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Ranieri: "La Roma è la mia vita. Stanotte non ho dormito"

Le parole del nuovo tecnico giallorosso: "I ragazzi sono abbattuti dopo l'eliminazione dalla Champions League. Ora bisogna reagire da uomini"

Claudio Ranieri, di LaPresse

Claudio Ranieri, di LaPresse

La Redazione
08 Marzo 2019 - 18:50

Claudio Ranieri è il nuovo allenatore della Roma. Nel giorno dell'ufficialità, il tecnico ha rilasciato alcune dichiarazioni a Roma Tv. Di seguito le sue parole.

"Essere nella Roma significa tanto, tutto. Sono stato tifoso, giocatore e allenatore. Era tanto che dormivo la notte. Stanotte quando ho ricevuto la chiamata dalla società non ho dormito, per cui è un buon segno. La mia romanità, il mio nascere a San Saba e crescere a Testaccio: la Roma è nel mio dna, tutta la mia vita calcistica è legata alla Roma. Quando giocavo nel Catania abbiamo fatto gli spareggi a Roma e prima di entrare allo stadio sul pullman ho fatto mettere la canzone di Venditti e con quella musica ho caricato la squadra, per cui tutto mi lega a Roma".

"La giornata è stata lunga ma bella, quando fai le cose con piacere non senti la fatica. Ho trovato Trigoria cambiata, molte cose nuove, si sta mettendo in piedi una struttura da squadra internazionale".

"Chiederò ai giocatori di dare il meglio di loro, di vivere la Roma come la vivono i tifosi, di sentire la maglia, la voglia di appartenere a questa città. Chiederò a loro di dare tutto, è importante che per 90' diano tutto quello che hanno. L'aspetto psicologico è la cosa più importante, dopo due sconfitte e l'uscita dalla Champions League i ragazzi saranno sicuramente abbattuti. Questo ormai fa parte del passato e loro devono saper reagire da uomini. Noi siamo fortunati per il mestiere che facciamo, pagheremmo per stare nella Roma, io in primis. Dobbiamo tirare fuori il meglio che abbiamo".

"I tifosi sono passionali, è logico che siano insoddisfatti quando la squadra perde però riescono a capire se la squadra lotta, si impegna. Questo lo vedono, dobbiamo dare tutto noi stessi per i nostri tifosi. Sono cambiato rispetto a quando ho iniziato 32 anni fa, se oggi sono stato chiamato dalla Roma è perché mi sono aggiornato, sono migliorato rispetto agli scorsi anni e da quando ho iniziato".

"In questa lunga giornata ho parlato con la squadra, chiedendo loro determinate cose. Il momento è delicato, in dodici partite ci giochiamo il futuro, c'è la possibilità di tornare in Champions League. I ragazzi sono sensibili, alcuni potrebbero essere non abituati, essendo giovani, a giocare in una piazza così importante, chiedo ai tifosi di stargli vicino ed incoraggiarli anche e soprattutto nei momenti difficili, perché poi alla fine chi soffre veramente siamo noi tifosi".
 

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