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Tammy ancora un minuto: l'inglese regala alla Roma ai quarti di Conference League

Un gol di Abraham al 90’ manda avanti i giallorossi, dopo che Wittek aveva illuso il Vitesse. Mou controlla il primo tempo e prova a risparmiare qualcuno per il derby

Tammy Abraham contro il Vitesse (Getty Images)

Tammy Abraham contro il Vitesse (Getty Images)

18 Marzo 2022 - 08:59

In piena zona Mourinho, quel fazzoletto di minuti finali in cui la Roma quest'anno ha trovato gol, vittorie e, ieri, persino una qualificazione, la Roma ha conquistato i quarti di Conference League insieme con altre due olandesi (Psv e Feyenoord), una inglese (Leicester), una francese (il Marsiglia di Pau Lopez, Ünder e Gerson), una ceca (lo Slavia Praga), una greca (il Paok) e con i vecchi amici norvegesi del Bodø Glimt, con cui c'è un conto ancora aperto. Con il ventunesimo gol stagionale di Abraham la Roma ha pareggiato il gol ad inizio secondo tempo di Wittek e evitato anche di appesantire ulteriormente i muscoli in vista del derby di domenica: pochi secondi ancora e la Roma sarebbe stata costretta a giocarsi la qualificazione ai supplementari, vero spauracchio per squadra, Mourinho e pure per i tifosi, ancora una volta arrivati in massa all'Olimpico (40.000 e spicci) e desiderosi ovviamente di chiudere al 90° la questione. Grande delusione invece per gli intemperanti tifosi olandesi: ce n'erano diverse centinaia nel distinto tra la Monte Mario e la Nord e al gol del vantaggio di Wittek si sono precipitati alla vetrata per insolentire i tifosi romanisti che peraltro non erano nel settore attiguo, ma un settore più là, dopo uno spazio vuoto a far da cuscinetto. Ma alla fine hanno esultato i romanisti, felici per il doppio scampato pericolo.

Il primo tempo è stato una partita a scacchi con la Roma che non voleva scoprirsi ma gestiva il pallone con disinvoltura fino alla trequarti e il Vitesse nel suo solito 352 piuttosto mobile, che attendeva senza scomporsi e ripartiva palleggiando, confidando nel tempo come se il vantaggio dopo l'andata fosse per loro, e tatticamente provava a confondere le idee come Letsch aveva già fatto all'andata, cambiando le posizioni dei giocatori, con Bazoer che partiva centrale e si apriva a destra in impostazione, o Dasa, l'esterno a cui piace fare il regista, che da destra andava in mezzo al campo, così poi in fascia saliva il macchinoso Huisman, ma i romanisti stavolta opportunamente istruiti scambiavano velocemente le marcature o restavano a uomo con una azzeccata gestione secondo buon senso. Il possesso è stato alla fine degli olandesi, ma di quelli sterili, quasi interamente nella comfort zone della propria metà campo. Ne è venuta fuori una partita non certo spettacolare, con poche occasioni da rete nel primo tempo (diciamo una a testa) peraltro su due conclusioni da lontano: al 2° una punizione di Grbic da 35 metri calciata benissimo (esterno destro modello maledetta di Pirlo a far salire la traiettoria e poi a riscendere verso il largo) ha imbarazzato Rui Patricio, bravo comunque a spostare la palla che si è comunque infranta sulla traversa; e al 27° un bel sinistro di Viña di interno collo mancino fuori area da sinistra ha terminato la sua corsa vicinissimo al palo, con Houwen inutilmente proteso. 5 i giocatori diversi rispetto ai titolari di Udine è stata la scelta inevitabile di Mourinho, che al derby ritroverà in campo dall'inizio Mancini e magari pure Oliveira, ieri squalificati, e poi farà la conta degli altri, ma è certo che rinunciare al poker d'assi Mkhitaryan (in regia), Pellegrini (sulla trequarti), Zaniolo in rifinitura) e Abraham (di punta) non è facile, nonostante le incerte prestazioni di ieri. Difficile che domenica rinunci a qualcuno di loro. Dietro Ibañez si è preso il centrodestra e Kumbulla il centrosinistra, con Smalling in mezzo, Micky è stato il regista della prima impostazione, Veretout accanto a lui e Maitland-Niles e Viña sulle fasce (al derby almeno uno non ci sarà, forse entrambi visto il fosforo aggiunto da El Shaarawy nel finale). Insomma, Mou ha voluto le fasce cicciotte e coperte dimostrando di prendere molto sul serio l'impegno e di fidarsi assai poco di questi olandesi.

Maitland-Niles contro il Vitesse (Getty Images)

Nel primo tempo, a parte in quella punizione iniziale, il Vitesse non è poi mai più stato pericoloso, mentre la Roma si è vista più spesso nella trequarti avversaria: al 12° una punizione lunga di Veretout ha colto Smalling da solo sul secondo palo, ma l'inglese ha scelto la sponda all'indietro (intercettata) e ha guadagnato solo un corner su cui ancora Veretout ha calciato forte e Abraham ha deviato di testa, ma alto. Al 24° un bel destro di Veretout si è spento a lato di poco, al 36° una verticale di Mkhitaryan ha mandato al tiro Zaniolo, respinto, e poco dopo un'altra infilata dell'armeno avrebbe potuto essere assai più efficace se fosse stata più corta, con la linea difensiva olandese messa male, anche perché Abraham non sarebbe stato in fuorigioco ma Zaniolo, che si è avventato per primo sul pallone, sì. Occasione persa.
Ad inizio secondo tempo il Vitesse è sembrato voler spingere di più sull'acceleratore. Letsch ha sentito il profumo dell'impresa perché la Roma si è ritrovata imbrigliata nelle sue tipiche paure. Al 14° Pellegrini ha calciato molto bene una punizione dal limite, ma la parabola è uscita fuori di pochissimo. Il Vitesse ha alzato ancora la sua pressione ed è stato premiato con un gol forse casuale ma bellissimo di Wittek: sul rilancio affrettato di Rui Patricio gli olandesi hanno riconquistato il pallone, Pellegrini se n'è impossessato per un attimo e ha provato a ripartire, fermato però da un intervento in scivolata ai limiti del regolamento, così da destra Dasa con la serenità che gli è propria ha alzato una traiettoria orizzontale dalle parti del compagno che coordinandosi di esterno collo mancino ha trovato un impatto perfetto per spedire il pallone tra la manona guantata di Rui Patricio e il palo alla sua destra. Nell'esultanza degli olandesi sull'Olimpico è calato un gelo che non aveva niente a che fare con le temperature neanche tanto rigide, quanto con il terrore prima di uscire e poi di arrivare ai supplementari. Mourinho ha rivitalizzato le fasce togliendo i deludenti Viña e Maitland-Niles per El Shaarawy e Karsdorp (e saranno loro a confezionare il pareggio) richiamando pure Veretout dando fiducia a Cristante. Al 27° il già ammonito Rasmussen ha fermato da terra di mano Zaniolo che ha protestato molto per il mancato giallo, imitato subito da Mourinho: ammoniti entrambi per proteste. Sulla punizione Cristante si è casualmente ritrovato la palla giusta per segnare sul destro, ma ha masticato un po' il pallone aiutando Houwen nella parata. Al 34° Mou ha richiamato anche Zaniolo, autore di un'altra brutta prestazione: dentro Felix, mentre Nicolò andava negli spogliatoi senza fermarsi in panchina. Al 36° Pellegrini ha alzato una conclusione in sforbiciata oltre la traversa, un minuto dopo la Roma ha rischiato la frittata con un pallone regalato da Mkhitaryan agli avversari favorendo un 2 contro Ibañez, con conclusione finale sbagliata da Grbic. Micky ha sbagliato poi anche la palla del possibile pareggio su respinta da corner e lì si è davvero concretizzato l'incubo supplementari. Spazzato via da un'altra iniziativa di El Shaarawy (pochi secondi dopo un insistito dribbling prolungato, chiuso con una simulazione punita dal giallo), con un taglio profondo in area ignorato proprio da Wittek, gran regalo per Karsdorp che è sbucato alle sue spalle e ha rimesso dentro per Abraham che di testa ha segnato l'attesissimo pareggio a porta vuota. Per la festa finale è arrivato anche Bove al posto di Pellegrini, mentre gli olandesi hanno mandato in area anche il portiere nei concitati secondi finali. Inutilmente.

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