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Le parole

Spinazzola: "Vogliamo la qualificazione, dobbiamo essere uniti"

L'esterno giallorosso: "A metà percorso non stavo migliorando e vedevo tutto nero. Da gennaio invece ho cominciato a sentire che potevo tornare al meglio"

Spinazzola in campo contro la Juventus

Spinazzola in campo contro la Juventus (GETTY IMAGES)

La Redazione
09 Marzo 2023 - 13:51

Leonardo Spinazzola ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo AS in vista della gara di stasera contro la Real Sociedad in programma per questa sera alle 18.45 allo Stadio Olimpico.

Sei finalmente tornato ai tuoi livelli. Ti senti bene come prima del tuo infortunio?
"Non lo so, ho ancora bisogno di tempo. Sto ancora riprendendo ritmo, è presto ma sono molto contento di poter spingere con intensità per tutti i 90 minuti".

Il viaggio è stato lungo.
"Si, a metà percorso non stavo migliorando e vedevo tutto nero. Da gennaio di quest'anno ho finalmente sentito che potevo tornare al meglio"

La sfortuna ti ha fermato nel tuo momento migliore. Durante l'Europeo si parlava di te anche a Madrid.
"Vedere il proprio nome accostato a club così importanti ti fa emozionare, ma in quel momento ero concentrato sull'Europeo. Poi è successo quello che è successo".

Hai detto che faresti la guerra per Mourinho.
"Il mister mi ha dato fiducia e mi ha rassicurato ogni giorno. Ha vissuto i miei momenti di illusione anche quando ero fisicamente presente a Trigoria ma mentalmente su un altro pianeta. Sa dare serenità al gruppo, si basa sull'atteggiamento, non solo sui risultati. Se dai tutto non ti dice nulla anche se perdi".

Quale Roma troverà la Real Sociedad?
"Una squadra con identità, che vuole batterli e qualificarsi. L'Europa League è fondamentale per noi e quest'anno abbiamo obiettivi importanti, che stiamo vivendo partita per partita".

Che Real Sociedad ti aspetti?
"Stanno facendo molto bene in Liga, sappiamo che vogliono la palla e li analizziamo con i video. Facciamo diverse sessioni con l'allenatore prima durante e dopo ogni allenamento, saranno due partite molto difficili".

Avrai di fronte Oyarzabal, che hai battuto all'Europeo.
"È un grande giocatore, ma non è l'unico che hanno. Dobbiamo essere uniti in entrambe le fasi, senza guardare ai singoli nomi".

Ti sei ritrovato con Dybala dopo la Juventus.
"Paulo è un campione che può risolvere una partita in qualsiasi momento, è un ragazzo positivo che ci ha dato tanto dentro e fuori dal campo. Spero che segni due gol contro la Real Sociedad".

Gli argentini sono andati ai Mondiali e l'hanno vinto, l'Italia no. Com'è potuto succedere alla Nazionale campione d'Europa?
"Se l'Italia rigiocasse la partita con la Macedonia 100 volte, 99 sarebbero vittorie, è una questione di calcio, non si vedono più squadre piccole che perdono 5 o 6 a 0. Tutti si preparano meglio dal punto di vista tattico e ti rendono le cose più difficili. È stata dura, ma ci rifaremo".

Mancini sta cercando di ricostruire la magia dell'Europeo: è vero che sapevate di arrivare fin qui? 
"Sì, in quel gruppo spettacolare c'era qualcosa nell'aria che non so spiegare. Si aveva la sensazione di poter vincere sempre e questo è stato mantenuto fino all'ultimo rigore a Wembley".

Di quel gruppo faceva parte anche il grande Vialli. 
"Un elemento fondamentale. Era la nostra forza. Parlava poco, ma ogni parola ti arrivava alla testa, al cuore, all'anima. Senza di lui non avremmo vinto. Prima di ogni partita c'era un suo discorso che ti faceva riflettere, ti faceva sentire forte e, soprattutto, fortunato. Mi manca e mi mancherà. Molto".

Immagino che averlo vicino, nei primi giorni dell'infortunio, sia stato importante.
"Non solo nei primi giorni. Mi ha sostenuto per tutti i mesi del mio recupero. Ecco com'era".

Dopo aver vinto un Campionato Europeo, ha potuto vivere un titolo internazionale con la Roma. Che festa c'è stata per la Conferenence?
"È stata pazzesca, inspiegabile. Quando abbiamo sollevato la Coppa, ho detto "domani a Roma capiremo cosa abbiamo fatto". Era così grande che non siamo riusciti a finire il girone di ritorno con il pullman. Mi hanno detto che vincere a Roma è come vincere 100 volte altrove. Ed è vero.

 

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