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Cufrè: “Roma-Juve del 2005? Un furto schifoso. Me ne andai perché offeso con Spalletti”

Nel podcast “S.R.Q.R”, l’argentino ha ricordato il match di vent’anni fa: “Dovevano vincere per forza”. Sull’addio ai giallorossi: “Non lo rifarei ma Luciano esagerò con una dichiarazione”

PUBBLICATO DA Alessandro Cristofori
17 Dicembre 2025 - 10:12


È Leandro Cufrè, l’ospite della seconda puntata del podcast di Radio Romanista “S.R.Q.R. – Sono Romanisti e quasi Romani”.
Inevitabile un passaggio sul “buffetto” ad Alessandro Del Piero nel corso del famoso Roma-Juventus 2004/2005: “Non voglio giustificarmi ma so perché l’ho fatto. Se ho mai più sentito Del Piero per chiarire? No e non mi interessa farlo”.

L’ex romanista ha condiviso anche le sensazioni provate durante quel match molto discusso che figura anche tra le partite “sospette” di Calciopoli: “Era impossibile giocare perché quella squadra, che non voglio neanche nominare, doveva vincere per forza e noi in campo lo avevamo capito benissimo. Provai un grande schifo perché quella partita fu rubata, c’è poco da aggiungere”.

 

L’argentino ha poi chiarito il motivo del suo addio maturato nell’estate nel 2006, la causa? Un’incomprensione con Spalletti: “Noi avevamo fatto una bellissima stagione dove si era formato un gruppo splendido che era riuscito a vincere undici partite consecutive, disputando anche la finale di Coppa Italia. C’era un clima bellissimo ma ci rimasi male quando Spalletti dichiarò che riteneva Mexes come l’unico incedibile tra i difensori”. Un’affermazione che infastidì particolarmente Leandro e alcuni compagni: “Non fece piacere a nessuno ma credo a me in particolare, perché poi quando a fine mercato arrivò la proposta del Monaco, l’accettai subito. L’ho presa sul personale e nonostante un chiarimento che ebbi con lui non riuscii a farmela passare”. Una scelta, quella di lasciare Trigoria, che a distanza di tempo non rifarebbe: “Avevo ancora tre anni di contratto, stavo benissimo a Roma e la mia esperienza in Francia non è andata come volevo. Ma credo sia normale, perché io non ero convinto di andarmene, l’ho fatto perché ero veramente offeso con Spalletti. Che Mexes fosse fortissimo non c’erano dubbi ma fare quella dichiarazione pubblicamente mi sembrava davvero fuori luogo”. Ad ogni modo la stima per il suo ex allenatore non è scemata: “Spalletti è stato il tecnico che mi ha più segnato nella mia vita calcistica e soprattutto adesso che ho intrapreso la carriera da allenatore, mi ispiro molto a lui per alcune cose in particolare”.

Nel ripercorrere i suoi anni a Roma, l’ex terzino ha parlato anche del rapporto che lo lega tutt’ora a Daniele De Rossi: “Daniele è la Roma così come Totti, Bruno Conti o Giannini. Lui per me è un amico che è sempre presente nella mia vita, è una persona stupenda”. Proprio su DDR, Cufrè rivela un curioso retroscena: “Nel 2019 allenavo l’Atlas de Guadalajara in Messico. Ero a conoscenza che gli sarebbe piaciuto fare un’esperienza in un altro campionato e allora lo contattai per ingaggiarlo prima che andasse al Boca Juniors. Purtroppo, non se ne fece niente”.

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