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Questioni di famiglia

31 anni dopo un altro Schmeichel tra la Roma e la finale

Nel 1991 il padre Peter difendeva la porta del Brøndby: quella volta Voeller fece esplodere l'Olimpico. Ora c’è Kasper, capitano delle Foxes

Kasper Schmeichel, portiere del Leicester (Getty Images)

Kasper Schmeichel, portiere del Leicester (Getty Images)

28 Aprile 2022 - 13:00

Allora Peter, oggi Kasper. Il cognome è lo stesso, e rappresenta un'istituzione in Danimarca e non solo: Schmeichel. Portiere il padre, classe 1963, così come il figlio, classe 1986, attuale capitano del Leicester City (in cui milita dal 2011, quando le Foxes erano ancora in First Division, la Serie B inglese). Kasper, come il padre trentuno anni prima, è sulla strada che separa la Roma da una finale europea, e la speranza di tutto l'ambiente giallorosso è che le cose possano andare come nel 1991, quando la squadra allora allenata da Ottavio Bianchi ebbe la meglio sui danesi del Brøndby, autentica rivelazione di quella Coppa UEFA.

Gioia in extremis

Dopo aver eliminato Benfica, Valencia, Bordeaux e Anderlecht, Giannini e compagni dovettero faticare non poco per superare i gialloblù e raggiungere la finale contro l'Inter. In Danimarca, il 10 aprile, la gara terminò 0-0, e due settimane più tardi l'Olimpico si vestì a festa (58.000 spettatori) per cercare di spingere la squadra al successo. Nei primi minuti la Roma si rivelò contratta e in difficoltà, forse frenata dall'ansia. A svegliarla pensò Rizzitelli: prima commettendo un fallo che gli valse l'ammonizione (lui stesso ha ammesso che fu un gesto per scuotere i compagni), poi siglando il gol dell'1-0 al 34'. Ma al quarto d'ora della ripresa, una sfortunata doppia deviazione di Comi e Nela su un cross danese beffò Cervone, gelando lo stadio: con l'1-1, la Roma sarebbe stata eliminata. Voeller e soci iniziarono quindi un autentico assalto alla porta difesa da Peter Schmeichel.

Ma il gigante biondo sembrava insormontabile: ci provarono Giannini, poi Voeller (due volte), quindi Rizzitelli, tutti murati dall'estremo difensore che pochi mesi dopo si sarebbe accasato al Manchester United di Ferguson. All'88', quando la gara sembrava destinata a chiudersi nella maniera più amara per noi, un tiro dal limite di Desideri sorprese Schmeichel, che respinse sui piedi di Rizzitelli e Voeller, pronti lì in agguato: il Tedesco Volante fu il più lesto a ribadire il pallone in rete, facendo esplodere l'Olimpico in un boato simile a quello riservato al gol di Falcao contro il Colonia (sempre all'88'). Danesi a casa e finale messa in cassaforte; sugli spalti una bolgia d'altri tempi.

Figlio d'arte

L'auspicio è che la bolgia possa ripetersi, a 31 anni di distanza, anche il 5 maggio, quando a Roma si giocherà la semifinale di ritorno contro il Leicester. Stavolta c'è un altro Schmeichel a separarci da un sogno: non sarà una leggenda come il padre (che ha vinto anche un Europeo con la Danimarca, oltre a 20 titoli tra Brøndby e Manchester United), ma è l'unico reduce assieme a Vardy del trionfo nella Premier League 2015-16. Ad Abraham e compagni il compito di batterlo.

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