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Il lutto

Addio a Alberto Mandolesi, la voce romanista

Aveva 76 anni, fu il primo a parlare di Roma in radio

In foto Alberto Mandolesi

In foto Alberto Mandolesi

12 Febbraio 2024 - 08:57

La notizia tristissima è arrivata ieri pomeriggio, Alberto Mandolesi non c’è più. All’età di 76 anni scompare la storica voce giallorossa che per prima iniziò a raccontare in diretta le partite della Roma con radiocronache memorabili. Erano le 14 del 16 giugno 1975 su Radio Roma e in pochi immaginavano che quella data avrebbe fatto in qualche modo la storia della Roma oltre che della radiofonia locale.

«Gooooooooooooooooooool» gridato alla brasiliana ha sempre risuonato nella testa di chi, come me che custodivo anche un suo autografo che una domenica sera mi portò mio padre dallo stadio, fin da bambino girava per casa cercando di imitarlo, emularlo, sognando la Roma, rompendo vetri e soprammobili. Assoluto innovatore nel mondo del giornalismo romano, portò passione, ironia e il Brasile, dove aveva vissuto per quasi un anno, ammirando i telecronisti verdeoro, nelle nostre orecchie. Facile, si dirà, era la Roma di Falcao e poi Cerezo. In quegli anni e nei precedenti un’ascesa incredibile di Mandolesi, fatta di intuizioni (come fare il processo al processo di Biscardi ogni martedì) e di comparsate dall’amico Michele Plastino negli studi di Goal di notte, tra analisi approfondite e sfottò. Fino al “match program” distribuito allo stadio, “Cuore Romanista”.

Scrisse “Romagol”, sulle note della celebre in quegli anni Chi chi chi co co co (cover di Kirie kirio del gruppo afro disco Black Blood) di Pippo Franco, che andò ospite a Sanremo ’83 a cantarla e la fece interpretare a Pato Moure, inseparabile amico, fratello di leche, del Divino numero 5. Unì calcio e musica, le sue passioni, anche incidendo Roma oè! altra canzone dedicata alla sua squadra del cuore.

Storici gli urli per l’ultimo gol giallorosso di Cerezo, il «Dio c’è» di San Siro per il rigore parato da Cervone a Papin, i suoi «Roma uno, Lazio niente» nei derby. La Roma di Voeller, Giannini, Aldair. E poi quella più “recente”, quella di Totti, che conquistò un altro scudetto raccontato da Alberto. «Pazzesco! La pagina della Serie A TIM ha pubblicato il minuto della mia radiocronaca del 28 marzo 1993 quando esordì Totti», scrisse su Facebook anni fa, ricordando l’occasione della “profezia”: «Fu anche culo - mi raccontò Mandolesi per il nostro giornale nel 2020 - era già forte, io lo seguivo in quegli anni, mi venne naturale dire “un momento storico”, ma aggiunsi “a voler esagerare”. Successivamente lo invitai a Rete Oro e fu la sua prima intervista, lo volevano tutti ma scelse di venire da me. E anticipò il suo futuro».

Sabato sera la Tevere gli aveva dedicato uno striscione: «Forza Alberto, raccontaci un altro gol», lui aveva ringraziato attraverso i suoi figli su Facebook: «Mi ha fatto molto piacere». «Voce di indimenticabili emozioni giallorosse, sarai sempre nei nostri cuori», ha twittato la Roma dopo la notizia della sua morte. «Mai dimenticherò la tua voce il tuo sorriso», il pensiero social di Bruno Conti e tanti altri romanisti, da Rosella Sensi e Antonello Venditti a Giannini e Righetti. Le esequie di Mandolesi si terranno domattina alle 10 alla chiesa del Sacro Cuore Immacolato di Maria in piazza Euclide.

Per noi che cercavamo un’altra vita, un altro mondo, per noi romanisti, grandi o piccoli, sentir vibrare i transistor delle radioline grazie a Mandolesi che perdeva la voce a ogni gol della Roma, era una gioia, un orgoglio. Ce l’avevamo solo noi uno così. Pochi giorni dopo l’addio a Giacomo Losi, un’altra sofferenza per i cuori giallorossi, che ora batteranno ancora un po’ più forte.

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