavoro su macchinari specifici".

Essere capitano influisce?

"Sì, la fascia porta responsabilità. Sono orgogliosissimo di indossarla. Cerco di aiutare i più piccoli e tenere il gruppo unito. Si può essere leader anche senza fascia, ma dare l’esempio è fondamentale". 

Ora sei all’ultimo anno di Primavera: lo vivi come “quello decisivo”?

"Sì, sono consapevole che l’anno prossimo ci sarà il calcio dei grandi. Sono curioso, più che spaventato". 

Ti piacerebbe provare un’esperienza fuori?

"Sarei curioso di vedere come mi comporto fuori dalla comfort zone. Ma il sogno è fare tutta la carriera qui".

Il sogno?

"Vincere il Mondiale e lo scudetto con la Roma, come ogni bambino".

La maglia della Roma è bella o pesante?

"Bella, non pesante. È un orgoglio".

Cosa significa per te la Roma?

"Tutto. Ho vissuto più della metà della mia vita qui dentro. Prima della Roma ricordo poco. È tutto".

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