Gasperini: "Dybala non ha i 90' nelle gambe Mi aspettavo di più dal mercato"
Il tecnico giallorosso in conferenza stampa: "Pellegrini? Difficile trovare una situazione adeguata. Dobbiamo cercare giocatori giovani per il futuro"

(GETTY IMAGES)

Il tecnico della Roma Gian Piero Gasperini ha presentato in conferenza stampa la gara di domani sera alle 20.45 contro il Bologna, valevole la prima giornata di campionato. Ecco le sue dichiarazioni.
Come immagina la prima all'Olimpico? Ci sono incompletezze?
"Ho letto che quella di domani è la seicentesima per me. Non guardo le statistiche: è stata una sorpresa. Non c'è niente di meglio che farla in un contesto come quello di domani, in uno stadio così. È qualcosa di straordinario. La squadra arriva con tanta voglia di fare. Domani è un biglietto da visita, dietro di noi c'è tanta gente e giochiamo contro una delle squadre migliori del campionato, una squadra rodata. È una bella prima sfida in campionato".
È stata una settimana difficile per l'infortunio di Bailey e anche dal punto di vista del mercato c'è lo stallo nella trattativa per Sancho. Come vive questa situazione? E Dybala come sta? Può giocare?
"Bailey? Incredibile. Siamo dispiaciuti. Un infortunio in una situazione difficile da spiegare. Al di là dell'immediatezza della partita, anche perché non so quanto avrebbe potuto essere utile, è assurdo per l'entità dell'infortunio in un gesto consueto del giocatore. Non so sul mercato che durata hanno le trattative; siamo nella fase finale, tutto è imprevedibile. Io guardo la partita. Su Dybala: Paulo è rientrato da 10 giorni e secondo me è sulla strada giusta. Era partito bene, ha dovuto fermarsi e ora sta facendo tutto il possibile. Secondo me non può giocare 90', o gioca dall'inizio o a gara in corso".
Si aspettava un mercato un po' più completo?
"Indubbiamente sì, soprattutto per un allenatore nuovo che può avere altre idee. Ma abbiamo lavorato bene e quelli che sono partiti dall'inizio hanno fatto tanto. Qualcuno è arrivato prima, altri dopo; tutti noi vorremmo sempre partire con una rosa definita per sfruttare al meglio la preparazione, ma sembra un'utopia per tutti".
Nei discorsi in cui avete iniziato a parlare su come strutturare la rosa, aveva ricevuto rassicurazioni?
"Chiaramente si fanno propositi. Un conto sono questi, un conto la realizzazione. Bisogna vedere anche in quanto tempo si riesce a fare".
Nell’imprevedibilità di mercato di cui parlava, rientra anche Dovbyk o lui sarà l’attaccante della Roma?
"Vi piace molto la partita di domani... (ride, ndr) Non so cosa succederà in questi dieci giorni, Dovbyk sarà convocato. Domani arriviamo di fronte a un'attesa bella, di un inizio di campionato. Dovbyk e gli altri convocati domani dovranno avere la concentrazione massima".
In ritiro ha fatto un paragone musicale per Dovbyk...
"Non era riferito a Dovbyk! (ride, ndr) Ho detto che in generale, nel calcio, ci sono dei tempi, un po' come nella musica. Vale per tutti. E i giocatori di qualità sono quelli che hanno il tempo giusto. Chi entra un po' prima o un po' dopo rischia di steccare... Non era su Dovbyk... Non l'ho mai nominato! (ride, ndr)".
Ecco, a oggi le sembra più intonato Ferguson o Dovbyk? Lei ritiene questa Roma più forte di quella dello scorso anno?
"Dunque, io penso che loro due siano due strumenti, poi come li usi, dipende se vanno a tempo o meno, ma sono due ottimi strumenti. Diversi, in modo diverso, qualcuno più in forma prima, qualcuno più dopo. A me sembra che siano in crescita tutti e due, rispetto all’inizio della stagione, anche sul piano dinamico e fisico. Sull’altra domanda, se sarà più forte, lo dobbiamo capire. Avevamo parametri su quella precedente, quella di oggi è diversa: se guardate l’ultima formazione di Torino, di fine maggio, rispetto a quella squadra sono passati tre mesi e tre titolari non ci sono più, più 6-7 giocatori in panchina che non ci sono più. Una decina di giocatori non ci sono più, ne sono arrivati 5 di movimento, uno purtroppo si è fatto male subito, quindi è diverso. Quindi è una squadra diversa, anche nei numeri. Mi auguro che sia più forte. Ma lo vedremo strada facendo".
Come sta Pellegrini? Dove lo immagina in campo? Vedremo El Aynaoui in trequarti?
"El Aynaoui è una soluzione. Pellegrini è vicino al recupero, non ha mai potuto allenarsi con la squadra. Non so perché chiedete queste cose a me... Io ho visto una situazione non così chiara: la società non ha intenzione di allungare il suo contratto e lui ha bisogno di giocare per ambire alla Nazionale e ai suoi obiettivi. Io cerco di rispondere e di chiarire la situazione. Non voglio fare polemica. Quello che sembra a me è che se trova una situazione adeguata ed è contento di andare via, è contenta anche la società. Ma la situazione adeguata è difficile da trovare. È chiaro".
Sugli acquisti: possono giocare tutti quelli di movimento nuovi?
"Non è detto che nella partita non possano farlo. Sono profili in cui la Roma ha pensato di costruire il proprio futuro: sono ragazzi giovani, il più vecchio è El Aynaoui che ha 24 anni. Ghilardi e Wesley sono del 2003, Ferguson del 2004. Sono bei profili e mi piace lavorare con loro. Arrivano da momenti diversi: Wesley ha giocato 30 partite consecutive col Flamengo, Ferguson da tanto tempo di inattività, Ghilardi ha iniziato la preparazione con noi, El Aynaoui mi sembra quello maggiormente in forma... Ma mi piacciono".
A centrocampo che scelta ci dobbiamo aspettare, anche in relazione a Dybala?
"Non è una questione che riguarda i nostri, ma un adattamento che si ha in base a come si schiera l'avversario. La nostra squadra deve essere duttile e saper giocare con due moduli, anche nell'arco della stessa gara, e farlo in modo chiaro. Più si gioca, più si assimilano concetti".
I giocatori scelti sul mercato sono giusti per la sua idea di calcio? E nel mercato la sua idea è affine a quella di Massara?
"I giocatori giusti sono quelli bravi, con potenzialità. Rientrano tutti nel mio modo di pensare e giocare a calcio, nelle caratteristiche con cui si vuole ripartire e che ha chiesto a me la società. Ovvero di ripartire con giocatori emergenti, non affermati, e che possano far fare plusvalenze. Anche se sembra diventata una cosa molto facile... (ride, ndr) Bisogna prendere ragazzi con un futuro; si cercano i giovani, che magari costano, per cercare di fare le plusvalenze. Perché si fanno? Per il bilancio, per comprare i nuovi giocatori e reinvestire... Altrimenti si prendono subito giocatori affermati. In questo momento il segnale dato dalla società è quello. Speriamo di poterlo realizzare. Sto pensando a come lavorare. Questa è la prima intervista e voglio chiarirmi, sperando di parlare, le prossime volte, dell'avversario".
Si parla spesso del calcio di Gasperini e dei giocatori fisici. La Roma sulle fasce ha Angelino e Wesley, diversi da quelli che aveva all'Atalanta. Cambierà qualcosa?
"Ne ho avuti tanti, tutti diversi. Conti era diverso da Spinazzola, Gosens era diverso da Hateboer, Bellanova era diverso da Zappacosta... Rensch, Wesley e Angelino sono diversi dagli altri: vanno rispettate le loro caratteristiche, cercando di farli rendere al meglio".
Domani dobbiamo aspettarci una squadra più difensiva o vedremo l'essenza gasperiniana?
"Cercheremo quell'essenza. Non so se la troveremo subito, faremo tutto per arrivare all'obiettivo, nel rispetto dell'avversario".
Nella sua prima conferenza stampa aveva detto di essere consapevole delle difficoltà. Oggi, a un giorno dalla prima gara, le difficoltà sono state quelle che si aspettava? Su Hermoso: l'ha utilizzato spesso, punta su di lui domani?
"Hermoso sembrava neanche dovesse venire in ritiro, poi è stato aggregato all'ultimo. Si vede che ha giocato su livelli alti. È un giocatore serio, che si è allenato bene, ha giocato tutte le partite. Inizialmente non sembrava essere nei programmi. Domani non c'è Celik, serve un sostituto: lui è mancino come Ndicka ma può essere utilizzato. Mi auguravo che ci fossero più possibilità dopo il 30 giugno: ci sono state, poi c'è stato un blocco. La società mi ha sempre detto le stesse cose, per me è sempre stata chiara. La realizzazione è più complicata".
Che cosa la colpisce di Ferguson?
"Ferguson è il classico ragazzo che ha fatto benissimo due anni fa e ha avuto, per motivi diversi, una fase in cui non ha rispettato le aspettative. È la classica situazione in cui è bello, insieme, riportarlo ai valori di qualche anno fa".
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