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La squadra che si forma

La provocazione: Zaniolo insieme a Dybala?

Roma di qualità che sta costruendo Mourinho, può “reggere” Nicolò con la Joya. Forza e fisicità del 22, più Matic e Cristante, per avere anche Pelle e Tammy

Dybala e Zaniolo nel 2018

Dybala e Zaniolo nel 2018 (GETTY IMAGES)

Mauro De Cesare
30 Luglio 2022 - 12:36

Una provocazione? No. Forse. Sì. Diciamolo chiaramente: provocazione. Chi non ricorda Salvatore Bagni? Uno dei più forti calciatori italiani, addirittura europei. Arrivò al Perugia appena ventenne, nel 1977 dal Carpi, serie D. Attaccante di fascia destra e un salto quadruplo: dalla serie D alla serie A.

Lui, uno dei protagonisti del Perugia dei miracoli di Castagner: una meravigliosa “creatura” costruita per un calcio quasi perfetto. Un campionato senza sconfitte e secondo posto dietro il Milan. E su Salvatore ecco, naturalmente, le mire dell’Inter. Nel 1981 diventa nerazzurro: era scritto. Ma, soprattutto, diventa un altro, un calciatore diverso. Rino Marchesi decise che sarebbe stato lui il nuovo Lele Oriali. Bagni aveva corsa, grinta, piedi buoni essendo nato attaccante. Diventa uno dei migliori centrocampisti d’Europa.
E quando Ferlaino prese Diego Armando Maradona, decise con Ottavio Bianchi, che El Pibe avrebbe avuto due “scudieri”. Che spesso, spessissimo, avrebbero corso per lui: Bagni e De Napoli. Che orologio svizzero, quella squadra, che incantò Il San Paolo, Napoli e scatenò le invidie del resto d’Italia.

E dov’è la provocazione? Eccola! Pensate per un attimo a Nicolò Zaniolo. Attaccante di fascia destra, grande fisico, grinta da vendere, piedi non buoni, buonissimi. Ecco, per molti, oltre alla plusvalenza, il problema di Mou potrebbe essere la collocazione di Nico. Beh, allora penso a una trasformazione non impossibile. Che, anzi, forse darebbe a Nico gli stimoli per una nuova sfida. Non dover essere costretto a tutti i costi ad essere l’uomo dei 15 gol a campionato. Ma avere la potenzialità per farne. Quanti? Forse, libero da attese pressanti, sarebbe ancora più forte e decisivo di quanto gli viene chiesto di essere ora.

Al momento, guardo la “squadriglia” attuale della Roma a centrocampo: Matic, Cristante, altri che resterebbero e, si spera, Wijnaldum. Poi? Nico Zaniolo. Sì, lui. Forza, fisico, velocità, ripartenze. Onestamente mi sembra perfino meno di una provocazione
Matic 194 cm, Zaniolo 190 cm, Wijnaldum 175 cm. La media? 186 cm. Praticamente hai tutto. Fisico e anche rapidità, fantasia, tecnica, tattica, velocità e chi più ne ha più ne metta. E, allora, questi tre giganti, ma non certamente lenti e dai piedi d’argilla, anzi regolati con il contagiri, sostenuti anche da Pellegrini, potrebbero “reggere” il tandem Dybala-Abraham. Non abbiamo il benché minimo dubbio sulle capacità di Mourinho di “trasformare” Nico.

Non è forse lo Special che ai tempi del triplete dell’Inter, si inventò Eto’o (attaccante nato, anzi lo era già nel grembo della mamma) esterno basso, tra difesa e centrocampo, pronto ad andare al fianco di Diego Milito, suggerire e fare gol. Vincere praticamente tutto!
E per Zaniolo la difficoltà principale nella ripresa, dopo i due terribili incidenti, è stata proprio quella di dimostrare che era sempre e comunque un “devastatore” delle difese avversarie. E questo è uno dei motivi che ha trasformato la sua naturale forza e irruenza, in un modo invece scomposto di superare e contrastare gli avversari.

Ma sono convinto che, pensandoci e lavorandoci sopra, la Roma potrebbe avere in casa quel centrocampista in più che le manca e non avrebbe (forse) l’assillo di trovare un posto in squadra a un giocatore potenzialmente fortissimo. E, soprattutto, non dover cercare acquirenti a tutti i costi. I “pezzi da collezione” non si svendono.

Tentar non nuoce. Perché aver paura delle novità?

Fine della provocazione.

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