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il barese

Cassano: "Ho buttato via il mio talento. Con Totti un feeling unico"

L'ex attaccante giallorosso: "Tante volte ho oltrepassato il limite. Con Francesco c'era un'affinità imparagonabile, quando aveva palla sapevo già cosa avrebbe fatto"

La Redazione
22 Aprile 2020 - 13:28

Antonio Cassano si racconta. L'ex fantasista della Roma è stato protagonista di una lunga intervista realizzata da Sky Sport, nella quale il barese ha ripercorso la propria carriera e la propria esperienza in giallorosso, tra aneddoti e rimpianti. Queste le sue parole.

Un consiglio per diventare un calciatore?
"La cosa prioritaria è divertirsi fino ai 15-16 anni e poi devi essere fortunato ed essere baciato da Madre Natura. Non c'è una ricetta sicura per fare il calciatore, ci sono tante situazioni che ti portano a farlo, serve anche un pizzico di fortuna".

Ti senti di aver buttato via il tuo talento?
"Negli ultimi probabilmente sono stato il miglior talento e un po' mi sono buttato via. Fare il professionista è un conto, litigare con tutti tutto il giorno è un'altra cosa, genio e sregolatezza sì ma fino a un certo punto. Tante volte ho oltrepassato il limite".

Euro 2004 il maggior rammarico della carriera?
"Il mio più grande rammarico è quando, a 23 anni, vai al Real Madrid e non sfruttare quell'occasione. Tutti pagherebbero di tasca loro per andare nei Galacticos, è stata la maggior scemenza del calcio, mi sono bruciato. C'erano Ronaldo, Zidane, ho buttato via un'occasione clamorosa".

Capello ha il rammarico di non essere riuscito a "controllarti"…
"Lui ha fatto tantissimo per me, con il Real Madrid mi ero rimesso in sesto. Dopo aver giocato 2-3 partite di fila, alla quarta mi ha messo fuori e io sono andato fuori di testa e ci ho litigato. Se gli manchi di rispetto ti fa fronte ma lui mi ha ridato un'occasione a due giornate dalla fine, io ho fatto poco per lui e lui tanto per me".

La miglior esperienza in carriera?
"Dico la Sampdoria dove abbiamo raggiunto un quarto posto, un sesto posto, una finale di Coppa Italia. Penso che questa sia l'esperienza migliore, poi ho conosciuto mia moglie a Genova e vivrò qui per il resto della vita".

Qual è il giocatore più forte in carriera che hai affrontato?
"Il calciatore più forte che mi ha fatto dannare l'anima era Maldini. Con gli altri difensori come Nesta, Cannavaro, Samuel sapevo come metterli in difficoltà ma con Maldini non sapevo come fregarlo, era rapido, forte fisicamente, aveva personalità. Per me è stato il difensore più forte che abbia incontrato a livello mondiale".

Rapporto con Ibrahimovic?
"Straordinario, io giocavo per lui. In allenamento si allenava al 100%, l'unica cosa è che al suo fianco non c'era un grande campione si arrabbiava, gli altri avevano difficoltà mentre con me non c'era. Dopo Ronaldo il Fenomeno e van Basten, come centravanti dico Ibrahimovic".

Allenatore preferito?
"Fabio Capello".

Ti ricordo com'eri soprannominato a Roma? Ti senti più Fantantonio o Peter Pan?
"Mi chiamavano Peter Pan e così morirò. Fantantonio mi sembra che me lo diede Ivan Zazzaroni, sono legato a Peter Pan perché mi fa sentire piccolo".

Cosa ti disse Collina quando hai rotto la bandierina in Roma-Juventus 4-0?
"Mah niente, mi chiese cosa mi fosse passato per la testa (ride, ndr)".

Zaniolo può essere tra i più forti al mondo?
"Tra i più forti al mondo non penso, non lo vedo come un talento tipo Sancho che ha un talento fuori dal normale. Per me Zaniolo è una mezzala".

Con quale compagno ti senti più legato?
"Il Pupo (Totti, ndr) e Bobo Vieri. Totti è più introverso, un figlio di una buona donna (ride, ndr). Vieri, invece, è un pazzo scatenato".

Quale bomber ha più beneficiato dalla tua presenza?
"Pazzini ha fatto 40 gol con me in due anni, poi ne ha fatti 60 negli altri dieci...".

Qual è stato il giocatore con il quale hai avuto il miglior feeling?
"Francesco Totti, c'era un'affinità imparagonabile. Quando lui aveva la palla io già sapevo cosa avrebbe fatto, ho avuto un feeling pazzesco con Totti".

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