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La conferenza

Bove: "Posso solo ringraziare Mourinho. Cerco sempre di dare il meglio"

Parla il centrocampista giallorosso: "È contestabile che agli Europei U21 non ci sia il Var. So cosa significa arrivare in fondo a una competizione di questo tipo"

Bove in campo con l'Italia Under 21 nel match contro la Svizzera

Bove in campo con l'Italia Under 21 nel match contro la Svizzera (GETTY IMAGES)

La Redazione
26 Giugno 2023 - 15:41

L'Italia Under 21 è attualmente impegnata negli Europei di categoria: gli azzurrini di Nicolato hanno perso il pimo match dei gironi contro la Francia, mentre ieri hanno vinto 3-2 contro la Svizzera. Il 28 giugno scenderanno contro la Norvegia. Questo pomeriggio Edoardo Bove ha parlato in conferenza stampa: di seguito le sue dichiarazioni.

Hai giocato tutta la partita ieri: il primo tempo è stato buono.
"Nel primo tempo abbiamo disputato una buona partita sia nella fase di possesso sia in quella di non possesso: abbiamo sfruttato le occasioni e avremmo potuto fare più di tre gol. Nel secondo tempo siamo rientrati male, abbiamo preso gol subito, poi ne abbiamo preso un altro e lì c'è stato un momento in cui non eravamo più così sicuri di quello che stavamo facendo. Siamo riusciti a tornare in partita e a fare gruppo. Analizzo questa sofferenza come un punto di forza perché non era scontato rimettersi in carreggiata dopo essere rientrati così nel secondo tempo".

Che stagione è stata la tua? Hai accumulato 34 presenze e hai fatto due gol.
"Speriamo di andare più avanti possibile e di fare meno vacanze possibili (ride, ndr.). È stata una stagione lunga ma di grandissima crescita, sia personale sia di gruppo qui in Under 21. Abbiamo legato molto e la vittoria contro la Svizzera è una prova del nostro legame: vuoi o non vuoi queste sono le vittorie che ti lasciano di più. Era conveniente magari vincere con un risultato più netto, ma alla fine abbiamo sofferto insieme e questo porta grande unità in vista delle prossime partite, che sono delle finali".

È un po' buffo parlarne dopo la Francia, ma la Svizzera si è lamentata per due episodi in cui sei stato protagonista: non c'era il Var. Sul primo c'è qualche dubbio, sul secondo con il Var viene quasi sempre dato rigore. Tu che li hai visti cosa ne pensi?
"Il secondo l'ho rivisto ed è definibile come 'step on foot'. Volevo soffermarmi su questo perché senza Var ci sono delle decisioni che vengono viste dal campo e sulle quali subito dopo, con le riprese, si ha tutta un'altra prospettiva. È stata una dinamica molto veloce e vista dal campo non era così netta; vedendola ci sono dei dubbi ma sono sicuro che al di là di tutto gli errori arbitrali sono parte delle partite. Si può contestare il fatto che in una competizione così non ci siano il Var e la Goal Line Technology. Noi dobbiamo pensare a fare bene sul campo, siamo tutti sulla stessa barca".

Tra l'altro in un'azione finita, in cui la palla stava uscendo...
"È stata un'azione molto rapida, però come ho detto prima non mi focalizzerei sui singoli episodi".

Ti era stato chiesto di aggiungere un po' di caratteristiche da 'cane malato'...
"Sicuramente l'aggressività e i contrasti sono una mia caratteristica, ma ieri l'approccio di tutta la squadra è stato talmente buono che era difficile non andare 3-0 all'intervallo, perché siamo entrati davvero bene in campo e abbiamo fatto quello che il mister ci ha chiesto. Abbiamo sfruttato anche le occasioni. L'approccio è sempre fondamentale a questi livelli".

Che cosa è successo nei primi minuti della ripresa? Forse pensavate già di aver vinto.
"No, non credo. Sono stati degli episodi, quando prendi gol subito ci metti poco a riorganizzarti. Poi ne abbiamo preso un altro e c'è stato un periodo di tempo in cui ci dovevamo assestare. Appena abbiamo ritrovato le misure abbiamo fatto una buona gara difensiva anche nel secondo tempo".

Tra gli obiettivi di questa stagione c'era anche questo Europeo. La tua stagione ha visto un certo tipo di impiego nella prima parte, poi è cambiata molto e sei stato utilizzato di più. In qualche modo l'obiettivo dell'Europeo ti ha aiutato a vivere bene la stagione?
"Sicuramente la mia stagione può essere divisa in due parti, una in cui ho giocato di meno e un'altra in cui ho avuto più continuità. Sono tutti momenti di crescita per un ragazzo giovane, perché impari sia quando non giochi sia quando lo fai. In vista dell'Europeo, arrivare con più minuti nelle gambe mi ha dato grande vantaggio, anche perché se non ricordo male nelle ultime 15 partite ho avuto un buon minutaggio e sono arrivato qui pronto: hanno sicuramente aiutato per la convocazione".

Il gol lo conservi per la Norvegia o per i quarti di finale?
"Speriamo arrivi il prima possibile. Sono molto contento per i miei compagni, se lo meritano davvero".

Che Norvegia c'è da aspettarsi? La piccola esperienza col Bodo/Glimt può aiutarti?
"Quell'esperienza è differente. La Norvegia è molto ostica, abbiamo visto le due partite precedenti e se l'è giocata sia con la Francia sia con la Svizzera. Può metterci in difficoltà, ma se giochiamo bene potremo fare una grandissima partita. Ho cercato di informarmi con Solbakken ma non mi ha dato tantissime informazioni".

Perché bisogna credere in questa squadra?
"Perché credo che al di là delle qualità dei singoli si stia creando un'armonia che non era scontata. In questo tipo di competizioni non bastano le qualità tecniche, senza unità di gruppo è difficile arrivare in fondo. Ho disputato due finali con la Roma in due anni, credo che da questo punto di vista so cosa significhi e quanto sia speciale arrivare in fondo a una competizione europea. Credo che ciò su cui bisogna soffermarsi sia il nostro gruppo".

Qual è il tuo rapporto con Mourinho? Che differenze ci sono con Nicolato?
"Il mister è la persona che mi ha lanciato nel calcio dei grandi e lo posso solo ringraziare. Nicolato pur non giocando nella Roma mi ha sempre dato fiducia e gli sono grato. Ognuno ha il suo modo di giocare e di vedere il calcio, sta anche ai singoli giocatori capire i valori e quello che devi fare in campo. Cerco di dare il meglio per entrambi e spero di continuare così".

Cosa pensi che serva per piacere a due persone così diverse?
"Io credo di potermi definire un lavoratore, non mi tiro mai indietro. Credo sia una qualità che viene apprezzata dagli allenatori. Poi è l'insieme del giocatore quello che viene analizzato. Un giocatore può piacere più o meno".

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