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La gestione

Un trofeo, le cessioni e gli zero

Le finali europee e i big arrivati tra tanti paletti. Ma anche qualche flop

Pinto durante una conferenza stampa

Pinto durante una conferenza stampa (GETTY IMAGES)

Diego Sarti
05 Gennaio 2024 - 08:00

Una storia fatta di alti e bassi. Si conclude dopo tre intensi e lunghi anni l’avventura di Tiago Pinto con la Roma. Lascerà la Capitale il prossimo 1° febbraio, appena conclusa la finestra di mercato che da pochi giorni è iniziata. Una separazione che avviene proprio nel giorno dell’anniversario delle sue tre stagioni in Italia: il 4 gennaio 2021 iniziò ufficialmente l’avventura del direttore portoghese a Roma. Arrivato tra scetticismo e curiosità, vista la sua giovane età, ma assunto con estrema sicurezza dalla proprietà americana dopo l’addio con Petrachi. Sotto la sua gestione è tornato nella Capitale un trofeo dopo tanti anni e diversi top player alzando l’asticella dell’intero club (con una riorganizzazione del settore giovanile sempre verde e un potenziamento delle squadre femminili non indifferente), il tutto in un periodo storico non semplice. Un miglioramento che va oltre la singola area sportiva, con progressi fatti in ogni ambito. Mantenendo sempre un profilo basso e lavorando con umiltà, mettendo la faccia anche in alcuni errori che ha commesso durante la sua esperienza. Un esempio? Renato Sanches, che ormai giunti a metà stagione si sta rivelando un acquisto flop. Nonostante ciò, Pinto si è assunto tutte le responsabilità già a settembre durante una conferenza stampa: «Per tutto quello che andrà male con lui ci sarà solo un responsabile e sono io», disse. Potremmo considerare acquisti “bocciati” anche quelli di Shomurodov e Viña, arrivati a Trigoria per una cospicua cifra e usciti da esuberi.

Tralasciando il lato oscuro di quest’esperienza, con Tiago Pinto sono arrivati giocatori del calibro di Lukaku e Dybala, uno in prestito, l’altro a parametro zero, una strategia usata spesso in queste sessioni di mercato. Colpi inaspettati, così come l’ingresso in panchina di José Mourinho: grazie alla combo portoghese è arrivata la vittoria della Conference League. A Tirana la Roma si presentò con diversi giocatori portati dal gm di Porto che si rivelarono decisivi durante quella stagione, come Abraham e Rui Patricio. Nell’avventura di Pinto a Roma poteva arrivare anche un secondo trofeo europeo, tutti sappiamo come è andata a finire. Per raggiungere Budapest un altro innesto cruciale: Nemanja Matic, che poi ha voluto trasferirsi al Rennes la scorsa estate per tre milioni di euro più bonus. Una cessione, quella del centrocampista serbo, che non ha entusiasmato la piazza, al contrario di tutte le altre fatte nel giugno 2023, quando è riuscito a piazzare ben sette giocatori guadagnando i famosi 30 milioni per il settlement agreement entro la fine del mese. Ora, però, c’è l’ultimo scoglio da superare prima di salutarsi definitivamente: portare al più presto un centrale difensivo alla corte di José Mourinho.

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