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Per la Roma

Guardando al futuro, pensando al presente

Mi auguro che De Rossi non siederà mai sulla panchina della Roma: più grande è il mostro sacro da buttare giù dalla torre, più compulsiva sarà la corsa per essere il primo a ricoprirlo di letame

17 Febbraio 2022 - 11:48

Io voglio bene a Daniele De Rossi. E nell'affetto non c'è nulla che riporti alla divinizzazione, tutt'altro. Parliamo di qualcosa di molto più terreno, reale. E probabilmente sarà stato per questo motivo che, nel corso della sua carriera da calciatore, mi sono ritrovato maggiormente dalla sua parte dopo un errore piuttosto che dopo un gol, il giorno successivo a un cartellino rosso anziché a quello di un assist vincente.
È sveglio, ha proprietà di linguaggio e le dinamiche - marce, corrosive, noiose - di certa comunicazione le conosce, e sa anticiparle, come nessun altro. Lui non diventerà un allenatore, lui è sempre stato un allenatore: nella testa, nel modo di relazionarsi con i compagni e per la capacità - che aveva - di leggere un'azione coprendo una zona di campo con una postura piuttosto che con un'altra. Sono cose che non si imparano: se non ce le hai, non ce le avrai mai.

Bene, e allora?

Allora, tutto questo, per dire che, seppur con alle spalle un capitale così ampio di considerazione e stima, mi auguro che Daniele De Rossi - in futuro - non siederà mai sulla panchina della ROMA. Ma come?!? Lo so, sembra un paradosso: anzi, lo è. Perché non potrà esserci altro destino - tra tre, quattro o cinque anni di Mourinho! - che quello. Che se ragionassi solamente con il cuore quel destino potrei chiamarlo sogno. Però so pure che a causa di quel sogno, mio e di migliaia di altri tifosi, poi sarebbe costretto a fare i conti, pure lui, con le storture che certa sdrucciolevole comunicazione riserva a chi è chiamato a governare una squadra che in molti, troppi, hanno la presunzione di trattare come fosse la loro.

Per questo gli consiglierei di saper resistere, quando sarà, alla tentazione di mettersi a disposizione di chi, passati i sorrisi iniziali, non ci metterebbe un attimo a riservargli lo stesso identico trattamento inflitto ad altri uomini, prima che mister, come Luis Enrique o, per tornare ai giorni d'oggi, José Mourinho. Perché più grande è il mostro sacro da buttare giù dalla torre… Più compulsiva sarà la corsa per essere il primo a ricoprirlo di letame. Tutte queste cose De Rossi le sa. Come, pure, che scherzavo quando dicevo che mi auguro di non vederlo mai allenatore della ROMA. W MOURINHO! W DE ROSSI! W LA ROMA!

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