E qual è la peculiarità che il mister apprezza maggiormente del lavoro che lei svolge?
“Al di là del lavoro quotidiano sul campo, ci sono stima e fiducia reciproca, ci sono sempre state. E ormai basta soltanto uno sguardo per capirci, senza nemmeno parlare. Lavorare con lui ti arricchisce totalmente. È davvero un visionario, riesce a capire in anticipo cose che altri non colgono. Con lui il calcio lo vedi e lo vivi in tutte le sue sfaccettature. A questo proposito, sa cose disse Tuchel dell’Atalanta?”.
Racconti pure.
“Nel 2021, in occasione del Festival dello Sport di Trento, il tecnico tedesco – che ha allenato solo grandi squadre – raccontò questo aneddoto. Per preparare il quarto di finale di Champions League, nell’anno del Covid, guardò per diversi giorni i video dell’Atalanta. E più andava avanti, più ripeteva la stessa cosa ai suoi collaboratori: “Ma è vero che stanno facendo queste cose?” Più ci studiavano, più si meravigliavano”.
Alludeva alle marcature uomo su uomo a tutto campo?
“Non solo a questo. E poi questa delle marcature uomo su uomo è una barzelletta. Nel senso che non vedi mai il nostro terzino destro che va a correre dall’altra parte del campo per rincorrere il suo avversario. Uomo su uomo sì, ma nella stessa zona di competenza. In ogni caso il discorso tattico è molto più complesso. La forza di Gasp è stata quella di aggiornarsi sempre, andare avanti, non restare ancorato al suo credo. Io ancora oggi mi meraviglio di alcune sue idee. Ha fatto la storia dell’Atalanta, ma anche del calcio italiano degli ultimi 20 anni, non a caso diversi tecnici hanno riproposto alcuni suoi concetti”.
Com’è stato passare da una piazza come quella di Bergamo a quella di Roma?
“La differenza maggiore è nel sapersi muovere in una realtà così grande, con il traffico della Capitale soprattutto… (ride, ndr) Ma ci stiamo abituando. Ed è stato bello, in questi primi tempi, andare in giro per la città con il mister e raccogliere il calore dei tifosi. Stiamo lavorando bene”.