AS Roma

AUDIO - Mexès: "Pagherei per giocare il derby. La Roma non si può spiegare, va solo vissuta"

L'ex giallorosso a Radio Romanista: "Koné fa la differenza, può essere l'uomo giusto contro la Lazio. Queste partite si vincono con la cattiveria agonistica"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
20 Settembre 2025 - 15:16

Alla vigilia del derby, in programma domani alle 12.30 allo Stadio Olimpico, Philippe Mexes è intervenuto sulle frequenze di Radio Romanista: "Mi mancano queste sensazioni da vivere, quelle del derby. Anche se un po' di riposo fa bene (ride, ndr)".

Come si vince una partita del genere e come ci si prepara senza farsi travolgere dalle emozioni?

"È una partita speciale, essendo straniero. Erano altri tempi, ricordo Franco Sensi che era entrato col bastone nello spogliatoio mentre stavamo perdendo un derby alla fine del primo tempo. Poi, piano piano, grazie a Totti, De Rossi, Rosi, Okaka, D'Agostino, tutti romanisti, ho iniziato a sentire il derby. Io mi vivo il momento con grande passione. Ne ho persi di brutti e ne abbiamo vinti di bellissimi".

Che idea ti sei fatto di questa Roma? Pregi e difetti?

"Ci vuole tempo, ma ci sono i giocatori. In queste partite la differenza la fanno i veterani. Non ci sono schemi, servono testa e cattiveria agonistica".

C'è un aneddoto sul derby o sul tuo periodo alla Roma che ti ha toccato particolarmente?

"Ricordo il derby di quando abbiamo fatto dodici vittorie di seguito, non c'era Totti che si era fatto male. In panchina c'erano tutti, anche Bruno Conti. Mi sono sentito utile perché abbiamo reso felice Francesco, che non poteva giocare".

Il giocatore più difficile da marcare in un derby?

"Diventavano tutti fenomeni. In una partita così, Ledesma; Rocchi, Di Canio; Tare, erano tutti giocatori difficili da affrontare. Queste partite si vincono con il carattere".

La difesa della Roma ha carattere?

"Son cambiati i tempi rispetto a dieci anni fa. C'è Svilar, che basterebbe da solo, da stabilità alla squadra. Io darei tutto per rigiocare queste partite".

Il tuo rapporto coi tifosi è eccezionale.

"Grazie a loro, eh. Sono loro che ci fanno vincere, sono il dodicesimo uomo in campo. Chi va all'Olimpico e chi viene in città, rimane impressionato. C'è poco da dire, la Roma va solamente vissuta, non si può spiegare. Sono andato all'Olimpico e tornerò presto, è l'unico stadio a cui sono rimasto davvero affezionato".

Con chi ti senti ancora dei tuoi ex compagni?

"Ogni tanto Rosi, un po' De Rossi che sono venuto a trovare quando allenava la Roma. Ho un rapporto stretto con loro, ma non ho tempo di andare a giocare a padel o di fare partitelle a destra e sinistra. Anche se mi piacerebbe, mi piacerebbe far parte delle legends, se mi chiamano. Poi ci sarà il centenario, sarebbe un onore essere ospite"

Un uomo decisivo per il derby?

"Koné, è un grande. Fa la differenza. Poi mi auguro che Stephan possa fare il suo, l'ho conosciuto a Milanello quando aveva 17 anni. È uno di quelli che fa la differenza".

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