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Roma, se vincere è davvero l'unica cosa che conta

I giallorossi continuano la tournée negli USA ignorati dai concittadini di Trump alla stessa maniera della critica italiana che magnifica Milan e Inter

Foto LaPresse

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03 Agosto 2018 - 08:10

Da una città all'altra, dal West all'East, non sulla Route 66, ma dentro aerei e alberghi intirizziti dall'agghiacciante, nel vero senso della parola, aria condizionata che tanto piace agli americani, la Roma continua il suo Tour 2018 ignorata dai concittadini di Trump alla stessa maniera della critica italiana che cavalcando notizie e indiscrezioni magnifica il Milan per l'acquisto di Higuain e l'Inter per l'inseguimento a Modric, dopo aver incensato la Juventus per aver investito 340 milioni di euro su un (fortissimo, per carità) 33enne. L'immagine di oggi della stagione del calcio che sta per cominciare sta tutta nei giocatori della Roma che percorrono a piedi i 500 metri che separano il campo dall'albergo, confondendosi quasi tra i passanti indaffarati e scansando le macchine che sbuffano nel traffico. A volte si ferma qualcuno: «Who are these guys?». «As Roma players». «Ok, thank you», e vanno oltre.

Nello stadio di Dallas, qualche sera fa, su 50000 spettatori, più della metà indossavano la maglia del Barcellona, ma poi nessuno sapeva le parole del Cant del Barça quando ha risuonato all'interno del monumentale At&t stadium. Tutti però si sono alzati in piedi a cantare The Star-Spangled Banner, l'inno americano. Forse è questo Pallotta che intende quando dice che vuole convertire milioni di tifosi, o magari di agnostici che si appassionano semplicemente ai miti, a prendere in simpatia la Roma come seconda squadra. Un esercito di occasionali che spendano in prodotti ufficiali. Ci sta. Ma per farlo l'unica chiave è vincere. Non bastano gli acquisti, gli account twitter brillanti, gli accordi commerciali, le tournée. Ciò che conta è nelle mani del direttore sportivo e dell'allenatore. Ed è per questo che la sintonia tra i due appare così solida. Monchi sa di aver messo tra le mani di Di Francesco una rosa fortissima che forse però può essere ulteriormente migliorata. Vendendo magari Perotti, Gonalons o Juan Jesus e trovando in cambio tre profili migliori, se ce ne sono, che soddisfino i requisiti sportivi e finanziari che la Roma deve tener presenti. A sensazione, il colpo arriverà. Forse anche due. Ma intanto Di Francesco comincerà la stagione al 99% con gli uomini che sono oggi in ritiro a Boston. E questa è già una rosa adeguata alle ambizioni della squadra. Perché in ogni ruolo ci sono due giocatori praticamente dello stesso livello. Alzare questo livello oggi non è facile. A provarci tocca a Monchi. E lui è convinto di riuscirci. Intanto qui si lavora sodo, ignorati da tutti. E forse è meglio così.

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