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Roma-Atalanta: attenti a quei due

I giallorossi vanno all’attacco della capolista nerazzurra con le sue stelle. Con la spinta dei tifosi, è l’occasione per allungare prima della sosta

L'abbraccio tra Dybala e Zaniolo dopo la vittoria sull'Helsinki

L'abbraccio tra Dybala e Zaniolo dopo la vittoria sull'Helsinki (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
18 Settembre 2022 - 09:58

Zitta zitta, approfittando del dibattito pubblico calcistico italiano così sterile e privo di fantasia, l’Atalanta si è ritrovata in testa alla classifica (prima da sola, poi in compagnia) con tutti i commentatori distratti ad alzare i toni ora in maniera trionfalistica sul Milan e il Napoli (e vedrete che cambi repentini di direzione del vento per la squadra che stasera dovesse perdere il confronto di San Siro), ora per enfatizzare le crisi vere o presunte delle altre pretendenti al titolo tra i tormenti di Allegri, i sospiri di Inzaghi e i black out di Mourinho. La partita che andrà in scena nel tardo pomeriggio all’Olimpico (calcio d’inizio ore 18, telecronaca esclusiva su Dazn) sarà un bell’esame per due, anche se ogni verdetto successivo a mezzo stampa dovrà essere preso con le molle. Ma è chiaro che se vincesse l’Atalanta ci sarebbe tutto il tempo della sosta per tornare a magnificare i ragazzi terribili di Gian Piero Gasperini, mentre se i tre punti fossero per la Roma il passaggio a vuoto tra Udine e la Bulgaria verrebbe archiviato come uno starnuto isolato in una giornata di sole e mare. 

A Gasperini va intanto dato il merito di aver iniziato un filone tattico calcistico che si è infilato a reclamare la sua presenza nella ormai vetusta contrapposizione tra giochisti e risultatisti. È il terzo polo del calcio italiano, quello che in qualche modo ne rinverdisce la tradizione, affidandosi a una fase di non possesso a uomo in ogni zona del campo, ma trasformando i vecchi contropiedi del catenaccio in verticalissime transizioni tanto più efficaci quanti più sono gli uomini catapultati nella metà campo avversaria durante queste folate offensive. Eccolo il germe nobile di una contaminazione vincente: si può partire anche da un presupposto difensivo per organizzare al meglio la propria squadra, ma l’obiettivo deve restare quello di fare un gol più degli altri e non di speculare solo sugli errori. Così nel tempo si è concretizzato un paradosso: per resistere e magari battere l’Atalanta anche squadre di rango tecnico simile o addirittura superiore hanno puntato sull’infoltimento del reparto difensivo.

Resterà nella storia del pensiero tattico evoluto del calcio moderno l’episodio della sfida di Champions tra il Real Madrid e i nuovi mostri dell’Atalanta con i blancos che rinunciando alla propria tradizione si sono messi per la prima (e resterà unica) volta con una difesa cinque per resistere all’impatto offensivo degli indiavolati avversari. L’allenatore, per la cronaca, era Zinedine Zidane, non un catenacciaro. Il Real Madrid passò il turno, a Gasperini rimase la soddisfazione di aver spaventato gli ex galácticos. Marzo 2021.

Oggi di quella squadra ammiriamo l’ennesima evoluzione. In attacco ora ci sono giovanotti dal cognome impronunciabile e dal curriculum ancora poco cliccato su internet. Guai sottovalutarne le potenzialità: Hojlund si è già fatto conoscere, Malinovskyi è in piena ripresa, Ederson è stato tra le sorprese dello scorso campionato, Lookman è l’unico attaccante del Leicester che ci ha fatto penare l’anno scorso. L’anno scorso giocando puramente di ripartenza e con un paio di studiati meccanismi di uscita del pallone verticale con tocchi rapidi di prima per ingannare le feroci marcature a uomo, e al ritorno puntando sul vantaggio e sul contropiede, Mourinho ha giocato un paio di brutti scherzi a Gasperini, togliendo all’Atalanta per la prima volta dopo tanti anni di magra tutti e sei i punti in palio. Per ritentare l’impresa scenderanno di nuovo in campo tutti i migliori: Dybala, Zaniolo e Pellegrini con Abraham. L’Olimpico sarà vestito nuovamente a festa, un’altra passerella gioiosa di canti, passione e sciarpate. Poi ci sarà la sosta, l’ultima prima di un’overdose di impegni che ci precipiterà direttamente nel mondiale qatariota. Sarebbe bello arrivarci godendosi la vista dall’attico.

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