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L'alfabeto di Roma-Sampdoria: dall'euro gol di Totti all'ultimo di De Rossi

La prima volta dello striscione del Cucs e il gol decisivo di Losi. E poi Dibba, Ddr e Bruno Conti in Sud: la sfida con i blucerchiati evoca emozioni forti

L'alfabeto di Roma-Sampdoria

L'alfabeto di Roma-Sampdoria (GETTY IMAGES)

02 Aprile 2023 - 11:24

Contro la Sampdoria l'euro gol di Totti nel 2006 e l'ultimo in carriera di Daniele De Rossi. Contro i blucerchiati la Roma si vide scivolare via uno storico scudetto tra le mani il venticinque aprile del 2010. La partita di oggi, tra gioie e dolori, suscita emozioni forti nei tifosi giallorossi.

 

A - Amadei

La prima lettera e la prima partita. Il Caro amico di Roma-Sampdoria è Amedeo Amadei che il 22 settembre 1946 segna 3 gol alla Samp nella prima sfida di sempre tra noi e loro: finirà 3-1. L’inizio di una storia speciale.

B - Serie B  

La Roma nella sua storia ha giocato solo un anno in Serie B, campionato che poi ha vinto (quando su 22 squadre veniva promossa direttamente solo la prima). Quando la Roma retrocesse Rascel disse una frase che è diventata un marchio: «La Roma non si discute, si ama». In un’occasione la Roma ha giocato nella sua storia scrivendosi quella frase sulla sua maglia: contro la Samp. Era il 3 gennaio 2021, in occasione del trentennale della scomparsa di Renato Rascel. Al centro del petto.

C - Cerezo 

Cerezo e il “suo” ultimo minuto come lo raccontò – in lacrime – Alberto Mandolesi. Altra storia di Roma, altra storia di Roma-Samp, altra storia di notte e di coppe e di addii che non dimentichi nemmeno adesso. Cerezo è in panchina, sarebbe dovuto essere al Mondiale, sarebbe dovuto già essere della Samp dove andrà e vincerà quello che sognava di vincere qua; entra per giocare qualche scampolo di quella che già sanno tutti essere la sua ultima partita con una maglia per cui piange ancora oggi quando ritorna per l’hall of fame. La Roma è piena di ragazzini, la sta vincendo la partita e questa Coppa (1-0 quando all’andata a Marassi era finita 2-1 per gli altri), Impallomeni dalla destra, un cross, colpo di testa di Cerezo, gol. «Toninho Cerezo all’ultimo minuto, il suo ultimo minuto». Il nostro ultimo minuto in attesa di chissà quale altro Capodanno.

D - Di Bartolomei 

Agostino ce lo metto sempre perché è giusto e perché il 9 gennaio 1977 alla Sampdoria in una partita vinta 3-0 segnò una doppietta (come la doppia di Dibba) all’Olimpico. Quanto o cosa significhi quella partita e che nel tabellino ci sia il nome del Capitano andate a leggerlo alla lettera Q (anzi se non lo sapete, evitate).

E - Esordio

Alla Samp ha fatto il gol più bello, alla Samp sarebbe dovuto andare secondo Carlitos Galbuseira Bianchi, con la Samp ha esordito da titolare con la Roma: era il 16 dicembre 1993. Vierchowod gli fa fallo, lui uscirà sostituito da Lapini (che va nella storia per sempre per questo). Un giornale alla vigilia lo aveva chiamato per sbaglio Alessandro Totti. Poi non si sbaglierà più nessuno.

F - Flora Viola

 La Coppa Italia alzata al cielo dalla presidentessa a Marassi è tra le immagini più care della nostra storia, tra le più significative anche: un gesto che immortalava per sempre la fine di un’epoca di sogno, quella della Roma di Dino Viola e di Flora sua moglie. 

G - Go west 

“Alè forza Roma alé, alé forza Roma alé, alé forza Roma alé tutti insieme forza Roma alé”. Così più o meno per 120’ sulle note di “Go West” dei Pet Shop Boys, durante un Roma-Sampdoria del 16 dicembre 1993, ritorno di Coppa Italia perso all’andata 2-1, vinto al ritorno 2-1 e perso ai rigori. Ma… “Alè forza Roma alé, alé forza Roma alé, alé forza Roma alé tutti insieme forza Roma alé”. Sulle note di “Go West”. Sono queste le partite che caratterizzano i romanisti.

H - Ho visto

Ho visto Totti segnare alla Sampdoria a Genova. Lo hanno visto tutti, lo hanno applaudito pure i sampdoriani. Era il 26 novembre del 2006.

I - Iorio 

Come Iorio Maurizio, anche se fosse per Liedholm andrebbe messo sotto la Gi di Giorio. Ma è un modo, doveroso e sentitissimo, per ricordare il secondo attaccante della Roma Campione d’Italia 1982/83 decisivo in tante occasioni, ma mai come in questo Roma-Samp del 30 gennaio 1983, in una partita ostica, contro l’unica squadra che ci ha battuto quell’anno oltre alla Juventus, alla fine di una serpentina in orizzontale fino a fiondare dal limite il vantaggio alle spalle di Paolo Conti (proprio lui). Bellissimo. Il Corsport il giorno dopo titolerà che la Roma fa il vuoto, grazie anche al pari della Juve col Verona. Tutto vero: quell’anno c’eravamo solo noi.

L - Losi 

Giacomino. Core de Roma che diventa tale, per tutti, l’8 gennaio 1961 in una partita all’Olimpico contro la Sampdoria, giocata da infortunato, messo all’ala come si metteva chi stava male e non poteva essere sostituito (perché le sostituzioni non c’erano).  Tanto per. Tanto per esserci. Tanto per non lasciare da sola la squadra. Tanto per dare fastidio un minimo all’ala avversaria. Tanto per coprire mezzo metro di campo. Tanto per segnare. Perché Giacomino gigante pollicino, con la spalla infortunata, salta e segna sotto la Sud il gol della vittoria. Ah la Roma era in nove. Queste cose bisogna saperle quando si parla di epica romanista. Perché epica fu.

M - Magnani

Anna. Nannarella. Mamma Roma. Il volto di questa città. Lei il 13 maggio 1951 sta al Flaminio a tifare una squadra sull’orlo della Serie B, appena affidata a Guido Masetti, primo portiere e capitano di una Roma scudettata nemmeno 10 anni prima. La partita è contro la Samp: finisce 5-0. Su YouTube trovate il filmato di Anna Magnani che tifa la Roma. Di Roma che tifa se stessa.

N - Nela 

Sebino. È il 10 maggio 1987, siamo sul finire di una stagione che sarebbe dovuta essere quella del riscatto dopo Roma-Lecce, quella del decollo dopo la clamorosa e storica rimonta della Roma di Eriksson finita senza tricolore e invece finisce in contestazione, senza nemmeno la zona Uefa raggiunta, con Eriksson che se ne va e Sebino Nela che si fa male contro la Samp. Quella partita era iniziata con Cerezo che tornava sotto la Sud e mandava baci alla Curva, finirà con Ancelotti che va comunque a ringraziare i tifosi. Se ne andrà Ancelotti. Cerezo non tornerà più, Nela tornerà correndo correndo “ed il bosco è uno stadio che s’illumina a giorno, un applauso ti farà”.

O - Old Trafford

 Il 7-1 del cavolo contro il Manchester. Dopo quella sconfitta qualcuno a Trigoria fece recepire una cassetta con delle carote ai giocatori: la partita dopo c’era la Sampdoria. Finì 4-0. Non c’erano conigli in quella squadra.

P - Petrini Carlo

Ci hanno fatto anche uno spettacolo teatrale sul gesto di Carlo, l’attaccante “maledetto” e sbagliato del calcio italiano che alla Roma ha giocato una stagione e che in una partita contro la Samp sbagliò l’impossibile prima di segnare il gol vittoria, con tanto di scuse plateali. Applausi. Era il 14 dicembre 1975.

Q - Quarantasei

Quarantasei anni più un paio di mesi. Ma esiste un tempo per il mito? Sì. C’è anche una data e persino una partita: Roma-Sampdoria, 9 gennaio 1977. Per la prima volta e per sempre il Commando Ultrà Curva Sud espone il suo striscione (di 42 metri). Basta. Più che una lettera dell’alfabeto, il linguaggio del cuore.

R - Roma

Quattro lettere un amore un lungo brivido in fondo al cuore. 

S - Smalling

Un po’ d’attualità. S come Smalling: il difensore inglese contro la Samp giocherà la sua 100esima gara in Serie A, ovviamente tutte con la Roma. Speriamo in almeno altrettante partite con gli stessi colori.

T - Trenta maggio

Ce n’è un altro della nostra storia, con però uno dei protagonisti di quella notte. Questo è il 1991, finale di andata di Coppa Italia contro la Samp: Bruno Conti è su uno dei muretti dei gruppi del tifo organizzato in Curva Sud. Una settimana prima si era ritirato dal calcio: il Gran Finale c’era scritto per una gara giocata dopo il ritorno di Uefa con l’Inter. Una settimana e Bruno Conti saluta tutti dal posto dove naturalmente andava finendo con le ginocchia sbucciate le sue corse ragazzine. Trenta maggio. Bruno Conti. La Curva Sud. C’è un po’ tutto.

U - Ultimo gol

L’ultimo gol della Bandiera. È il 6 aprile del 2019, esattamente quasi quattro anni fa. Eppure sembra davvero un’altra epoca. A Genova, contro la Samp (dove divenne Capitan Futuro nella gara del supergol di Totti), Daniele De Rossi il più ultras dei calciatori della Roma dal 1927 segna il suo ultimo gol con la Roma e corre verso il settore. Non lo sapeva che sarebbe stata la sua ultima rete, non lo sapevamo prima di un tweet senza senso. Fatelo tornare alla Roma. In campo, dico.

V - Venticinque aprile

Quella data del 2010 e una sconfitta che fa ancora male. È così. Dopo il Liverpool, il Lecce, la Sampdoria; credo che sia oggettivamente il podio di dolore che ogni romanista ha. Quella data e non il nome di quell’attaccante. Tutto un giorno tornerà. Tutto un giorno dovrà tornare.

Z - Zar

Come Pietro Vierchowod. Perché dopo Cerezo se c’è un doppio ex di questa partita, almeno per quelli della generazione che ha visto Falcao, questo è il “russo”. Vierchowod ha vinto lo Scudetto più bello di sempre giocando tutte le partite di quel campionato. Prendetene una a caso e capirete perché la sua mancata conferma è uno dei rimpianti più grandi della storia della Roma. Credo che poi avremmo vinto tutto sempre.

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