AS Roma

Abbonamenti, già in 35mila: un miracolo chiamato romanista

È amore senza resa. L’Olimpico stracolmo con lo Spezia come avvenne nel 1991 al Conti Day, pochi giorni dopo la finale di Coppa Uefa persa con l'Inter

La Curva Sud ringrazia la Roma di Mourinho

La Curva Sud ringrazia la Roma di Mourinho (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
06 Giugno 2023 - 08:07

Trentacinquemila abbonati già superati, esauriti i settori popolari (Curve e Distinti, sia nord che sud). Un numero già vicino al totale della stagione appena conclusa (36 mila) e che verosimilmente verrà sforato. Al termine di un’annata lunga e travagliata, che non si è conclusa come i romanisti sognavano, che con un trofeo per certi versi insperato sarebbe stata una fine trionfale, per alcuni può sembrare un’utopia. Ma i romanisti, forse, non credono ai miracoli ma li sanno fare. Un po’ come la squadra di Mourinho, che a detta proprio del tecnico di Setubal un mezzo miracolo l’ha compiuto arrivando in finale di Europa League, con la coppa sfuggita a Budapest per un soffio di troppo o per un fischio in meno, e rimanendo aritmeticamente in corsa per la Champions League anche tramite il campionato fino a due giornate dalla fine, nonostante infortuni e sviste arbitrali incredibili e reiterate soprattutto dopo il caso Serra (Cremonese-Roma del 28 febbraio scorso). Miracoli da una parte e dell’altra, ma anche normale amministrazione.

Per i romanisti, che nonostante l’inequivocabile empatia prodotta dalla sola esistenza dello Special One, non hanno mai lasciato sola la squadra. Normale amministrazione anche per Mou, che anche se con condizioni societarie diverse, è sempre stato un lottatore. Che si nutre di ambizione anche e proprio dalle difficoltà. Lui e la squadra, i tifosi: cioè la Roma. Sono riusciti a creare un filo conduttore così saldo che l’Olimpico dell’altra sera tutto sembrava tranne uno stadio riempito da tanti cuori delusi per l’epilogo della finale di Europa League a Budapest. Tutt’altro, l’Olimpico era pieno, c’erano quasi tutti quelli che hanno viaggiato fino alla Puskas Arena. L’Olimpico non sembrava uno stadio ferito, che pure lo era, non sembrava uno stadio triste, che pure lo era. Sembrava uno stadio ancora più colmo d’amore, che voleva tirar fuori la voce. Anche contro le ingiustizie subite.

Il cuore dei sostenitori giallorossi più adulti è tornato senz’altro al 1991. Al 22 maggio, per la precisione. Che poi sia la data anche della prossima finale di Europa League, nel 2024, a Dublino, che sia la stessa in cui, nel 2010, sulla panchina dell’Inter José Mourinho ha realizzato il Triplete alzando la Champions contro il Bayern Monaco, e che proprio contro l’Inter nel ’91 la Roma perse in casa la coppa Uefa (con un discusso arbitraggio all’andata per il 2-0 dei nerazzurri), è, crediamo, solamente casuale. Che poi l’Olimpico il 23 maggio 1991 si unì in un coro d’amore da record per l’addio al calcio già programmato di Bruno Conti, il giorno dopo una finale persa, è crediamo solamente amore. Così come l’Olimpico di domenica sera, quattro giorni dopo un sogno scippato, che ha contribuito a convincere José Mourinho che i romanisti non vanno lasciati soli perché non hanno mai lasciato sola la Roma, la squadra e l’allenatore.

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