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Un tunnel senza fine

Il record del paziente inglese: 118 giorni out

Smalling fuori da 4 mesi. Nel 2012 saltò ben 23 gare tra nazionale e Man Utd

Smalling durante una seduta d'allenamento della Roma

Smalling durante una seduta d'allenamento della Roma (GETTY IMAGES)

Diego Sarti
27 Dicembre 2023 - 14:13

Ben 118 giorni dopo, 20 partite saltate e una luce che in fondo al tunnel fatica a vedersi. Chris Smalling continua ad assistere ogni match dalla tribuna essendo indisponibile per José Mourinho e, proprio oggi, ha raggiunto un nuovo record – negativo – della sua carriera: mai è rimasto per così tanto tempo fermo ai box causa infortunio. Infatti, solo nel 2012 con il Manchester United fece registrare uno stop durato 115 giorni, facendogli saltare 23 partite tra nazionale e club. In quel periodo Smalling dovette affrontare una frattura al metatarso, subìta in estate e guarita a fine novembre, scendendo poi in campo per 23 volte, collezionando 1.724’ in quella stagione. 

Ma, tornando ad oggi, il centrale inglese finora è riuscito a collezionare solamente 245’ in tre partite giocate. Una problematica, quella della tendinopatia perirotulea inserzionale, divenuta ormai cronica: da un piccolo e trascurabile fastidio ne è scaturito un dolore lancinante che non gli consente di allenarsi. Questa lesione al tendine, che collega la rotula alla tibia, è comunemente chiamata "ginocchio del saltatore", poiché colpisce in particolar modo i pallavolisti. Per curare questo tipo d’infortunio c’è bisogno di un trattamento conservativo che ha come obiettivo quello di migliorare la tolleranza al carico da parte del tendine: una tolleranza che Smalling sta faticando a raggiungere. 

Un 2023 sicuramente non facile per il centrale inglese, che punta a tornare il prima possibile in campo. Il giocatore si allena a parte a Trigoria, svolgendo la cosiddetta seconda fase del recupero, composta da esercizi di rinforzo e progressione del carico, cercando di rinforzare quanto più possibile la fascia muscolare colpita dall’infortunio. Il recupero, che si divide in tre fasi, è soggettivo: ogni paziente ha i suoi tempi per ritornare all’attività sportiva. Per Smalling, questo è uno degli infortuni più duri che potevano colpirlo e proprio per questo anche lo staff medico fatica a dare una data precisa per il ritorno in campo. Il rientro è ormai diventato un rebus e, con la partenza di Ndicka per la Coppa d’Africa, dovrà arrivare almeno un rinforzo per il reparto difensivo. Pinto è già al lavoro. 

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