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SOS rosa corta. La Roma è in panne, Mourinho lancia l'allarme

Il ko in Coppa ha riacceso il dibattito sul gruppo. Mourinho sottolinea ancora: «Così andiamo in difficoltà». Le alternative ai titolari non danno garanzie al tecnico

José Mourinho durante una fase del match contro la Cremonese

José Mourinho durante una fase del match contro la Cremonese (GETTY IMAGES)

Andrea Di Carlo
03 Febbraio 2023 - 09:11

SOS rosa. Un allarme che ha ripreso a suonare nell’amara notte di Coppa Italia all’Olimpico, con José Mourinho pronto a sottolineare quanto il gruppo non sia pronto a gestire più partite all’interno della stessa settimana. Un input che lo Special One aveva avuto modo di lanciare già da tempo, segnale fatto passare però come la volontà del tecnico di non prendersi alcuna responsabilità e di addossare le colpe solo alla squadra. Ma i numeri e quello che il campo sta raccontando vanno nella direzione del Mou pensiero: l’undici titolare della Roma se la può giocare nella partita secca con chiunque, anche con lo sfavillante Napoli di Spalletti, ma cambiando o ruotando gli elementi il potenziale della rosa cala drasticamente. Le alternative sono lontane dai titolari, il gm Pinto non si è definito soddisfatto del mercato invernale appena chiuso con i soli arrivi, praticamente a zero, di Solbakken e Llorente.
Ma quali le valutazioni che danno ragione allo Special One? Vediamo nel dettaglio la situazione della rosa giallorossa reparto per reparto, dalla porta fino all’attacco.

Tra i pali
Non esiste rotazione nella testa di Mourinho. Gioca Rui Patricio e basta. Inutile menzionare il promettente Boer nel suo ruolo di terzo portiere, il problema attuale si chiama Mile Svilar. Nelle rare presenze del giovane portiere serbo si sono visti più limiti che punti di forza.

La difesa dei tre
Tre i titolarissimi, i tre corazzieri di Mou ai quali lo Special One non vorrebbe mai rinunciare. Smalling è il colosso, Ibañez «l’animale che mangia tutto» e poi Mancini, il soldato sempre pronto alla battaglia. Dietro di loro poco o nulla. Dal titubante Marash Kumbulla al neo arrivato Diego Llorente, ma serviranno risposte importanti per rappresentare delle vere e proprie alternative. 

Corto... campo
Un reparto alla ricerca di stabilità e equilibri. Concepito in estate con Matic e Wijnaldum in campo, ha dovuto subire diversi cambi e prove tattiche alla ricerca della formula migliore. Cristante l’inamovibile nella testa dello Special One, Pellegrini sempre pronto ad arretrare il suo raggio d’azione per dare una mano alla squadra poi poco altro. Alle spalle nomi in cerca d’autore, ragazzi che si faranno ma che ora non riescono a non essere etichettati da Mourinho come dei «bambini». Da Edoardo Bove, che in campo corre un "cane malato" a detta del tecnico di Setubal, a Benjamin Tahirovic, l’ultimo inserimento dal rigoglioso vivaio di Trigoria, il problema è che, finora, ha fatto vedere poco se non un modo di stare in campo molto scolastico. Camara sembra scomparso dai radar, Gini è appena tornato e servirà ancora qualche settimana per rivederlo in piena forma. Sulle fasce Spina e Celik faticano, Zalewski va a corrente alternata mentre sarà prezioso il reintegro di Karsdorp.

Mancano i gol
Dybala, Dybala e Dybala. Se vogliamo cercare numeri, presenze e statistiche confortanti dovremmo fermarci ad analizzare i numeri della Joya. In 19 apparizioni l’argentino ha totalizzato 10 reti e 5 assist. Alle spalle di Dybala una fatica enorme a far gol: Abraham ne ha fatti 6, Belotti 3, Zaniolo 2 e Volpato 1. Solbakken ha bisogno di tempo per inserirsi nei meccanismi, gli altri continuano a faticare, se non fosse per il momento positivo visitato dall’ex attaccante del Chelsea.
Per raggiungere il quarto posto e cullare sogni europei servirà l’aiuto di tutti, nessuno escluso.

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