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Grinta e cuore

Da De Rossi a Spalletti: Mancini c’è

Il difensore giallorosso sempre più protagonista: certezza in campo e con meno gialli, ora sogna l’Europeo

Mancini sotto la Curva Sud

Mancini sotto la Curva Sud (GETTY IMAGES)

Andrea Di Carlo
24 Marzo 2024 - 07:00

Si scrive leader, si legge Mancini. Nella Roma dove spesso, con pieno merito, si prendono la scena e le copertine giocatori del calibro di Dybala, Lukaku e Pellegrini, il numero 23 giallorosso rimane una delle certezze della squadra di Daniele De Rossi. Cattivo (agonisticamente parlando), concentrato e sempre sul pezzo, il difensore toscano rimane protagonista di una crescita costante davvero impressionante, che va avanti ormai da diverse stagioni, con diversi moduli e allenatori diametralmente opposti. Era stato, giustamente, definito uno dei fedelissimi di Mourinho, ma i numeri stanno confermando la sua centralità anche sotto la guida di De Rossi: è il primo per minutaggio, visto che ne ha totalizzati 1.040 su 1.200 a disposizione. Leader ormai consolidato in giallorosso, ora sembra sia arrivato il momento per avere finalmente ambizioni azzurre: c’è un Europeo in arrivo a fine stagione, ancora da conquistare.

Tuttofare inesauribile

A guardare la sua crescita e le sue caratteristiche verrebbe quasi da domandarsi come faccia un ct a non portarselo dietro in una competizione simile, essendo calciatore buono per tutte le stagioni e occasioni. Leader difensivo nella retroguardia a tre, sia nel cuore del reparto che da “braccetto”, con il cambio del modulo da tre a quattro ha messo a tacere anche gli ultimi detrattori, mantenendo lo stesso livello di prestazioni. Marcatore asfissiante ma, nel tempo, è diventato anche pregevole costruttore dal basso, tanto da prestarsi al ruolo di mediano basso con Fonseca in panchina. Ma i suoi lanci e le sue verticalizzazioni sono diventate ormai un marchio di fabbrica: basti pensare all’assist per Zaniolo a Tirana e l’imbucata per Dybala a Budapest nelle due finali europee disputate in giallorosso. 
Non solo le caratteristiche giuste, ma anche la personalità di chi non soffre mai alcun palcoscenico, di chi ha ormai esperienza nel nostro campionato e in campo europeo. A questo occorre aggiungere anche un dato significativo, che riguarda i cartellini gialli, un tempo una condanna per Mancini. In questa stagione in 37 presenze ne sono arrivati “solo” 8 (e un rosso in Coppa Italia). Basti pensare che lo scorso anno aveva chiuso con ben 14 gialli in 51 presenze complessive, nella prima stagione di Mourinho la quota dei gialli aveva toccato addirittura la soglia dei 21 cartellini. Bene così.

Sogno azzurro

Stasera (ore 16 locali, le 21 italiane) alla Red Bull Arena di Harrison, l’Italia di Spalletti tornerà in campo per la seconda amichevole della tournée americana. E Mancini, così come Pellegrini, dovrebbe scendere in campo da titolare con la maglia azzurra. Una chance importante per il Mancio, per far vedere al ct tutta la sua leadership nel guidare il reparto arretrato. Da una convocazione strappata in extremis, dopo l’allontanamento di Acerbi per il caso di razzismo con protagonista Juan Jesus, la speranza è che ne nasca un’opportunità in grado di far cambiare le gerarchie lì dietro. Il numero 23 giallorosso ci spera, anzi ci conta: dopo l’affermazione con la maglia della Roma, manca adesso quella in azzurro. De Rossi se lo coccola e a lui non rinuncia mai, da stasera vedremo lo spazio che l’Italia di Spalletti gli riserverà da qui a giugno.

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