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Mourinho: "Smalling non può giocare soffrendo. Dobbiamo dare di più"

Il tecnico alla vigilia della sfida contro l'Udinese: "Loro hanno tanta qualità. Sanches non sarà neanche in panchina: non è infortunato, ma è importante gestirlo"

Mourinho in conferenza stampa

Mourinho in conferenza stampa (GETTY IMAGES)

La Redazione
25 Novembre 2023 - 12:33

José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Udinese: di seguito le sue dichiarazioni.

L'Udinese viene da 6 risultati utili consecutivi, ha fisicità. Sarà fondamentale la qualità di Pellegrini nel possesso?
"È importante il possesso palla collettivo. Dovremo stare attenti alle ripartenze, hanno giocatori veloci, giocano a un'intensità alta e se perdiamo palla in zona pericolosa siamo più aperti. Ma siamo migliorati. Lorenzo è importante per noi. Io vedo l'Udinese come una squadra che può crearci queste difficoltà: hanno tutto, il loro inizio di campionato è sorprendente. Se giochiamo bassi e gli regaliamo la palla possiamo avere difficoltà; hanno buoni tiratori da fuori come Samardzic e Walace. Non guardo la classifica per definire le difficoltà di questa sfida".

Quanto è cambiata l'Udinese?
"Ha perso pochi giocatori importanti. Conosciamo questa squadra, la gente che la gestisce ha tanta esperienza. Per loro non è un problema vendere un giocatore, come hanno fatto con Beto e Becao. Hanno preso Kabasele, trovato terzini che hanno gamba e alla fine non hanno lasciato Pereyra andare via. Sono molto intelligenti, hanno tanta esperienza e l'Udinese è sempre l'Udinese".

52 partite saltate tra tutti gli infortunati in questa stagione. Tra i giocatori c'è anche Smalling: a che punto è e che cosa pensa di questa situazione? Si aspetta di più dal giocatore?
"Si tratta di un numero che si concentra su pochi giocatori. Ce ne sono alcuni che non hanno perso una partita: sono i giocatori che hanno un infortunio occasionale, come Cristante, Mancini, Rui Patricio, Bove. Questo gruppo di giocatori infortunati, invece, è formato da Smalling, Sanches, Pellegrini, a volte da Dybala e Spinazzola. I giocatori sono professionisti e fanno tutto, anche nella vita privata, per cercare di stare bene. Noi lavoriamo tanto insieme: pensiamo tutti che stiamo facendo un ottimo lavoro. Su Smalling: l'infortunio c'è. Ci sono persone normali come noi che magari hanno più capacità nel sopportare il dolore. Smalling non è un ragazzo che sa giocare soffrendo, si tira un po' indietro. Ma il suo infortunio è difficile. Si tratta di una grande frustrazione per me, ma dobbiamo avere pazienza e non posso 'massacrarlo'. Vediamo quando può tornare. Non ha fatto neanche un minuto fuori dal dipartimento medico: è la prima settimana in cui non prova dolore e, secondo il nostro programma, potrà tornare in campo con i preparatori nella prossima settimana. Non mi aspetto il suo ritorno nelle prossime 2-3 settimane".

Se lo aspetta prima del 2024?
"Nì. Speriamo, vediamo...".

In un grande gruppo c'è bisogno di empatia anche con la proprietà. C'è empatia con i Friedkin?
"Dipende dal modo in cui si vede la situazione. Con la squadra si lavora ogni giorno: si viaggia, si sta insieme, un po' come in famiglia, dove se non c'è empatia si va in difficoltà. Creiamo empatia lavorando, dando qualità al lavoro. La situazione con la proprietà è diversa: io sono qui, loro là. Io dico sempre che sono pagato per non creare loro problemi. Loro devono fidarsi del mio lavoro e avere il tempo per 'diversificare', perché non si occupano solo della Roma. L'altro giorno, alla Rai, ho risposto a una domanda sull'ultima volta in cui ho parlato con loro: se me lo chiedete ora, vi dico che ho parlato ieri con la proprietà. Non abbiamo parlato di contratto".

Nell'intervista alla Rai ha sottolineato il suo rapporto col tifo. Crede che la squadra debba rispondere sul campo?
"Non credo che la squadra abbia dato meno di quello che può dare, ma dobbiamo dare di più. Dobbiamo capire e loro capiscono, non mi stanco di parlare di questo. In questo tipo di club bisogna dare sempre di più. Abbiamo avuto qualche performance negativa, però non c'è mai stata mancanza di professionalità, neanche la mancanza di rispetto per la gente. Ma dobbiamo dare qualcosa in più, sono d'accordo. In casa, di solito, riusciamo a farlo, anche in estrema difficoltà; fuori casa ci manca un po' di mentalità che io ho avuto sempre in carriera, ovvero 'godere' nel giocare fuori casa. A volte, in altre squadre, mi piaceva di più giocare fuori casa. Qualche gang di banditi godeva del giocare fuori casa. Noi come squadra non lo facciamo però, c'è gente alla quale piace il conforto di casa perché gli manca la mamma o la nonna che gli fa il dolce. Non penso che noi, come squadra, 'godiamo' fuori casa: magari ai ragazzi manca il supporto dei tifosi di casa. Ho avuto squadre che nel pullman provocavano la gente che si trovava al di fuori, ci esaltavamo. Dobbiamo migliorare ciò, fuori casa possiamo fare una bella partita ma anche perdere col Ludogorets, con lo Slavia, col Bodo. Anche in campionato è successo. Non dico che dobbiamo trovare questa mentalità, perché è difficile farlo, ma dobbiamo cambiare qualcosa. Quando andiamo fuori ci sono 1.500 tifosi che fanno un grande sforzo per venire a supportare la squadra".

All'inizio della stagione si pensava a Smalling con altri difensori, a Paredes, a Dybala. La spina dorsale della squadra sembrava promettere progetti più aggressivi. Senza questi giocatori cade un po' la qualità del gioco. Ora che stanno tornando, aumenterà tutto questo? Senti questa correlazione?
"Certo, il progetto è di squadra e se non c'è continuità facciamo fatica tutti: io nella progettazione, i giocatori in campo. Quando manca Smalling, quando manca Renato, entriamo in difficoltà. Siamo più forti con Renato in transizione offensiva e difensiva, più forti con Paredes nella gestione. Con la Lazio, che ha giocato sul possesso, credo che abbiamo avuto la stessa percentuale di possesso palla che hanno avuto loro. Ma ci è mancata la velocità. Abbiamo messo più i piedi nell'area avversaria ma ci è mancata 'l'esplosione'. Il nostro obiettivo era continuare ad andare nella stessa direzione, anche con le limitazioni. Renato Sanches non è infortunato, ma non ci sarà: in due settimane, in cui Pellegrini ha lavorato durissimo per arrivare in una condizione ottimale, Renato ha interrotto il processo a causa di un piccolo problema che gli ha consentito di lavorare in squadra solo ieri. Non ha avuto continuità nel lavoro e lui ne ha bisogno. Dobbiamo fare questo tipo di gestione. Non sarà neanche in panchina. Potezialmente è un giocatore molto bravo".

Ha parlato di poca protezione nei confronti della Roma. È un aspetto sul quale si confronta con i Friedkin? Serve l'intervento di una figura?
"Ho qualche qualità e tanti difetti. Non so se questa è una qualità o un difetto, ma la gente che mi sta vicino sa quello che penso: non risparmio le parole, le critiche, gli elogi. Sono un libro aperto nel lavoro. Tutti sanno quello che penso e tutti sanno quando non sono felice o quando lo sono".

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