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Tra il tema rinnovo e l'impatto in campo che manca: il buio oltre Zaniolo

Il lavoro sul contratto è fermo: entourage e società vogliono che parlino i risultati. Il modulo non lo aiuta ma l’involuzione del 22 è confermata dai numeri

Zaniolo all'Olimpico

Zaniolo all'Olimpico (GETTY IMAGES)

Andrea Di Carlo
10 Gennaio 2023 - 12:59

La premessa è d’obbligo e serve a darvi le giuste coordinate per introdurvi alla lettura di questo articolo con un approccio corretto. Infatti non leggerete nessun accenno alle parole “rinnovo”, “futuro” o “potenzialità”: tutto ciò che in questo momento non è tangibile, non ci interessa. Il nostro quesito e la conseguente riflessione volgono al presente, all’immediato, al domani inteso in senso calcistico, da Roma-Genoa in poi. La domanda secca è: Nicolò, dove sei finito? Se lo domandano in tanti tra i tifosi, con il cuore in subbuglio e la mente annebbiata, che provano a far coesistere l’affetto smisurato per il calciatore e quel senso di nostalgia per quanto il campo, in questo momento, stia raccontando. E la domanda, nostra e di tantissimi estimatori del calciatore,  non può non nascere e affondare le proprie radici in un pregiudizio positivo, di chi ha visto cosa Nicolò sia in grado di fare e si domanda, ancora speranzoso, quando tornerà a farlo. Quando il tempo ci restituirà quel meraviglioso cavallo di razza che in molti avevano definito un predestinato. Non un campione o un grande talento, ma un fuoriclasse dal sicuro avvenire, uno in grado di scrivere pagine importanti in campo, anche in ottica nazionale azzurra. E invece, complici anche due terribili infortuni, qualcosa sembra essersi fermato, quell’idea di giocatore rischia di rimanere cristallizzata nel tempo, senza più margini di ulteriore sviluppo. Non vogliamo crederlo, anzi chiediamo a Nicolò di smentirci, di allontanare il  più ingombrante dei presentimenti o la più nera prospettiva. I numeri però sono spietati e non ci aiutano a vedere il domani con animo sereno. 

Sono sedici le presenze stagionali e solo due gol all’attivo (contro il Ludogorets e l’Hellas Verona), tre assist e diverse prestazioni all’insegna del rimpianto per le occasioni create ma mai concretizzate. C’è un numero allarmante che fotografa in pieno la stagione di Zaniolo, ovvero il dato legato agli expected goals: per i lettori meno esperti si tratta del coefficiente che misura la probabilità di un tiro di diventare un gol. Ecco, Zaniolo non ha mai raggiunto il coefficiente dell’1.0, fermandosi a 0.9 nella gara contro il Ludogorets. A peggiorare il quadro ci sono tre partite (Inter-Roma, Roma-Napoli e proprio Milan-Roma) dove il dato non si è spostato dallo 0. Un attaccante mai in grado di essere pericoloso. Non può e non dev’esserci solo questo dato a raccontare la stagione del numero 22 giallorosso, ma le note positive tendono ad essere quantomeno offuscate da quelle negative. Senza dubbio il modulo di gioco e la posizione in campo non sembrano essere del tutto congeniali per quel fulmine visto come esterno puro d’attacco nella prima parte di carriera. Il possibile ritorno alla difesa a quattro potrebbe portare Mourinho a riconsiderare Nicolò meno come rifinitore e più come corridore in grado di portare a spasso le difese avversarie, vista anche la notevole fisicità che nel tempo ha avuto modo di guadagnare. 

Ma fino al cambio modulo, è lecito attendersi di più, più logica e più coinvolgimento, un’efficacia, sotto il punto di vista dell’esecuzione tecnica, da giocatore di livello. C’è una stagione davanti che può, anzi deve, regalare ancora grandi orizzonti: c’è la possibilità di staccare il pass per la prossima Champions League, tornare a vincere la Coppa Italia o di respirare l’atmosfera di una finale europea, come successo a maggio. Te la ricordi Tirana, Nico? E Roma-Porto? Conosciamo la riposta, ma vorremmo anche restassero delle splendide pagine di un album dei ricordi, non le ultime tracce del tuo talento. Quello ti vorremmo vederlo ogni gara, per silenziare così ogni nostro tormento.

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