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Video rubato, la Procura della FIGC ascolta la donna licenziata dalla Roma

La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha dato il via ufficiale alle indagini per fare chiarezza sul licenziamento di due dipendenti del club giallorosso

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La Redazione
19 Marzo 2024 - 14:43

La Procura della FIGC ha dato ufficialmente il via alle indagini sul caso del licenziamento di due dipendenti dell'AS Roma in seguito al 'furto' e alla diffusione di un loro video intimo e privato. Il procuratore Giuseppe Chinè ha ascoltato i due ex dipendenti del club che sembrerebbe essere stato rubato e diffuso da un giovane della primavera giallorossa. Insieme ai due protagonisti chiaramente dal Procuratore Chinè era presente anche il legale Francesco Bronzini, che si starebbe battendo per un reintegro che fino a questo momento ancora non c'è stato. 

 

Nei giorni scorsi c'è stato anche il comunicato della Roma stessa che ha espresso la propria posizione: 

"La Società, nel ribadire la correttezza del proprio operato, intende evidenziare alcuni fatti rilevanti di cui è venuta a conoscenza nel novembre 2023, che hanno determinato la decisione aziendale assunta: Il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni. I fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento, quando il provvedimento della Società ha riguardato contestualmente (­lo stesso giorno e alla stessa ora) anche il ragazzo coinvolto nei fatti. È peraltro purtroppo vero che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative. L’AS Roma comunica che intende fermamente tutelarsi a difesa dei propri interessi, in tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati, ristabilendo la verità oggettiva dei fatti".

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