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le parole

Ceasar: "Mi mancano le mie compagne di squadra"

Il portiere della Roma Femminile: "La squadra per me è come una famiglia, fa strano non vederle da così tanto tempo: spero che si torni presto alla normalità"

, di LaPresse

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24 Marzo 2020 - 19:14

La solitudine è una caratteristica tattica classica dei portieri, ma, fuori dal campo, specialmente se prolungata come nelle ultime settimane per motivi luttuosi, diventa una situazione a cui difficilmente l'essere umano, animale sociale, si adatta con piacevolezza senza sentire la mancanza delle relazioni con gli altri. Così si può espandere il primo pensiero che Camelia Ceasar, classe novantasette, numero uno della Roma Femminile, ha espresso ai microfoni di Sky Sport 24: «Devo ammettere che pur essendo un portiere in questo momento mi è difficile abituarmi a questo tipo di solitudine. Spero vivamente che potremo tornare alla normalità il prima possibile. La quarantena, tutto sommato, la sto vivendo abbastanza bene e credo che in questo momento, più di ogni altra cosa, sia importante non arrendersi e pensare di far arrivare il prima possibile la sera. È importante dedicarsi a delle attività e cercare di riscoprirsi». Il portiere, arrivato in estate dal Milan, a dimostrazione di quanto sia veramente unito il gruppo di Betty Bavangoli, ha parole dolci per le compagne di squadra: «La cosa che mi manca di più della routine è la condivisione. La squadra, le mie compagne, sono come una seconda famiglia per me quindi mi fa veramente strano non vederle da così tanto tempo. In Romania c'è un po' allarmismo proprio come succedeva inizialmente in Italia, ma spero tanto che non si aggravi la situazione. Ci tengo a dire che sono vicina a tutti loro. La Roma, attraverso Roma Cares, ha aperto una raccolta fondi a favore dell'Ospedale Lazzaro Spallanzani. Siamo molto grati a tutte le persone che hanno aderito anche con un piccolo contributo e speriamo che continuino ad esserci donazioni che in questo momento sono importanti. Vi invito a stare a casa per superare il prima possibile questo momento. Facciamolo come se dovessimo giocare una partita, lottando per gli altri oltre che per noi stessi»

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