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Altro che Ünder! Il turco fa 'over' e fa volare la Roma al quarto posto che vale il sorpasso alla Lazio

Assist di destro per Dzeko e doppietta con un sinistro alla Salah. Da oggetto misterioso a giocatore decisivo, il percorso virtuoso dell'attaccante giallorosso

12 Febbraio 2018 - 07:30

Fumoso

Non solo non fuma più. Ora l'odore del fumo gli dà proprio fastidio. Tipo quegli ex fumatori che sono i più intransigenti quando c'è da farti notare che in quel determinato posto le sigarette non si possono accendere. E, quindi, diventano pure un po' tanto antipatici. Invece a noi, ma siamo sicuri pure a voi, Ünder ci sta sempre più simpatico. Al punto che viene da domandarci dove si fosse nascosto finora. Un gol partita a Verona, dopo neppure un minuto di gioco, un sinistro da fuori area che abbiamo ancora il botto nelle orecchie. E poi ieri sera l'apoteosi in quell'Olimpico che fino a ieri sera lo aveva guardato con lo scetticismo di chi non ha la pazienza di aspettare. A Benevento, il turco faranno fatica a dimenticarlo. Un secondo tempo da dominatore.

Destro sinistro

L'autentico match winner di una partita che fino a quel momento aveva fatto più smadonnare che esultare. L'ha decisa Gengo, come lo chiama Di Francesco. Per cominciare l'assist a Dzeko per il gol del vantaggio che ha fatto tirare un sospiro di sollievo: una devastante accelerazione sulla destra, cross con il destro che non è il suo piede, cross che tutto era meno che semplice, messo giusto giusto sul capoccione del bosniaco, sospiro di sollievo pure qui per il centravanti che finalmente ha ritrovato il sorriso, undicesimo gol in campionato, quattordicesimo in totale in stagione, non saranno i trentanove del passato campionato, ma cominciano a essere un numero accettabile e ci sono ancora tante partite da giocare. Ma il meglio il turco ce lo doveva ancora far vedere.

Giocare sempre

Con una doppietta che almeno ha consentito di vivere con sufficiente serenità il finale di partita. Gengo ha griffato il terzo e il quarto gol, con due sinistri di qualità. Il primo, su assist di Perotti, senza pensarci troppo a rientrare sul palo del portiere. Il secondo alla Salah, consentiteci il paragone visto quello che sta facendo l'egiziano in Premier, in gol pure ieri, lo possino, con un sinistro a rientrare sul palo più lontano, con il pallone che è andato a morire proprio dove aveva pensato di metterlo. Gli applausi dell'Olimpico ne hanno certificato la promozione a tutto tondo. Sì, questo turco arrivato in giallorosso quasi come un giocatore misterioso, accolto più con bocche storte che con applausi, sta convincendo sempre di più. Dopo tanta anticamera, ora è un titolare e guai se a Di Francesco venisse in mente, al motto che il turnover è la medicina migliore, di rimetterlo in panchina. No, Gengo ora deve giocare. Sempre. Perché, davvero, ma dove si era nascosto il turco che non fuma più?

Ambientare e gestire

Il suo ambientamento sembra essersi concluso. I quasi quindici milioni spesi dalla Roma per acquistarlo, commissioni comprese, non suonano più come un errore, al punto che ieri sera qualche tifoso, scherzando ma non troppo, già diceva che sarà lui la prossima plusvalenza. Il turco a tutto questo non ci pensa e ora si gode il momento, beatificato anche da un'esultanza con tanto di saluto militare, roba che pare sia molto gradita in Turchia, a cominciare dai vertici politici e militari. Forse nel giudicarlo nei mesi passati, a cominciare da chi scrive, non si è avuta la necessaria pazienza. Dimenticando che è ancora giovanissimo, che veniva da una realtà molto diversa, che non parlava la nostra lingua, che per lui tutto era diverso a partire dalle ambizioni della squadra. In questo senso, Di Francesco è stato bravissimo. Lo ha gestito con intelligenza, sapendo che il ragazzo sarebbe andato incontro anche a qualche brutta figura.

Buona la prima

Era piaciuto, per la verità, alla prima in assoluto in giallorosso, contro il Verona all'Olimpico, quarta giornata, terza per la Roma che il turno precedente aveva visto rinviare la sfida di Genova con la Sampdoria. Non aveva convinto, poi, proprio a Benevento, là non ne aveva indovinata una, dimostrando come il suo ambientamento nella città e soprattutto nella squadra tutto fosse meno che realizzato. Poi è stato utilizzato a intermittenza, una volta sì, quattro no, alimentando voci, chiacchiere, polemiche e veleni su un acquisto che pure non era costato poco. E invece c'era soltanto bisogno di aspettarlo, che cominciasse ad ambientarsi nella nuova realtà, iniziando dalla lingua che ora, piano piano, comincia a parlare e ancora di più a capire.

Faccia tosta

Di Francesco qualche tempo fa, non aveva nascosto come nella sua rosa ci fosse bisogno di un giocatore in grado, con velocità e faccia tosta, di creare la superiorità numerica che fa la differenza. Ha sempre pensato che questo giocatore fosse già nella sua rosa. Gengo, appunto. Lo ha aspettato e quando si è convinto che fosse arrivato il momento giusto, lo ha promosso titolare. Il turco che non fuma più, ha risposto alla grande. In quattro partite consecutive da titolare, tre gol nelle ultime due, un assist. E, soprattutto, la sensazione che il meglio debba ancora arrivare.

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