VIDEO - Wesley: "Se potessi, sceglierei ancora la Roma. Voglio vincere l'Europa League qui"
Il nuovo rinforzo giallorosso ha parlato ai canali del club: gli inizi in Brasile, il numero di maglia, il lavoro da fare con Gasp e le prime impressioni sui tifosi

(GETTY IMAGES)

Arrivata ieri sera l'ufficialità del suo approdo in giallorosso, il laterale brasiliano Wesley ha rilasciato la sua prima intervista da giocatore della Roma, ai canali ufficiali del club. Queste le sue dichiarazioni:
Benvenuto alla Roma, Wesley. Quali sono le tue prime impressioni?
"Grazie. Sono molto felice, anche per l'accoglienza da parte dei tifosi all'aeroporto. Mi hanno dimostrato molto affetto, alle 6 di mattina c'erano 100 persone ad aspettarmi, ne sono stato felice. Il centro sportivo della Roma è straordinario, e ora non vedo l'ora di conoscere anche lo stadio".
Sei molto giovane, arrivi alla Roma con quali sogni e con quali speranze?
"Spero di vincere l'Europa League e conquistare un posto in Champions League, sarebbe un sogno".
Quanto è stato difficile lasciare il Brasile? Cosa ti dà più responsabilità?
"Lasciare il Brasile è stato molto difficile, ma venire in Europa è sempre stato un mio sogno. Ora sono in un grande club come la Roma, sono felicissimo e sento la responsabilità, lo sto facendo per la mia famiglia. Sono molto contento di essere qui, potendo scegliere deciderei ancora di lasciare il Brasile per venire qui".
Sei curioso di conoscere Gasperini, un allenatore che ha fatto benissimo in Italia e che ha un modo di giocare offensivo e fatto di grande aggressività?
"Sì, Gasperini è un allenatore eccellente, non vedo l'ora di conoscerlo e parlare con lui. Lui sa qual è il mio modo di giocare, sono un calciatore molto offensivo, devo lavorare molto e crescere tanto sotto parecchi aspetti. Mi piace giocare largo, sia in una linea a 4 sia in un 3-4-3. Come dico sempre, riuscendo bene a fare la fase offensiva, di conseguenza posso fare bene anche quella difensiva e viceversa. Per questo spero di offrire un buon contributo".
Ci racconti come nasce Wesley, questo ragazzo che partendo da Florianopolis è riuscito a conquistare la nazionale brasiliana?
"Sì. Ho iniziato a giocare a calcio tardi, nel 2017, quando ho iniziato a provarci seriamente nelle giovanili. Gioco da quando avevo 8 anni, ma ho iniziato a provare a diventare un professionista nel 2017-18. In quel periodo ho iniziato a fare provini e non li ho superati per 4-5 volte, al Figueirense e Tubarao, poi ancora al Figueirense e poi al Tubarao, e così via. Alla fine ho superato il provino con il Figueirense, ma il club non era in buone condizioni dal punto di vista finanziario. Per cui venni informato che, se avessi trovato un'opzione migliore, avrei dovuto avvisare il club che mi avrebbe lasciato libero. In quel momento il Tubarao stava crescendo, per cui parlai con i miei procuratori e passai al Tubarao nel 2019, ma poco dopo arrivò il Covid. In quel momento pensai di smettere di giocare e di cominciare a lavorare. Iniziai a lavorare con mia madre e mia sorella in un ristorante in cui mia madre era chef. Lavoravo come parcheggiatore, perché nel momento in cui avevo provato a diventare giocatore, tutto era andato storto, anche a causa del Covid, per cui pensai che probabilmente non fosse nel mio destino. Mia sorella continuava a mandarmi dei messaggi su Instagram, erano dei messaggi motivazionali, voleva che riprovassi a giocare a calcio. Alla fine del 2020, decisi di tornare a giocare a calcio dopo un anno in cui non mi ero mai allenato. Ripresi alla fine del 2020 e nel 2021 mi contattò il Tubarao, chiedendomi se fossi disposto a giocare cinque partite con loro. Accettai, visto che non stavo facendo nulla. Contattai il mio procuratore e gli dissi che volevo tornare a giocare, e lui mi rispose che poteva essere una buona opportunità. Di queste 5 partite nel 2021 ne disputai 3, registrai un video e il mio procuratore lo mandò a tutti i miei amici. Da quel momento cominciarono a contattarmi per fare provini, poi nel 2021 arrivò la chiamata del Flamengo. Da quel momento lì in poi...".
...Da lì in poi sei diventato Wesley. Raccontami invece la storia dietro alla scelta del numero di maglia, il 43.
"Il 43 è un numero che indossava un grande giocatore come Dejan Petkovic, ma quando arrivi in prima squadra dalle giovanili non scegli il numero, è il Flamengo che ne estrae uno a sorte e te lo assegna. Il mio primo numero è stato il 46, ma l'anno dopo sono passato al 43. Dopo aver preso il 43, ho iniziato a crescere costantemente, per cui ho continuato a usarlo e ce l'ho addirittura tatuato sul collo e sulla gamba, con un simbolo portafortuna. Per me è un numero portafortuna".
So che ti ha scritto Paulo Dybala: cosa ti ha detto?
"Paulo mi ha mandato un messaggio, mi ha chiesto come stavo, mi ha detto che mi aspettava qui e di inviargli un messaggio se avessi avuto bisogno di qualcosa. Quando l'ho letto ho fatto un salto e ho iniziato a gridare a mia moglie: "Dybala mi ha mandato un messaggio! Dybala mi ha mandato un messaggio! Lui è un campione, sono un suo grande fan. Ho parlato con lui, mi ha detto di scrivergli in caso di bisogno al mio arrivo. L'ho ringraziato".
Come immagini i tifosi della Roma?
"In Brasile si dice molto "Pazzi appassionati", la tifoseria della Roma mi ricorda molto quella del Flamengo. I tifosi hanno una grandissima passione e l'ho vista al mio arrivo, in aeroporto, ripeto, alle 6.10 di domenica mattina. C'era così tanta gente che ama questo club e vuole il meglio per questa squadra. Per questo il messaggio che posso mandare ai tifosi è che darò sempre il massimo, quando non ci arriverò con la qualità ci metterò la voglia e la corsa, è questo che ho imparato, Forza Roma!"
Nella Roma hanno giocato altri brasiliani molto importanti: tra i terzini Cafù e Maicon. Deve essere un onore per te arrivare alla Roma.
"Sì, è un onore indossare la maglia che hanno indossato questi giocatori. Gente come Cafu e Maicon sono una fonte di ispirazione per me, per cui sono molto felice di vestire questa maglia, e spero che un giorno qualcuno possa ispirarsi anche a me. Sì, prima di tutto ringrazio Dio, per l'opportunità che mi sta dando di realizzare un sogno. Ringrazio anche la mia famiglia, mia moglie, mia figlia, tutti i miei amici, i miei compagni, mia madre, anche lei è molto importante. Ringrazio anche la Roma per tutto quello che sta facendo per me. Sto realizzando un sogno che avevo sin da bambino e che hanno tutti i giocatori, ovvero quello di giocare in Europa. Ringrazio tutti dal profondo del mio cuore, a partire dal presidente, che ha lottato per avermi. Oggi sono qui e sono molto felice".
Adesso, naturalmente, un saluto ai tifosi della Roma.
"Daje Roma!".
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