AS Roma

Non solo Wesley: da Maicon a Cafu, quando la fascia è a ritmo di samba

Tanti i brasiliani che hanno occupato le corsie giallorosse: alcuni sono andati molto bene; altri - come Cicinho, Dodò e Michel Bastos - assai meno

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
22 Luglio 2025 - 19:10

Con il probabile ingaggio di Wesley, la Roma avrà finalmente l’esterno destro titolare tanto richiesto da Gian Piero Gasperini: il classe 2003 del Flamengo rinverdisce la tradizione dei terzini brasiliani della Roma; una tradizione che da un lato rievoca ricordi dolcissimi, dall’altro ha visto anche qualche flop. Il predecessore più illustre di Wesley è senza dubbio il “Pendolino”: Marcos Cafu, autentico protagonista del terzo Scudetto romanista proprio sulla stessa corsia che ora occuperà il suo connazionale. Con le sue sgroppate rapidissime e i suoi cross, ebbe un rendimento straordinario nel 2000-01, ma anche nelle altre stagioni vissute all’ombra del Colosseo: due volte Campione del Mondo con il Brasile, alla Roma ha collezionato 218 presenze tra il 1997 e il 2003, con 8 reti e la vittoria del tricolore e di una Supercoppa Italiana.

Molto bene su quella corsia anche Maicon, seppur approdato in giallorosso ormai a fine carriera: l’ex Inter, prelevato dal Manchester City nel 2013, disputa una prima stagione stellare, contribuendo al secondo posto della Roma di Garcia. Nelle due stagioni seguenti, però, i guai fisici ne limitano l’utilizzo: alla fine dei tre anni di contratto saluta con 69 presenze e 5 gol. Nel tentativo di sostituirlo Sabatini porta a Roma un altro brasiliano, Bruno Peres, reduce da due anni d’oro al Torino: in giallorosso però il paulista non brilla, anzi, e viene mandato in prestito in patria. Quindi torna per un anno a Roma, ma nel 2021 saluta definitivamente, chiudendo la sua avventura romanista con 132 gare e 6 reti. Dallo Stato di San Paolo – per la precisione da Pradopolis – proviene anche Cicinho, acquistato dal Real Madrid nell’estate del 2007: nonostante le alte aspettative, la mancanza di condizione fisica e uno stile di vita sregolato ne condizionano il rendimento negli anni del primo Spalletti e, dopo un paio di prestiti, saluta nel 2012.

Era terzino destro in Brasile, ma in Italia diventa ben presto un esterno d’attacco, anche Amantino Mancini: in patria aveva giocato quasi sempre sulla linea difensiva, e così pure nelle 13 presenze in Serie B, al Venezia. Ma, una volta approdato a Roma, Capello lo alza sulla linea dei centrocampisti, e da lì in avanti il numero 30 si rivela un fattore offensivo che farà le fortune della Roma negli anni a venire.

Corsia sinistra

Spostandoci sulla corsia opposta, ecco Dodò: acquistato da Sabatini nell’estate del 2012, a vent’anni, il terzino sinistro fatica a inserirsi e nel 2014 viene ceduto senza rimpianti all’Inter. Esperienza romana ancor più breve per Michel Bastos, preso dall’Al-Ain nel gennaio 2014 proprio per sostituire l’infortunato Dodò: per lui 17 presenze e 1 gol con la Roma, ma entra nel cuore dei tifosi per una sciarpa... particolarmente colorita mostrata ai tifosi al suo arrivo nella Capitale.

L’unico ad aver ben figurato sulla fascia sinistra è stato Emerson Palmieri, arrivato come un illustre sconosciuto dal Palermo nel luglio 2015, diventa titolare con Spalletti, mettendo in mostra un’ottima tecnica e una buona attenzione alla fase difensiva. Dopo essersi rotto il crociato nel giorno dell’addio al calcio di Totti, a gennaio 2018 saluta: in totale per lui 47 presenze (con 2 gol) in maglia giallorossa.

Feeling

Wesley, salvo sorprese, sarà il 46esimo brasiliano nella storia della Roma, a dimostrazione dello speciale legame tra il giallorosso e i verdeoro: il primo a giocare in giallorosso fu Dino Da Costa, bomber da 12 gol nei derby, approdato nella Capitale nel 1955. E poi Amarildo e Sormani, Falcao e Cerezo, Renato e Andrade, Aldair e Taddei, Juan e Fabio Junior, Lima e Jair, Marquinho e Marquinhos, Zago e Simplicio. Alcuni hanno fatto benissimo, altri benino, altri decisamente male: l’auspicio è che Wesley possa rientrare nel primo gruppo.

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